24.

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<< Eijirou aspetta >>.
Il rosso si scrollò di dosso la mano con cui stava tentando di trattenerlo, continuando a camminare senza neppure voltarsi per parlargli.
<< No, Katsuki. Hai veramente superato il limite. Non avresti dovuto trattarlo così e->>.
<< Io?! >> gridò << Io ho superato il limite?! E lui, allora? Mi ha tenuta nascosta la gravidanza di mio figlio >>.
<< Si... e inizio a pensare che non abbia avuto tutti i torti >>.
Bakugou si fermò sui suoi passi, mentre fissava Kirishima andarsene.
<< E tu dici di essere mio amico?! >> gli urlò dietro nella speranza di essere in qualche modo considerato. Si, perché da quando si conoscevano non era mai capitato che il rosso si rifiutasse di rimanere al suo fianco. Per quanto lo insultasse o fingesse di trovare seccante la sua compagnia, Kirishima non lo aveva mai abbandonato, almeno prima di allora.

<< Kat, va tutto bene >> sussurrò Shindo.
Sentì le sue dita accarezzargli i capelli, prima che scendessero per sfiorargli le guance.
<< Se vuoi avere il bambino lo avremo. Queste cause legali sono lunghe e dispendiose, ma noi abbiamo sicuramente più risorse finanziarie di lui >> continuò, calcando sull'ultima parola << potremmo crescerlo insieme come una vera famiglia >>.
<< C-cosa... cosa stai dicendo? >>.
<< È lui ad aver sbagliato, tu hai tutti i diritti. Tu sei un Alpha. Il bambino deve essere affidato a te. Sarà nostro >>.
Il corvino piegò la testa cercando di incontrare gli occhi del maggiore, ma questo continuava a voler evitare il suo sguardo.

<< Non è giusto... >> mormorò spaesato.
<< No, non preoccuparti per me. A me va bene così, anche se non è mio figlio... n-noi rimarremo insieme >>.
Shindo gli cinse la vita con le braccia, appoggiando il viso nell'ampio petto del maggiore.
<< E tu non pensi a lui? >> continuò con un filo di voce << sei un omega anche tu... >>.
<< Lui ti ha imbrogliato, non si merita la nostra compassione >>.
<< Non è vero... non lo avrebbe mai fatto >>.
<< L'hai detto tu, amore >>.
<< C-come? >>.
<< L'hai detto tu >> ripetè.
<< N-no >> biascicò con la voce spezzata.

L'odio stava lentamente scemando, lasciando il posto ad un senso di colpa che impediva il respiro; perché quelle parole... le sue parole; urlate senza coscienza, giravano nella sua mente come in un vortice. Ancora una volta aveva incanalato il senso inadeguatezza e rammarico nell'unico sentimento che sapeva di poter gestire: la rabbia. Ed era finito per ferire nuovamente l'unica persona che aveva mai amato.
<< N-no >>.
La sua testa si muoveva convulsamente in segno di diniego, mentre tentava di liberarsi dalla stretta dell'omega.
<< Kat >> gemette << non lasciarmi... d-dove stai andando? >>.
Lo chiamò altre volte, ma il biondo continuò a correre senza voltarsi; finché non sparì.


<< Ti prego. Aprimi >> gridò tra i singhiozzi, alternando i colpi, che rivolgeva al duro legno, a momenti di silenzio in cui risuonava la sua voce.
<< Izuku >> mormorò come una litania.

<< Hai fatto piangere la mamma >>.

Quella vocina, proveniente dall'altra parte del portone, lo fece sussultare.
<< Daiki >> urlò << Daiki, amore, aprimi >>.
<< Mi hai fatto paura >>.
<< L-lo so... cazzo. Perdonami cucciolo. Mi dispiace. Non succederà più >>.
Gli sembrava di impazzire, mentre combatteva contro l'istinto di scardinare direttamente la porta.
<< Scusami >>.
Sentì il chiavistello scattare e il sollievo lo invase all'istante. Appena entrato si abbassò per prendere in braccio il bambino. Lo strinse a sé e si fermò per baciargli il visino paffuto.
<< Scusa >>.
Si sciolse quando avvertì il piccolo ricambiare l'abbraccio.
<< Non farlo più >>.
<< No, promesso >>.

Another life - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora