XII

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<<Lunedì Mattina>>
Buongiorno ragazzi!
dice il prof appena entra in aula.
tutti ci alziamo e insieme ricambiamo il saluto
Buongiorno professore.
ci risediamo e mio butto la testa sulle braccia incollate al banco grardando il panorama dietro le vetrate del possente edificio.
Alberi, alberi, alberi, campo da ginnastica, alberi, una panchina dove sta seduto un ragazzo vestito scuro che sembra star disegnando sul suo taqquino.

Minho sta seguendo la lezione?

La sa la risposta professore
rispondo secco facendo girare qualche testa di cazzo. Sarà che oggi ho la luna storta. Ma il pensiero che Sabato dovrò stare tra tutta quella gente mi  perseguita da tutta la mattinata.
Bene allora se non le interessa può anche uscire.
non me lo feci ripetere due volte e mi incamminai verso il corridoio dove mi siesi accanto alla porta aspettando che la lezione finisse.

Che ci fai qui?
chiese una voce facendomi alzare la testa donandole la mia completa attenzione. Seungmin.
Potrei farti la stessa domanda.
dissi sogghignando.
Il prof non c'è. Abbiamo l'ora libera e stiamo cazzeggiando.
dice serrando le labbra e alzando le spalle inclinando leggermente la testa con le mani nelle tasche dei jeans neri.
Tu?
chiede poi.
Il prof mi ha buttato fuori dall'aula...

sempre il solito...
lo sento sospirare mentre mi saluta tornandosene via.
Che palle. Io che devo fare qui solo? Sto professore è proprio un bastardo. Ok. Dovevo seguire la lezione però mi sembra un po' esagerato.
Vado dall'altra parte del corridoio e mi metto in piedi di fronte la grande finestra mentre guardo il panorama.

Una coppia di due ragazzi che si tengono la mano mentre passeggiano sul marciapiede.
Lei ha dei lunghi capelli castani, di media statura, vestiti colorati e un sorriso stampato sulle labbra.
Lui ha i capelli coperti da un cappuccio di una felpa completamente nera mentre cammina facendo delle risstine quando la sua presunta fidanzata fa due passi più lunghi e inizia a danzare con mosse non studiate.
Sembrano davvero felici...
La mia attenzione cade su un ragazzo...sembra lo stesso di prima. Si siede su un'altra panchina e continua a sfobgliare le pagine del suo taqquino nero.

I nostri sguardi, pur se lontani l'un dall'altro, s'incrociano e gli faccio un cenno di saluto con la mano che sembra ricambiare timidamente.
Sorrido leggermente a quella visione e torno a guardare intorno. Una donna vestita di colori un po' spenti sembra star portando il proprio figlio all'asilo mentre quest'ultimo continua a farr i capricci pur di rimanere con la mamma.

heyla? Scusate se questo capitolo è un po' una merda ma è un capitolo di passaggio quindi il prossima sarà più...come dire...
vavbè avete capito, no? Ok
spero vi sia piaciuto comunque.
Ciau >3<


𝒂𝒑𝒑𝒆𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒄𝒂𝒓𝒑𝒆 𝒔𝒖𝒊 𝒇𝒊𝒍𝒊 𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒓𝒊𝒄𝒊 ᴍɪɴsᴜɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora