Capitolo 7

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Arrabbiata è dir poco, è furente sembra sul punto di esplodere in una miriade di ragionamenti contorti sul perchè la nostra scuola è così indisciplinata, sono attaccata allo schienale della sedia nella sala delle conferenze con la professoressa di storia e il preside, mi faccio piccola, piccola sperando di poter scomparire o almeno di non essere notata. Non sono mai stata convocata dal preside ,potrei anche ammettere di essere una studentessa abbastanza corretta e di non aver mai e in nessun modo trasgredito le regole dell'istituto. Con forza cerco di sussurrare nel tentativo di oppormi alle accuse della professoressa, sta dicendo che sono una costante ritardataria e nelle sue ore vado in giro a ficcare il naso in faccende che non mi riguardano. Non so veramente di cosa stia parlando. Sono scioccata, il sangue mi pulsa forte nelle tempie e la vista incomincia a offuscarmi, per le lacrime che stanno scendendo senza il minimo sforzo e si fanno strada lungo le mie guance rigandole pesantemente del mascara, ormai sciolto.Mi sento come un agnello rinchiuso in una gabbia di "leoni" senza via d'uscita. Cerco di respirare a fondo e di calmarmi ma i singhiozzi mi bloccano i respiri e li trasformano in suoni angosciosi. A un certo punto la porta si spalanca ed entra qualcuno, corre verso di me ma non riesco a riconoscere chi fosse a causa delle troppe lacrime. Mi trascina correndo portandomi in una stanza. È un luogo arredato completamente da santi e madonne, è molto buio e cerco a tentoni di trovare un interruttore per accendere anche una piccola luce. Una mano si intreccia con la mia e me la stringe forte, quasi in modo possessivo. Non posso credere di essere finita in questo luogo con un perfetto sconosciuto ma soprattutto senza che nessuno sappia dove mi trovo. Penso al peggio. Una voce dolce ma anche rauca mi sussurra ad un orecchio dicendo" Finalmente...purtroppo non possiamo restare qui però ho bisogno di dirti una cosa molto importante quindi se vuoi dopo la scuola ci incontriamo al cancello principale, preferirei se venissi da sola e un'altra cosa, porta il "bracciale" servirà per spiegarti tutto!". Esce velocemente senza neanche farmi rispondere e lascia la porta aperta. Ha una maglia blu scuro, un paio di jeans strappati con una scritta forse la marca ma che non riesco a leggere perchè ormai è sparito nella curva del corridoio.

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