10.

483 37 4
                                    

Stava tergiversando sul marciapiede antistante la casa, in dubbio se fare o meno gli ultimi passi che lo separavano dalla sua porta.
L'eroe si era sempre gettato su ciò che voleva senza riflettere, in un modo impulsivo al limite della sconsideratezza; ma in quel momento si ritrovava a ponderare qualsiasi decisione, anche la più piccola. Forse perché per la prima volta in vita sua stava lottando per qualcosa che desiderava davvero e il cui risultato non era affatto scontato; Midoriya, infatti, avrebbe potuto allontanarlo definitivamente dalla sua vita e, in quel caso, lui non avrebbe potuto farci niente, nemmeno biasimarlo.

Così era ancora immobile a fissare quella casa dall'altra parte della strada con un peluche tra le mani ed i palmi che continuavano a sudare. Imprecò a bassa voce asciugandosi alla stoffa dei pantaloni, mentre pensava che sarebbe stata una conclusione a dir poco esilarante se l'orsacchiotto fosse esploso a causa del suo quirk e del suo nervosismo.
Guardò per un istante le tegole della villetta, ma, a dispetto del loro scambio di qualche settimana prima, decise che sarebbe stato troppo traumatico per l'omega ritrovarsi all'improvviso l'eroe davanti alla finestra della propria camera da letto, a testa in giù perché si era calato dal tetto.

Alla fine si diede mentalmente dell'idiota e percorse la breve distanza che lo separava da quel portone, per poi bussare contro il legno massello.
Aveva il cuore in gola, mentre sentiva un leggero vociare proveniente dalla casa ed il rumore di passi che si avvicinavano.
Quando se lo ritrovò davanti, Midoriya sgranò appena gli occhi, poi abbassò la testa per nascondere un sorriso. Era al telefono per cui si limitò a fargli semplicemente un cenno di entrare, facendosi da parte; poi si scusò con il suo interlocutore e appoggiò il microfono alla spalla per chiamare il suo bambino.

Questo era steso sul tappeto del salotto con pennarelli di ogni colore sparsi attorno a sé, intento a disegnare. Non appena vide il biondo fare capolino dall'ingresso, gli corse incontro fiondandosi tra le sue braccia.
<< Signor Dynamight! >>.
<< Ciao, Daiki >> mormorò, prendendo in braccio il bambino, che subito si avvinghiò al suo collo.
<< Stai bene? >>.
<< Si, sono come nuovo. Mi dispiace di averti fatto preoccupare. Ti ho comprato questo per ringraziarti del disegno >> disse, porgendogli il peluche << non so se ti possa piacere... altrimenti possiamo andare insieme al negozio di giochi- >>.
<< Mi piace. Mi piace! >> si affrettò a dire, continuando a stringere l'eroe con un braccio e l'orsacchiotto con l'altro.

<< Ne sono felice, cucciolo. Dopo gli cerchiamo un nome, che dici? >>.
Il piccolo ammirò il suo nuovo amico con le sottili sopracciglia corrugate in modo buffo, come se stesse facendo un ragionamento complesso.
<< È biondo come te >> disse infine, accostando il pelo morbido dell'orsacchiotto ai capelli dell'eroe per confrontarli.
<< Lo chiamerò Katsuki >> esclamò felice.
Il biondo lo guardò a bocca aperta per un istante prima di scoppiare a ridere.
<< Soprannominiamolo Kat >> negoziò << altrimenti si crea un po' di confusione >>.

<< Va bene, Kat >> rispose, appoggiando il viso sull'incavo del collo dell'eroe. Lasciandosi andare a delicate fusa, gli sfiorò la ghiandola alla base del collo con la guancia, cullandosi nel suo profumo.
Bakugou solitamente si sforzava di non rilasciare il suo odore visto il suo timbro dominante, ma in quel momento si sentiva a suo agio, con il bambino che sembrava quasi appoggiarsi contro quella fragranza zuccherina ed avvolgente che ricordava il caramello.

Midoriya si era fermato a guardarli con un sorriso stupito sul volto; mentre ascoltava distrattamente il resto della telefonata, per poi riattaccare con un sbuffo esasperato.
<< Mi dispiace, Bakugou, ma mi hanno appena cambiato i turni in ospedale, devo fare quello di notte, che inizia praticamente- >> si fermò per guardare l'orologio << cavoli è già tardi... Daiki prepara i tuoi giochi che ti porto dalla nonna... oppure chiedo a lei di venire qui... >>.
Stava ancora riflettendo, con il cellulare in mano, se chiamare o no la madre, quando si intromise il biondo.

Another life - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora