Capitolo 1

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NICCOLO'

Non dormo da cinque giorni, l'ansia e l'adrenalina sono state le mie compagne in queste ultime due settimane e ora è il momento di scacciarle via salendo su quel palco. Sento mille voci unirsi, vedo persone correre davanti ai miei occhi ognuno occupandosi del proprio lavoro, metto un asciugamano in testa e respiro profondamente mentre ci stiamo avvicinando al palco. Il mio sogno si sta avverando e sarà magico, mio e loro, degli ultimi.

Le luci si spengono, le urla occupano l'intero stadio, il goccio di birra e...60.000 persone davanti a me. Urliamo, cantiamo, sogniamo, ci emozioniamo, balliamo tutti insieme e non posso fare a meno di dedicare 'piccola stella' alla mia Giusy. Tra una canzone e l'altra mi capita spesso di guardare sotto il palco dove ci sono i miei amici che cantano a squarciagola abbracciati o ballando le mie canzoni, la mia ragazza che a volte la vedo unita a loro ed altre da sola a guardarmi lanciandomi baci quando vede che ricambio lo sguardo e poi c'è la mia famiglia e vedere mia mamma con le mani al petto mi fa sentire realizzato, che non l'ho delusa. In uno spazio vuoto, lì accanto a tutti loro, non nego di immaginarci lei...perfezionerebbe questo quadro della serata perchè se sono qui in gran parte è grazie a lei.

[....]

A fine concerto, una volta lasciato volare il palloncino per Giusy, saluto tutti e con un asciugamano in testa mi lascio portare fino alla mia macchina dove, prima di entrare ringrazio chi ha lavorato per me. Con amici e parenti mi ci vedrò tra poco in un locale affittato per continuare a festeggiare questo tour ma prima passerò a casa per una bella doccia. Ovviamente uscire da qui è un'impresa ma mentre sono bloccato nella coda di macchine, approfittandone dei finestrini oscurati, mi perdo a guardare le facce dei genitori che devono subirsi i scleri delle figlie che indossano la maggior parte il mio merch, padri impazienti che aspettano, coppie innamorate che si tengono la mano, persone di tutte le fasce di età che sorridono e ancora canticchiano le mie canzoni...questa è la mia gente e non posso che esserne grato. Anche se di poco la fila scorre permettendomi di intravedere un piccolo gruppo di persone e mani che tengono i telefoni registrando video o facendo foto, quando però ormai davanti, le persone non ci sono più sento mozzarmi il fiato. Scendo velocemente dalla macchina prima che sparisca <<Aurora!>> la fermo chiamandola e finalmente, dopo due anni, i nostri occhi si incontrano. Era lei la causa della piccola folla. L'incontro dei nostri occhi viene subito spezzato però dal rumore insistente dei clacson; sono letteralmente sceso lasciando la macchina aperta in mezzo alla fila <<merda sali>>la prendo delicatamente dal polso facendola entrare nel veicolo. Prima di parlare aspetto di uscire da qui.

<<tu..tu eri al concerto?>> non importa quanto sia scioccata al momento, dato che lo si legge dallo sguardo ma io voglio sapere se lei era lì ad assistere al sogno che in parte è merito suo, a vedere realizzare il mio più grande desiderio, a mischiare le sue emozioni con le mie e a dedicare insieme a me le canzoni alla piccola Giusy

<<si..>> sussurra rimanendo rigida sul sedile

<<e come è stato?> domando guardando la strada

<<Niccolò come puoi farmi queste domande? Ti pare normale avere una conversazione così dopo due anni che non ci vediamo?>> mi passo una mano sul viso, sono stato davvero impulsivo ma non riesco a realizzare che stia effettivamente qui con me

<<scusa...scusa>> ripeto scuotendo la testa <<è che sono due anni che sei sparita, io sono andato fuori di testa avevo paura ti fosse successo qualcosa. Ogni tanto sono passato dai tuoi ma non c'era mai nessuno. Perchè lo hai fatto?>> il mio tono è un misto tra il calmo e l'irritato eppure dentro ho tanto di quella rabbia nei suoi confronti a riguardo

<<per andare avanti>> si limita a dire

<<ah beh giusto, per andare avanti. Andare avanti e cancellarmi totalmente dalla tua vita? Ti ho scritto e chiamata ogni giorno>>

<<ho cambiato telefono ok?>>

<<che cazzo vuol dire Aurora>> sbotto innervosito <<sono stato malissimo>>

<<tu? Davvero? Con milioni di persone che ti sostengono, con i tuoi migliori amici, con la tua ragazza e con i desideri realizzati? Io sono stata male Niccolò. Tre volte a settimana dallo psicologo, perchè ti ricordi il dottore disse che potevano esserci dei problemi morali? All'università i primi tempi mi sono dovuta subire gli sguardi di tutti addosso e i bisbigli che sentivo benissimo in cui dicevano 'è l'ex di Ultimo, quella che ha perso un figlio'...tu sei stato male?>> quasi le manca il respiro e si lascia abbandonare al sedile

<<si, nonostante la bella vita sono stato male anche io, sai ero il padre>> stiamo utilizzando entrambi un tono aspro ma nel pronunciare la parola 'padre' ci ho messo tutto il mio autocontrollo per rimanere su questo tono

<<ho la macchina al parcheggio portami lì, dovrai andare a festeggiare sicuramente>> taglia corto e realizzando che gli altri mi stanno aspettando, faccio un inversione ad U tornando indietro. La doccia salta, vado direttamente diretto al locale altrimenti farei troppo tardi dovendomi inventare una scusa.

Quando arriviamo al parcheggio, ormai vuoto, prima che scenda la blocco <<scusami per essere stato così impulsivo però per favore>> prendo il mio telefono porgendoglielo <<rimaniamo in contatto, io ho comunque sempre bisogno di sentirti>>

<<d'accordo>> sospira afferrandolo <<fatto>> me lo ripassa dopo aver salvato il suo numero <<senza bisogno di cancellare o dimenticare nulla, facciamo solo che ci passiamo sopra e ricominciamo>> apre lo sportello scendendo

<<quindi se in questi giorni ti dovessi chiedere di uscire accetteresti?>>

<<vediamo...ciao>> mi rivolge un sorriso piccolo ma sincero e sentendomi più sollevato e con un peso che porto da anni dentro in meno, aspetto che monti in macchina per poi mettere in moto direzione locale.

SPAZIO AUTORE

Se vedete capitoli 'corti' come questo è solo perchè il seguente non deve essere unito a quello precedente...però cercherò di non mettervi capitoli corti😊

Tornerò in quel posto 2-UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora