Capitolo 26

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"Val, ti prego svegliati. Val riprenditi! Non è il momento di dormire." La voce di Joshua mi arriva così distante, sembra molto lontano ma so che non è così, infatti due mani mi scuotono le spalle. Quel contatto anche se per solo un secondo mi ha fatto ricordare di essere viva. Possibile che anche solo toccandomi Joshua abbia scatenato in me questa sensazione così piacevole e calda. Mi sembra di essere cullata e di dormire su una soffice nuvola. È come se avessi già vissuto questo momento. Chissà magari è questo che si prova quando si è piccoli e la mamma e il papà tentano di fermare il tuo straziante pianto infantile. Ma in questo semplice contatto c'è molto di più, è una cosa tangibile e reale. Decido di aprire gli occhi ma strapparmi da quel piccolo e confortevole mondo che si era creato è più difficile di quanto pensassi. Le palpebre si schiudono lentamente, sembra passata un'eternità da quando ho visto l'ultima volta la luce del sole. Ah, adesso ricordo, i due soli!
"J...Jer!", l'unica cosa che riesco a pronunciare. "Perchè ho detto Jer, è Joshua che sta vicino a me non lui!", penso.
I soffici ricci di Joshua gli ricadono a fungo sulla testa. Sembra che indossi un cappello di lana per quanto sia diventata crespa la sua chioma. Gli occhi sono piccole fessure verde smeraldo, sempre capaci di leggere la mia anima. Sulla guancia noto una piccola quasi invisibile macchia di fango.
Sono sdraiata sulle sue ginocchia e le sue braccia mi tengono forti, sento i suoi muscoli contrarsi e rilassarsi. Mi siedo e quel che vedo riesce a stupirmi ancora una volta. Esnarland è un luogo magico. Pieno di segreti. Misterioso come i suoi abitanti. Il prato magico non è come me lo ricordavo. È un riverbero di mille fiori. La sola vista mi toglie il fiato. Possibile che sia proprio quel prato magico che visitavamo io e Jeremy nei nostri incontri notturni?
"Joshua? Perchè siamo qui?", la bocca è così secca che le parole mi escono a tratti.
"Tieni, bevi, devi essere assetata. Isabelle sta accendendo un fuoco così potremo cucinare qualcosa. Tu come ti senti? La ferita alla testa sta già migliorando a quanto vedo", sospira porgendomi una caraffa contenente un liquido rossastro. Il sapore è ottimo, sembra una spremuta di mirtilli e fragole.
Appoggio la caraffa in grembo, tenendola come un bambino. "Mi sento disorientata", disorientata è dir poco, sono confusa, ho un mal di testa tremendo, sembra che un branco di rinoceronti stia infuriando lì dentro.
"Come mai ci troviamo qui? Perchè ti trovi a Esnarland anche tu, come sei riuscito a trovarmi? Come sta J..." Non mi permette di terminare la domanda che inizia a elencare le risposte a tutte le domande. "Quando mi hai chiesto gli appunti, ho visto che avevi dimenticato le chiavi di casa sul mio banco. Stavo venendo a portartele quando ti ho visto correre. Tu forse non mi hai notato. Ad un certo punto sei sparita nel nulla. Poof!", fa un gesto plateale per enfatizzare il POOF e mi metto a ridere, sembra quasi che stia raccontando una barzelletta. Dopotutto è difficile credere che questo posto sia veramente reale e non frutto della fantasia di un bambino. "Comunque", ricomincia la spiegazione e io pendo dalle sue labbra, Isabelle si mette a ridere e mi contagia. "Ehi, devo terminare il racconto" dice Joshua fingendosi arrabbiato. "Cosa stavo dicendo? Ah sì. Insomma eri sparita. Poof. Nessuna traccia di te. Mi sono avvicinato nel punto in cui eri scomparsa e sono stato risucchiato in questa specie di terza dimensione. Non ricordo come ma mi sono svegliato nella villa e un ragazzo mi ha picchiato. Nel suo sguardo si era accesa una scintilla. È stato peggio di uno scontro di restling. Sentivo anzi ero sicuro che sarei morto. Ero stato accoltellato e avevo perso non so quanto sangue. Poi sei venuta a salvarmi e il resto lo sai. Non dovevi usare un'incantesimo per imprigiornarci. Non devi fare sempre tutto da sola. Potevamo trovare una soluzione insieme se aspettavi." Il suo sguardo severo si abbatte su di me come un tornado. "Mi dispiace, ma era una cosa che dovevo fare io. Non vi volevo convolgere", ammetto in tono di scuse. "Isabelle, come sei riuscita a scappare?" domando colta da un brutto presentimento.
"Oh, giusto, è venuto un ragazzo a liberarci dal tuo futile incantesimo e ha rotto non so come le catene. È stato fantastico! Non avevo mai visto una magia tanto potente. Doveva appartenere agli Elyos, sono gli unici in grado di fare incantesimi di distruzione tanto potenti. Ma non quadra il fatto che per essere Elyos devi avere anche grandi doti nell'arte della possessione e quella pratica è ormai proibita da quando... beh sì, all'incirca da quando te ne sei andata l'ultima volta."
La spiegazione è così veloce che sembra semplice ma tutte quelle informazioni mi stanno rivoltando lo stomaco e il tamburellare alle tempie non cessa un attimo.

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