17 Dicembre 2024

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17 Dicembre 2024
Ore 7:44



«Che faccia che hai! Manco il Grinch di 'sti tempi!».

Manuel riderebbe pure alla battuta di spirito di Anita, se un briciolo di esso gli fosse rimasto.

Purtroppo, sta conducendo la sua vita per inerzia, trascinandosi in università o a lavoro e non presenziando per davvero - ossia, il suo corpo c'è, si vede, è tangibile, però la sua testa è da tutt'altra parte.

Prende posto al tavolo della cucina, con una tazzina in ceramica contenente del caffè caldo.

La madre gli è seduta di fronte. Non ottenendo nessuna reazione, gli schiocca due dita davanti alla faccia.

Il ragazzo sbatte rapidamente le palpebre. «Oh, che è?» borbotta.

Anita alza un sopracciglio. «Come che è?» esclama. Quella mattina, ha optato per un tè caldo con dentro un goccio di latte, versato in una grossa tazza color malva. «Me pari un morto che cammina» fa presente. «Ma che c'hai?».

C'ha tutto. Essenzialmente, perlomeno.

È indietro con gli esami ancor prima di iniziare perché non ne sta preparando nemmeno uno, i turni a lavoro lo stanno opprimendo, non dorme bene e quel coglione di Simone non gli risponde al telefono.

«Niente» riassume. «Sono soltanto stanco». È una bugia che aggiusta un po' la realtà. Nessuno mai approfondisce se si usa la scusa della stanchezza: di solito, si suggerisce del riposo e la questione finisce lì.

Funziona.

Come previsto, infatti, Anita non porge ulteriori quesiti. Guarda ancora il figlio sottecchi e poi «Beh, adesso ci sono le vacanze, te puoi riposà 'n po'».

«Ci sono anche i pranzi e le cene di Natale al ristorante».

«Ti abbiamo detto che puoi lasciarlo quel lavoro. Te stai a distrugge così».

Manuel fissa il fumo che fuoriesce dalla tazzina che ha davanti. Non saprebbe spiegare che fare il cameriere riesce a distrarlo quel che è sufficiente per non farlo cadere a pezzi. Se dovesse passare la maggior parte del tempo a casa, impazzirebbe. «Me fanno comodo quei soldi» taglia corto. «Non è un problema, sul serio».

«Sarà» sbuffa Anita. Fa una breve pausa, bevendo un sorso di tè. «Ho sentito Simone l'altro giorno».

Lo scoppio di una bomba farebbe il medesimo rumore per Manuel, che solleva il capo con uno scatto e stringe i pugni sul tavolo.

Quelle reazioni, Anita non le nota. Quindi prosegue: «Torna a Roma per le vacanze di Natale, te lo ha detto?».

No.

Manuel scuote il capo, in cenno di diniego. Finge indifferenza, finge che non gli importi.

Ed è difficile simulare apatia quando il cuore si ferma e il respiro si smorza.

«Dante va a prenderlo in aeroporto lunedì prossimo, magari puoi fargli compagnia» aggiunge Anita, con un sorriso.

A tal punto, Manuel butta giù il caffè caldo in un solo sorso. Si alza in piedi con uno scatto. «C'ho da fa' al ristorante» sbuffa. «Vado a studià».

Anita strabuzza gli occhi, un briciolo stranita da un simile comportamento. Tenta un «Tutto okay?» al quale non ottiene alcuna risposta, se non lui che fugge via dalla cucina, non degnandola di un ultimo sguardo.

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