Capitolo 12

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Mi svegliai tutta sudata nel cuore della notte. Avevo fatto un incubo. Lo stesso maledetto incubo di ogni notte. Mi trovavo ancora a Esnarland nella camera di Jer (il soprannome che avevo dato da piccola a Jeremy). Scesi dal letto alla ricerca di un bicchiere di acqua per calmarmi, ma era tutto buio e andai a sbattere la gamba contro lo spigolo del letto a baldacchino. Cercai di soffocare l'urlo di dolore mentre la gamba mi pulsava e da essa colava un rivolo di sangue. Strappai un po' di stoffa dalla mia camicia da notte e cercai di legarmerla intorno alla gamba. Finalmente i miei occhi si abituarono all'oscurità della notte. Raggiunsi la porta e mi ritrovai in un freddo corridoio tastai con le dita il muro ruvido e mi feci strada alla cieca. Trovai una porta stile gotico - medioevale con un gargoyle affianco come fosse un cane da guardia. Tirai la maniglia, ma era chiusa, forse non era questa la cucina ma la curiosità era troppa dovevo sapere cosa c'era oltre quella porta. Tentai di trovare un paio di chiavi lì vicino ma non c'era niente. "Di sicuro le chiavi le avrà Jer, il padrone di casa, ma come posso convincerlo a darmele?" pensai. Mi ricordo che da piccola mi portava in un prato, vicino la sua villa, ogni cosa che desideravi ecco che compariva quasi per "magia". Nelle mie fantasie da bambina il prato si trasformava in un circo o in una meravigliosa piscina, grande come il mare, con le più strane creature che vi nuotavano all'interno. Ritornai lentamente nella mia camera ma un'ombra mi fece spaventare, anzi due ombre. Una di quelle era Jer, lo riconobbi dai capelli blu che brillavano alla luce della luna, mentre l'altra figura era distesa sul pavimento, sembrava morta. Mi avvicinai piano e mi accorsi che era stato picchiato, senza accorgermene stavo piangendo, il mio compagno di scuola Joshua era finito con me a Esnarland e stava per morire. Dovevo salvarlo, dovevo salvare entrambi da questo Paese. Sapevo chi lo aveva ridotto in quello stato e me l'avrebbe pagata cara. Raccolsi le energie e mi scaraventai su Jeremy picchiandolo e offendendolo per aver ridotto così l'unica persona che era gentile con me nell'altro mondo. Ma lui non rispondeva, non si opponeva ne alle offese ne alle accuse. Quello fu il giorno in cui incominciai ad odiare Jeremy Blaik.

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