Dico abbassando lo sguardo e guardando il pavimento, mi spiace realmente disturbarlo.
Si alza e mi raggiunge, alza con due dita il mio viso e i nostri occhi si incontrano.
Resterei così per ore.
Dimitri: parla piccola.
Io: dovrei tornare a casa.
Dimitri: perché?
Come perché?! Sei serio?!
Io: i miei saranno preoccuparti.
Dimitri: chiamali e avvisali.
Disse tranquillamente.
Io: avvisarli che resto qui un altra notte?!
Dimitri: una?! Noi tra 3-4 ore partiamo, se tutto va bene staremo fuori 6 giorni, quindi avvisali direttamente del viaggio, e che al ritorno resterai qui con me.
Disse con una tranquillità assoluta.
Lo guardai scioccata.
Io: sei serio?!
Dimitri: si.
Okay o vuole litigare o non si rende conto di ciò che ha detto.
Io: Dimitri non ti ho mai detto che sarei partita.
Inizio con la cosa più ovvia.
Dimitri: non vuoi venire?
Disse con un espressione da cucciolo indifeso.
Perché è così dannatamente bello?!
Io: non sto dicendo questo... solo...
Dimitri: cosa?
Io: i miei non si convinceranno facilmente e io ho paura di volare.
Dimitri: chiamo io i tuoi e per il fatto di volare è un jet privato, qualunque cosa ci sono io, non sentirai nulla, neanche il decollo.
Si certo immagino.
Io: no no li chiamo io, poi nel caso mi facessero storie li passo a te.
Dimitri: okay dammi il tempo di compilare gli ultimi due moduli al computer e sono da te, va bene?
Accennai un si con la testa.
Al che mi baciò.
Dimitri: scusa... lo so che ti senti sola e mi dispiace che siano nati questi problemi adesso.
Mi si sta spezzando il cuore, ve lo giuro.
Non mi aspettavo queste parole.
Lo abbracciai d'istinto.
Io: non dire così, tranquillo, davvero.
Cercai di rassicurarlo.
Trascorsero un paio d'ore, avvisammo i miei, che stranamente non avevano fatto chissà quante storie.
Dimitri: piccola pronta?
Mi dice chiamandomi dalla cucina.
Avevo preso tutto, credo.
Scendo e vado in cucina anche io.
Io: sono qui, possiamo andare.
Dico un po' indecisa.
Dimitri prese una busta dal bancone della cucina e dopo mi prese per mano.
Dimitri: tranquilla ci sono io, non ti succederà niente.
Disse più a se stesso credo.
Salimmo in macchina e ci dirigemmo in una, credo pista di atterraggio aerei, dove vi era già un jet ad aspettarci.
Non sono mai salita in un jet, ma non pensavo ci saremmo stati solo noi due e 2 guardie del corpo.
Certo all'ingresso c'erano circa 40 guardie.
Scendiamo dall'auto e saliamo sul jet.
Dimitri è tranquillo, il che fa tranquillizzare anche me.
Dopo circa 3-4 ore atterrammo in Russia.
Il volo è stato tranquillo, io praticamente stretta al braccio di Dimitri per la paura e lui che leggeva delle cose sul computer e rideva di me quando dopo ogni pagina mi guardava e vedeva il terrore nei miei occhi.
Scesi dal jet ringraziai il cielo per essere ancora viva.
Ma appena misi piede fuori dal jet un gelo artico mi paralizzò.
Ci saranno stati meno di 2 gradi.
Dimitri arrivò dietro di me e mise sulle mie spalle una pelliccia molto pesante.
Dimitri: questo perché non mi hai aspettato.
Effettivamente appena sentii il jet stabile a terra mi precipitai fuori, ma davvero non credevo ci fossero queste temperature.
Dimitri aveva un cappotto, anch'esso molto pesante.
Mi prese per mano e scendemmo.
Davanti a me c'erano circa 10 suv neri e 80 guardie del corpo vestite del medesimo colore.
Vi assicuro, sembrava di essere in un film.
Salimmo in uno dei suv e partimmo.
Durante il tragitto osservai il paesaggio mentre Dimitri parlava con l'autista.