Midoriya

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<< Chi è? >>.
Sobbalzai appena, sentendo la sua voce alle mie spalle.
<< Amore, non ti avevo sentito rientrare >>.
Appoggiai il cellulare sul piano della cucina, prima di girarmi per avvolgergli le braccia attorno al collo e lasciargli un rapido bacio a stampo sulle labbra.
<< Non hai risposto >> continuò, senza ricambiare l'abbraccio.
<< È solo un collega. Uno specializzando del primo anno. Mi voleva ringraziare perché oggi l'ho seguito durante il giro visite, spiegandogli diverse cose. Dice che gli sono stato molto utile >>.
Sorrisi, mostrandogli il messaggio, orgoglioso di essere stato un buon insegnante.

Lui sbuffò: << so io in cosa saresti utile a questo stronzo... e non penso proprio per ripassare >>.
Il mio sorriso si spense mentre mettevo via il cellulare, senza neppure rispondere al messaggio.
<< Tu sei mio >> rimarcò << non voglio che altri ti girino attorno >>.
Deglutii a vuoto per alleviare il nodo che avevo in gola.
<< Invece com'è andata la tua giornata? >>.

Mi girò intorno, prendendo una bottiglia di vino dal frigorifero è una glasset per il ghiaccio.
<< Sono dovuto tornare a casa e pranzare senza il mio compagno... >>.
<< Ti avevo detto che oggi sarei rimasto a mangiare con i miei colleghi, tra poco ci specializzeremo e probabilmente non lavoreremo più insieme nello stesso ospedale >>.
<< Ancora questi cazzo di colleghi! >> ringhiò, sbattendo il recipiente di metallo contro il marmo.
<< Tu devi pensare prima a me, sono io il tuo Alpha >>.

Abbassai la testa, mentre sentivo gli occhi iniziare a pizzicarmi: << mi dispiace, ma ti avevo lasciato il pranzo in frigo... era solo da scalda- >>.
Uno schiaffo mi colpì in pieno viso, tanto forte da farmi ruotare il capo. Chiusi gli occhi, portando una mano alla guancia per massaggiare il punto in cui sicuramente era impresso il segno delle cinque dita.

<< Dio, guarda cosa mi costringi a fare?! >>.
<< Scusa >> mormorai.
<< Sai che non devi rispondermi quando sono arrabbiato >>.
Annuii, mentre mi strofinavo gli occhi per asciugare le guance che mi stavano rigando il viso.
Mi rimisi a cucinare in silenzio, come se non fosse successo niente.

<< Izuku >> mi richiamò.
<< Mi dispiace, lo so che non ti devo contraddire >>.
Mi abbracciò da dietro, premendo le labbra sul mio collo.
<< Lo sai che ti amo >>.
<< Ti amo anch'io >>.
<< Non vorrei comportarmi così, ma chiunque reagirebbe di fronte a questo tuo atteggiamento >>.
<< Si >> sussurrai.
<< Quindi cosa farai? >>.
<< Non mi fermerò più a pranzo fuori >>.
<< Bravo il mio omega >> sorrise, baciandomi << io so cosa è giusto per te >>.
<< Si >>.

<< Stanno per arrivare i nostri amici... >>.
Nostri... sapevamo entrambi che erano i suoi amici. Io non ne avevo più, non mi era permesso. Tutto il mio mondo doveva girare attorno a lui, non a me.
<< È tutto pronto >>.
Lui mi squadrò dalla testa ai piedi: << ti avevo detto di indossare il completo verde >>.
<< Eh... eh che questi pantaloni sono più comodi per stare in casa >>.
Rimpicciolii sotto il suo sguardo severo.
<< Vado a cambiarmi, scusami >>.
<< Bravo, così sarai bellissimo >>.
<< Si... grazie >>.

I nostri ospiti erano una coppia Alpha-omega con cui uscivamo spesso. Io non li trovavo neppure simpatici: la ragazza parlava appena e lui... lui era come ogni altro Alpha.

<< Allora Midoriya, ho saputo che ti stai per specializzare, congratulazioni >>.
<< Grazie mille >> gli rivolsi un sorriso tirato << si, ne siamo felici >>.
Neanche mi accorsi, in quel momento, di aver parlato al plurale... "io" non esistevo più.
<< Un medico, eh >> continuò l'alpha, per poi rivolgersi al mio compagno << amico, potresti campare sulle sue spalle. Fare lavorare il tuo omega al posto tuo >> ghignò, come se l'idea fosse esilarante.
<< Non so neanche se questa pagliacciata possa definirsi un traguardo... studiare tanti anni per un lavoro sottopagato e pieno di responsabilità. Io guadagno il doppio senza aver letto tutti quei libri inutili >>.
<< Gli Alpha sono geneticamente più predisposti a ricoprire posizioni di rilievo >>.
<< Questa carne è immangiabile >> sbottò, gettando le posate nel piatto che avevo impiegato una notte intera a preparare << sarebbe stato più utile un corso di cucina di una laurea in medicina >>.

Perché...

Perché dovevi sminuire ogni mio successo per sentirti superiore a me?
Perché mi hai spinto a pensare di non valere niente senza di te?
Perché quando tu mi picchiavi ero io a sentirmi in colpa?

Se penso a come mi ero sentito quasi lusingato, quando mi hai fatto la prima scenata di gelosia solo per essere uscito con un amico. Non potevo credere che ti amassi tanto da soffrire alla sola idea che potessi preferire un altro a te.
Mi sentivo speciale... io, che ero stato deriso ed additato come "inutile" per gran parte della mia vita. Io che ero stato sempre respinto.
Ti amavo...
Ti amavo con tutto me stesso.

Era la prima volta che mi sentivo importante per qualcuno...

Scambiai il tuo bisogno di possesso e controllo per amore. Trovai scuse su scuse per giustificare il tuo comportamento. Alla fine allontanai i miei amici per evitare che tu ti arrabbiassi.
Mi piegai ad ogni tua richiesta. Mi annullai.
Riuscisti a farmi smettere di essere me stesso.

Eppure ero così felice quando, tra le tue braccia, continuavi a dirmi quanto fossi bello.
Eppure dalle tue labbra non è mai uscito alcun complimento sulla mia intelligenza...

Ero stato un stupido, ma non avrei rifatto lo stesso errore...






***

<< Alla fine non abbiamo mangiato nulla >> rise contro il mio collo.
<< Scusa... >> mormorai automaticamente.
<< Perché ti scusi? Se vuoi posso portarti il cibo qui... mmh che dici? Mangiamo a letto? >>.
<< Sono un po' stanco >>.
<< D'accordo. Dormi pure >>.
Mi diede un bacio sulla tempia prima di sistemarsi dietro di me, abbracciandomi.

Poco dopo sentii il suo respiro divenire pesante e regolare. Non si accorse di nulla, ne dei singhiozzi che mi attraversavano il corpo, ne delle lacrime che scendevano incontrollate dai miei occhi.


***

Another life - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora