Capitolo 18

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Levi scattò in piedi, e mi guardò in un modo un po' strano, forse spaventato,
"Scusa..." disse solo questo continuando a guardarmi in quel modo. Mi alzai e mi avvicinai a lui,
"Mi dispiace...n...non avrei dovuto...n...non so cosa mi sia preso" disse.

Io ero tutta rossa, ma presi comunque le forze per abbracciarlo,
"Tranquillo, Levi...va tutto bene" dissi sorridendo leggermente, invece lui dal canto suo sembrava quasi avere un attacco di panico.

"Tu...stai bene, vero?" disse guardandomi,
"Sì...ma..perchè me lo chiedi?" chiesi,
"Perchè...io...devo un attimo..." disse ma non continuò la frase,
"Vuoi stare solo...?" chiesi,
"N...non è per te! Devo pensare.." disse semplicemente questo.

Io mi allontanai e aprii la porta per uscire dal suo ufficio ma lui mi fermò mettendo una mano sul mio polso,
"Buonanotte, (T/n)..." disse accarezzandomelo leggermente.

"Buonanotte, Levi.." dissi anch'io guardandolo. Mi feci forza e mi avvicinai lasciandogli un bacio sulla guancia. Lo vidi arrossire, e lo sentii sfiorarmi i capelli con la mano.

Uscii dal suo ufficio e andai dritta in camera, aveva ragione Levi, avevamo bisogno un attimo di pensare, o forse non c'era bisogno?

In ogni caso per un motivo o per l'altro quella notte non dormii affatto, continuavo a rigirarmi nel letto in cerca di risposte, o forse ero solo in cerca di Levi, avrei voluto averlo accanto, ma chissà se stava pensando lo stesso. Forse, sì..avrei voluto un sì più sicuro.

La mattina dopo mi alzai, sempre alla stessa ora, mi preparai e andai dritta in mensa. Cerano stati tanti cambiamenti in poco tempo, le stanze dei cadetti erano quasi completamente vuote. E adesso avrei dovuto fare i conti anche con altro.

Entrai in mensa con l'ansia ma non vi trovai nessuno, ma fu vuota solo per qualche istante perchè mi raggiunse Levi con una tazza di tè in mano.

La poggiò sul tavolo e restò a guardarmi per qualche istante per poi abbassare lo sguardo,
"Va tutto bene...?" chiesi, era ovvio di no, ma dovevamo parlarne restare così sarebbe stato peggio e lo sapeva persino lui che odiava parlare dei suoi sentimenti.

"S..sì, mi dispiace..ehm..siediti, ti prendo una tazza di tè" disse tornando in cucina. Mi sedetti allo stesso tavolo dove aveva appoggiato la tazzina. Era un buon inizio, o almeno lo speravo. Stavo sperando con tutta me stessa che il suo non fosse stato un gesto fatto a causa dei sentimenti negativi che provava in quel momento.

Si sedette accanto a me, dopo avermi messo davanti la tazzina di tè caldo,
"Ti ringrazio..." dissi sorridendogli leggermente. Lui mi guardò, e la sua espressione sembrava calma, ma nell'aria c'era una certa tensione.

Volevo che iniziasse a parlarne lui, ma tra i due probabilmente io ero quella che più riusciva nei discorsi, e apparte questo avevo il terrore che se ne uscisse con qualche frase come: "Scusa, non lo farò più" oppure "Ho sbagliato, non avrei dovuto".

Così lo precedetti per capire come avrei dovuto comportarmi,
"Levi...per quanto riguarda ieri..." mi interruppe senza darmi la possibilità di andare oltre,
"Scusa.." aspettai attendendo il continuo che non volevo sentire ma si fermò allo scusa.

"N..non devi scusarti.." dissi. Lui mi guardò imbarazzato ma allo stesso tempo un po' confuso,
"Non devo?" disse,
"Dipende..in verità" dissi stringendo la tazzine di tè caldo tra le mani, e iniziando a guardare al suo interno,
"Da cosa..?" disse.

"Dal motivo per cui lo hai fatto..." dissi ancora prendendo un po' di coraggio e alzando lo sguardo,
"Q...quale motivo dovrebbe esserci..?" disse del tutto rosso in viso,
"Be', potresti averlo fatto per diverse ragioni. Perchè l..lo volevi, nel senso..per via delle emozioni che potresti provare. O perché magari eri..triste per tutto quello che è accaduto e per i pensieri che..." mi interruppe ancora.

"Ehi, aspetta...non sarò un grande comunicatore, ma non lo farei mai.." disse con tono serio. Ma a quel punto la nostra conversazione venne bloccata da Hanji che entrò in mensa.

Levi mi guardò, e capii dal suo sguardo che voleva parlarne dopo, continuava a guardarmi negli occhi come se attendesse una risposta, infatti sviò il suo sguardo solo dopo che ebbi annuito e quindi che fu sicuro che non fosse finita qui.

"Hanji, buongiorno. Come mai già sveglia?" le chiesi,
"Ah, è vero! Dannazione me ne sono completamente dimenticata! Per fortuna che voi due vi svegliate presto!" disse,
"Che succede?" chiesi leggermente preoccupata, mi venne spontaneo guardare verso Levi per vedere se sapesse qualcosa, ma mi fece un cenno negativo con il capo, poi si rivolse ad Hanji.

"Spiegati quattrocchi" disse Levi,
"Erwin ha detto che c'è bisogno di una riunione! Cioè non sarà proprio una riunione, ci saremo noi tre, naturalmente Erwin, e poi Eren con i suoi compagni! Sapete per attuare il piano..ma anche per via della gigantessa! Potremo avere dei sospetti!" disse Hanji sorridendo.

"Ma non è possibile!" disse Eren sbattendo le mani sul tavolo nervoso, quasi come sempre in verità,
"Eren, aspetta! Fa finire di parlare gli altri! E se fosse così? Lasceresti che tutto sia come adesso? Lo sai qual è il tuo compito!" dissi.

"Ma..." disse semplicemente e solo questo non sapendo come continuare, forse non sapeva più come cercare di convincerci che una delle loro amiche del corpo cadetti una certa Annie, probabilmente era il gigante dalle fattezze femminili.

Strinse le mani e  si alzò di scatto tornando in modo nervoso, ma soprattutto male,
"Lei non ha idea di che vuol dir..."
"Siediti, immediatamente!" disse Levi, mi voltai verso di lui. Il tono che aveva fatto era più che spaventoso. Non gli era servito alzare la voce, gli era bastato aprire bocca.

Quando notai la sua espressione, iniziò a salire anche a me. Levi mi aveva difesa...? Da una parte ero ancora un po' spaventata dal suo atteggiamento, dall'altra...mi aveva difesa! Ero felice, e soprattutto...mi sentivo al sicuro, chiunque avrebbe paura di uno come lui. E forse anche un po' potente essendo che era dalla mia parte.

Eren tornò a sedersi, ma sembrava sempre meno convinto su ciò che andava o non andava fatto, il fatto che probabilmente Annie era la gigantessa non gli andava per nulla a genio, e non me ne spiegavo il motivo. Avevo parlato con Armin, e secondo lui nei tre anni precedenti Annie ed Eren non avevano avuto nessuna grande amicizia, ne altro.

Quello stesso giorno, Erwin si stava organizzando per la partenza con Jean, presto ci sarebbe stato un attacco scatenato stesso da noi, se Annie era davvero la gigantessa.

"Quindi...dovrò solo restare qui?" chiesi,
"Esattamente! Ti sei già ferita una volta, e non è saggio mandarti subito là fuori. Per di più tu sei una ricercatrice devi studiare i giganti, non combatterli! Noi siamo i soldati, una volta catturata la gigantessa passerà tutto nelle tue mani, fino a quel momento rilassati!" disse mentre prendeva alcuni documenti che probabilmente doveva portare con sè.

"State già per partire..?" chiesi,
"Sì, meglio non perdere altro tempo" disse ancora,
"Capisco.." dissi andando verso la porta del suo ufficio,
"Be', allora buona fortuna, vi aspetto qui con la gigantessa" dissi uscendo dall'ufficio,
"Contaci" mi rispose. Chiusi la porta, ma prima di tornare in stanza, bussai all'ufficio di Levi.

Lui invece nonostante avesse una storta, doveva comunque fare il suo lavoro di capitano stare accanto alle reclute, e principalmente credo che debba dare una mano ad Erwin, ma in ogni caso doveva partire.

"Avanti" disse dall'interno. Ed io entrai,
"Oh..sei tu. È tutto apposto?" disse sorpreso,
"Sì..sì..volevo solo augurarti buona fortuna, soprattutto dato che non sei in ottima forma, per via della gamba..intendo dire.." dissi rossa. Ho iniziato malissimo questa conversazione.

"Grazie...tu...invece...come stai?" mi chiese fermandosi a qualche passo da me,
"Sto bene..solo Erwin è preoccupato così..non ci sarò" dissi,
"Forse è meglio così..riposati, avrai da fare poi" disse.

Io annuii,
"Allora...ciao" dissi sorridendo leggermente anche se non avevo molto da sorridere. Mi voltai per tornare indietro,
"Poi ne parleremo...non è proprio il mio forte, ma non l'ho dimenticato..siamo stati un po' sfortunati questa mattina, e anche adesso..ma insomma abbiamo tempo" disse.

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