Capitolo 23

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Il cuore mi batteva fortissimo, la fronte era imperlata di piccole goccioline di sudore e stavo stringendo così forte i pugni, che i palmi delle mani erano diventati chiarissimi per l'assenza di sangue.
La bocca era aperta nel tentativo di prendere aria, ma riusciva solamente a soffocare l'urlo interiore che si era scatenato in me in quel momento. Rimasi così per un'istante eterno... abbandonata da ogni forza ed energia. I miei occhi si erano abituati alle tenebre della stanza, ma incominciarono immediatamente ad offuscarsi non appena videro quella scena orripilante. Il braccialetto che indossavo pulsava di luce propria ed il calore e la luce che sprigionava erano diventati insopportabili.
"J-Jer-Jeremy!", riuscii a pronunciare sciogliendo la lingua. Urlai il suo nome così forte che si svegliò, i suoi occhi erano vuoti, senza anima, senza sentimenti ed emozioni, senza vita. Erano gli occhi di chi ha perso qualsiasi speranza, di chi va sempre in un verso e non trova il modo di deviare il proprio destino inevitabile. Non era lui. Non era affatto lui. Come potevo essere stata così sciocca da non accorgermene quando sono ritornata. Era intrappolato in un'apparente delicata tela di ragno. Il suo corpo era stritolato da quei filamenti bianchi e da ogni stringa che lo avvolgeva fuoriusciva un rivolo del suo sangue. Il suo viso era impassibile, come se ci fosse abituato, non provava nessun tipo di sofferenza o di dolore. Era una scena dei peggiori film dell'orrore: il tuo migliore amico d'infanzia che stava per morire e tu... impotente assistevi come se ti trovassi in extracorporeo, senza che lui potesse udire in nessun modo la tua voce, senza potergli dare un'ultimo addio, senza poterti scusare per essere stata così stupida.

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