15.

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<< Quindi immagino tu sappia cucinare >>.

Lo guardava muoversi sicuro nella spaziosa cucina, degna di uno chef stellato per il design moderno dei pensili, i piani in pietra lavorata, gli elettrodomestici costosi di cui aveva difficoltà anche solo ad intuire lo scopo. La pietra grigia ed il legno si fondevano in un disegno morbido e dalle linee pulite. Era tutto perfettamente in ordine, come se non vivesse nessuno in quell'attico lussuoso, che sembrava appena uscito da qualche catalogo di arredamento.
Midoriya si avvicinò al tavolo, già apparecchiato con semplici tovagliette; la superficie in vetro non presentava alcun taglio o macchia o addirittura ditata, tanto che era quasi preoccupato all'idea di toccarlo.

<< Me la cavo >>.
<< Non avrei dovuto avere dubbi in realtà... c'è qualcosa in cui tu non eccella? >>.
Il biondo finse di pensarci su, per poi sogghignare: << effettivamente credo di no... no, non mi viene in mente nulla >>.
L'omega alzò gli occhi al cielo, sorridendo.
<< A parte gli scherzi... no, non sono bravo a fare tantissime cose >>.
<< Tipo? >>.
<< Non so raccontare barzellette >>.
<< Si, in effetti non ti ci vedo >>.
<< Sono andato in panico quando Daiki mi ha chiesto di accompagnarlo in bagno >>.
A quelle parole il verdino scoppiò a ridere, seguito a ruota dall'alpha.
<< Giuro, pensare poi che è un maschietto, se fosse stata una bambina penso che sarei scappato >>.
<< Beh non credo che tu abbia avuto molto a che fare con i bambini in questi anni >>.
<< No, direi di no >> sussurrò con un velo di tristezza.

<< Vuoi del vino intanto? >>.
<< Si, grazie >> rispose, avvicinandosi all'isola della cucina su cui Bakugou aveva disposto i calici.
<< E sono pessimo a chiedere scusa... >>.
Midoriya alzò lo sguardo per incontrare gli occhi cremisi dell'alpha; non era abituato a vederlo così malinconico. Sembrava volergli provare tutto il suo dispiacere, tanto che aveva abbandonato ogni traccia dell'arroganza che contraddistingueva il suo carattere, come se avesse calato una maschera che non sapeva neanche di portare.
<< In realtà le rose erano carine... >>.
<< Davvero?! >>.
<< Ho reagito davvero male... eh che... che in quel momento l'ho visto solo come un modo per impormi la tua presenza... il tuo controllo >>.
<< Non volevo farlo, te lo giuro >>.
<< Lo so, sei solo incredibilmente stupido >>.
<< Non posso darti torto >> ammise << Comunque se ti sono piaciute le rose, domani posso innondarti casa di fiori >>.
Midoriya rise, nonostante pensasse che probabilmente non stava neppure scherzando: << non è necessario, non preoccuparti >>.

<< No, davvero... >> sospirò << mi rendo conto di aver sbagliato su tutta la linea, ma le mie intenzioni in realtà erano buone... o quantomeno non cattive. Volevo dimostrarti che sono cambiato e chiederti scusa per il nostro passato, solo che trovo difficile esprimere a parole quello che sento >>.
<< Invece l'hai fatto molto bene... quella sera in ospedale >>.
<< Dici che è stato grazie a tutta quella morfina? >>.
<< Molto probabile, effettivamente. Dovrei dartela più spesso >>.
<< Oh si, ti prego >> scherzò.

Bakugou finì di riempire i bicchieri per poi alzare il suo in aria.
<< Allora, a noi >>.
L'omega rimase qualche istante a rigirarsi il calice tra le dita, prima di ricambiare il brindisi con voce incerta.
<< A noi >> sussurrò, facendo scontrare delicatamente i due bicchieri.
Si ritrovò a bere in pochi sorsi il suo contenuto alcolico come se volesse cercare, in quelle note profumate, il coraggio che gli mancava o forse semplicemente la scusa per abbandonarsi a quello che in realtà voleva.

<< Allora dimmi, com'è la vita dell'eroe numero uno del Giappone? >>.
<< Non so... niente di così esaltante credo >>.
<< Niente di esaltante?! >> tossì << sei il protagonista di un cazzo di fumetto. Salvi persone ogni giorno. Combatti i cattivi >>.
<< Ultimamente non mi sembra nulla di speciale. Anzi mi incuriosisce molto di più la tua di vita >>.
<< Quale parte? Le lunghe ore di lavoro sottopagato, i primari che trattano tutti come spazzatura o i miei adorati pazienti che ti mettono le mani addosso se non prescrivi antibiotici a caso? >>.
<< Mm hai ucciso ogni magia >>.
<< Eutanasia >> rise << no, scherzo. Io amo il mio lavoro. Mi dà davvero tante soddisfazioni. Sono felice. Però ogni tanto temo di impazzire >>.

<< Da quanto... da quanto tempo sei tornato in Giappone? >>.
<< Sono tornato a casa poco dopo la nascita di Daiki. Mi ero specializzato e avevo bisogno dell'aiuto di mia madre per crescere un bambino da solo >>.
<< Sei qui da molto allora... non lo sapevo. Se lo avessi saputo- >> si bloccò, indeciso su come continuare.
<< Mitsuki non te l'ha detto? >>.
<< Non vedo spesso i miei genitori... Inko e mia madre sono ancora due comare? >>.
<< Diciamo che si divertono a dire la loro su ogni cosa >>.

Bakugou versò a entrambi dell'altro vino, sovrappensiero.
<< Sei scomparso di colpo... senza salutare nessuno >>.
<< E chi avrei dovuto salutare?! Te? O i nostri compagni che mi deridevano continuamente? >>.
L'alpha gli stava dando le spalle, intento a finire i preparativi per la cena. Si fermò e appoggiò entrambi i palmi sulla roccia porosa del ripiano.
<< Ho pensato spesso... >> riprese fiato << a quel giorno. Uno dei nostri ultimi giorni alle scuole medie. L'ultima volta che ci siamo rivolti parola prima che tu partissi >>.
<< Ho capito a quale ti riferisci... >>.
<< È stato lì... hai deciso in quel momento di lasciare il paese? >>.
<< Ho deciso in quel momento che il mio era un sogno impossibile e poi ho pensato che fosse meglio lasciarmi tutto alle spalle; compreso te. Ho vinto una borsa di studio e sono partito per l'America >>.

<< Mi odio per quello che ti ho detto quel giorno >>.
Deglutì a vuoto, mentre veniva investito ancora una volta dal rimorso legato al ricordo delle sue parole.
<< Sono passati tanti anni. Non ci pensare >>.
<<Scusa >> sussurrò, voltandosi per guardare in viso l'omega. L'aveva istigato al suicidio... e per cosa poi? Perché era più piccolo, più debole, perché non aveva un quirk con cui difendersi. Perché in realtà non riusciva a comprendere l'effetto che il minore aveva su di lui...
Midoriya gli sorrise: << non credo tu abbia mai pronunciato queste cinque lettere in una vita e ora sembra che sia diventata la tua parola preferita >>.
<< Touché >>.
<< Parliamo d'altro, dai >>.

<< Ti vedi con qualcuno? >>.
<< Al momento no. Come ti ho detto sono molto impegnato tra il lavoro e il tempo che dedico a Daiki >>.
<< E suo padre? >>.
<< Cosa vuoi sapere? >>.
<< L'hai conosciuto al college? >>.
<< No, ero già laureato. Mi stavo specializzando >>.
<< Cosa è successo? >>.
<< Nulla >> si fermò per soppesare le sue parole << sono rimasto incinto... non andavamo più d'accordo e sono tornato in Giappone insieme al mio bambino >>.
<< Lui quindi è ancora in America? >>.
<< Si >>.
<< E non lo sentì mai? Daiki non sa neanche chi sia? >> chiese, senza riuscire a trattenere la sorpresa.
<< Non sempre le cose vanno come vorremmo... io non volevo che mio figlio fosse costretto a crescere senza un padre, come me, ma... la storia si è ripetuta purtroppo >>.
<< Mi dispiace, non volevo essere indiscreto... è solo che proprio non capisco >>.
<< Capire cosa? >>.
<< Come abbia potuto lasciarvi. Daiki è un bambino magnifico e tu... tu sei- >>.

Midoriya si sporse verso di lui, come a volerlo raggiungere; mentre l'alpha cercava di ricomporsi.
<< È pronto >> mormorò, prendendo i due piatti colmi di cibo e spostandosi verso il tavolo.
L'omega lo seguì in silenzio, prendendo posto accanto a lui.
<< M-ma... mi hai preparato il katsudon >>.
<< Si, ricordo che tua mamma lo cucinava sempre quando eri triste e- >>.

Non fece in tempo a terminare la frase che l'omega aveva azzerato la breve distanza tra loro, premendo le labbra contro quelle dell'eroe.

***

Another life - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora