Capitolo 8

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NICCOLO'

Oggi è il terz'ultimo giorno che passeremo qui a Ibiza. L'esame di Aurora alla fine è andato bene ha preso il massimo. Io e Sofia invece non abbiamo fatto altro che abbronzarci: siamo andati sulle moto d'acqua, a fare immersione, a ballare. Siamo stati sempre e solo al mare.

Sono le nove di sera e ci stiamo preparando per uscire a cena fuori. Lei ora si sta facendo la doccia che io ho già fatto. Intanto che finisco di allacciarmi i bottoni sento il suo telefono vibrare in continuazione così, senza problemi tra di noi, mi permetto di guardare 'ho fatto questo file' è Lorenzo, un suo amico delle superiori. Apro la chat e di conseguenza clicco sul file, passo minuti a leggere tutto il contenuto fino a che non torna in camera

<<amore dieci minuti e andiamo>> la sua voce è così lontana che mi risulta difficile capire ciò che ha detto <<Nic?>> vedo che si avvicina e quando cerca di poggiare la mano sulla mia spalla scanso essa e me stesso bruscamente

<<tu mi fai schifo>> scuoto la testa incredulo. Le lacrime ancora non sono scese perchè l'odio, la rabbia per questa persona che ho di fronte superano il dolore per ora <<tu sei un mostro>>

<<non capisco, che dici?>> rido per il nervoso e le lancio con prudenza il telefono addosso. Lo raccoglie da terra leggendo successivamente quel che ho letto io

<<non è mio figlio, è il figlio di Lorenzo. Devi farti schifo, mentire su una cosa del genere, farmi credere di essere di nuovo padre>>

<<te lo avrei detto>> scuoto la testa incredulo

<<sparisci dalla mia vita. Io ora faccio le valigie e me ne vado, tu accontentati da sola e al tuo ritorno non troverai nulla di tuo in casa mia, sentirai Adriano>> da questo momento ignoro le sue parole concentrandomi nel prendere tutto. Solamente dopo essermi accertato esco da quella stanza sbattendo la porta non degnandola di uno sguardo. Chiamo il taxi e nel mentre che lo aspetto, pago la mia parte lasciando che i prossimi giorni se li paghi da sola.

Dopo dieci minuti salgo sul veicolo direzione aeroporto. Con la città che mi scorre da davanti gli occhi, sento il dolore salire su. L'ho sempre reputata perfetta, come se fosse mandata da qualche creatura apposta per me. Eravamo compatibili. Quando mi diede quella notizia anche se un pò spaventato mi sentii di nuovo felice, sarebbe stata la volta buona ma probabilmente per qualche strano motivo la vita non vuole che io abbia quella felicità, quella che solo un figlio può darti. Magari sono destinato ad essere solo e vivere esclusivamente di musica con la musica. Mi asciugo frettolosamente le lacrime . Prendo il telefono alla ricerca del primo biglietto disponibile: per fortuna ce né uno alle due e anche se sono le dieci aspetterò tranquillamente.

Arrivato pago ringraziando il taxista e scendo dirigendomi all'interno dell'aeroporto con la mia piccola valigia. Anche se non è come il nostro ci si può accontentare di quest'ultimo perciò cerco le poltrone massaggiabili e mi ci siedo appena ne vedo una libera. La fame mi è completamente passata. Tiro fuori il telefono digitando 'alle due ho il volo per l'Italia. Tu sei a casa?' dopo dieci minuti passati a contemplare il vuoto ottengo risposta 'si tutto ok?' 'no ma stai tranquillo' 'Ni che è successo?' 'Adrià te lo racconto quando arrivo' metto la sveglia per l'una e con la scusa di non pensare mi addormento.

[...]

Un suono insistente mi fa svegliare di colpo facendomi battere freneticamente il cuore. Mi guardo attorno e mi ci vuole un pò per realizzare il tutto. Data l'ora mi avvio per fare il biglietto e il check-in. Passa finalmente una buona mezzora. Ora come ora non vedo l'ora di tornare nella mia città, sto odiando questo posto

<<Ultimo! Possiamo farci una foto?>> cazzo non ci voleva per niente, anche se ha l'aria di uno che mi ha visto giusto a Sanremo, non posso fare la foto. Andrebbe in giro per i social e tutti tra fan e giornalisti comincerebbero a domandarsi di dove sia Sofia, del perchè non stiamo insieme

<<scusa ma non posso bello>>

<<okok>> mi sorride <<sei un grande>> lo ringrazio stringendogli la mano e dopo una pacca sulla spalla mi affretto a salire sull'aereo. Mancano venti minuti ma hanno dato già la possibilità di imbarcarsi. Passo due ore di volo tra contenere le lacrime e dormire svegliandomi ripetutamente ma finalmente adesso riesco a vedere la mia macchina al parcheggio. Mi affretto a raggiungerla buttando la valigia nel bagagliaio, poi metto in moto. Sono quasi le quattro ma decido comunque di andare da Adriano perchè ne ho bisogno. E così dopo quaranta minuti prendo un bel respiro suonando il campanello.

AURORA

Guardo la sveglia, sono le quattro e trentacinque eppure sento voci provenire dal salotto così mi alzo seguendole. L'ennesimo tuffo al cuore

<<Niccolò>> si trova sul divano con i gomiti sulle ginocchia. Notando la sua faccia rigata dalle lacrime mi affretto a raggiungerlo ma fa lo stesso alzandosi e stavolta è lui ad affondare tra le mie braccia. Non voglio parlare in questo momento. Non voglio sapere. Voglio solo tranquillizzarlo cullandolo

<<Nicco se vuoi puoi dormire con me>> si avvicina Adriano accarezzandogli la testa, sembra un bambino vulnerabile <<vi lascio soli>> mi rivolge uno sguardo dispiaciuto sparendo poi nella sua camera

<<andiamo in camera mia>> aspetto che mi segua. Entrati, chiudo la porta per non disturbare il nostro migliore amico<<siediti sul letto, fai quello che vuoi>> rimango in piedi incosciente di tutto, lui invece si siede ai piedi del letto <<che cosa è successo?>> guarda a terra. Successivamente essersi asciugato le lacrime sento finalmente la sua voce, anche se spezzata

<<ho scoperto...Sofia non aspetta alcun bambino o almeno...non da parte mia>> improvvisamente sento un sentimento provato rare volte nella mia vita: la rabbia. Lascio però che non prenda il sopravvento e mi siedo accanto a lui afferrandogli la mano <<a questo punto credo che la vita ce l'abbia con me>>

<no, sei ancora troppo giovane per dire una cosa del genere. La vorrei picchiare a morte, fidati>>sento un suono divertito provenire dalla sua bocca sentendomi più sollevata <<non meriti niente di tutto ciò questo devi saperlo, forse a te serve solo la musica>> mi tiro più indietro sdraiandomi sperando faccia lo stesso e così è. Sembra passata una vita dall'ultima volta che ci siamo trovati insieme su un letto. Ci mettiamo su un fianco uno di fronte all'altra e gli asciugo una lacrima rimasta in sospeso sulla sua guancia. Sto per togliere la mano quando, con la sua, me la ferma poggiandola nuovamente sul suo volto <<continua ad accarezzarmi per favore>> sussurra. Non posso rifiutare perciò mi avvicino di più cominciando ad accarezzare la sua pelle delicata e ricoperta da lentiggini, in quella zona sparse. Anche se la stanza è illuminata solo dalla luce soft della lampada sulla scrivania riuscirei a ricordarmele alla perfezione a furia di averle guardate. La sua mano scivola dal mio fianco fino alla mia schiena in modo tale da attirarmi a se prendendomi alla sprovvista. Affonda la testa nel mio collo, io invece, allaccio le braccia attorno al suo sfiorandogli i capelli

<<grazie per esserci. E' dalle nove di sera che aspettavo di ritornare per venire da te, sei l'unica in cui voglio rifugiarmi>> non sapendo cosa rispondere lo stringo ancora di più lasciandogli un bacio in fronte

<<tu non hai mai smesso di essere il mio rifugio>> trovo coraggio di dire, infondo è la verità. Alza la testa trovandoci davvero a pochi centimetri di distanza. Il suo respiro caldo e pesante si scontra con il mio. Le sue labbra morbide e calde tornano per un momento ad essere mie quando entrambi azzeriamo le distanze. Ammetto di aver sperato riaccadesse questa unione e le emozioni sono sempre le stesse da anni. Infila la sua mano nei mie capelli facendomi sentire in paradiso. Anche se so, che questo è solo un bacio di consolazione per entrambi.

Tornerò in quel posto 2-UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora