Medera camminava a capo chino fra le calli seguita dalla giovane fanciulla.
Insieme percorsero vari isolati tetri e sconosciuti, finché non si ritrovarono in procinto di un canale.
La strega si guardò attorno per vedere se ci fossero occhi indiscreti, poi saltò su una gondola.
«Ma dove stiamo andando?» Chiese sconcertata Evelina.
«Non fare domande, salta in gondola.» Le bisbigliò ferma e decisa. All'improvviso avvertì degli schiamazzi provenire da una via vicina. «Presto! Sali, prima che qualche gondoliere ci becchi!»
Evelina fece come disse la strega e salì sulla gondola.
Si sedettero.
La strega, a capo chino e incappucciata di nero, remava contro la marea notturna avvolta nelle tenebre dei canali di Venezia. Il freddo dell'inverno gelava le ossa. Un insolito odore fetido e salmastro evaporava dall'acqua impregnando la nebbia bianca di un puzzo di morte.
Evelina rabbrividì di terrore.
La strega accostò e ormeggiò la gondola alla briccola, poi scese insieme dalla fanciulla che era sempre più intimorita.
Giunsero ai piedi della scalinata di un ponte in pietra senza parapetto.
Medera estrasse dalla gonna una candela bianca. «Lux custodi me evigilare»*, sussurrò piano e una fiamma viva prese vita, illuminando il suo volto e quello di Evelina che aveva assunto un'espressione allibita.
La strega salì in cima al ponte.
Evelina prima di fare il primo gradino si accorse che nelle pietre c'era inciso sopra: "Ponte Del Diavolo".
Le si gelò il sangue nelle vene e le si accapponò la pelle.
«Evelina vieni.» La strega le fece cenno con la mano di proseguire.
Anche la giovane si ritrovò sopra il ponte.
«Dobbiamo attendere un attimo.» Le disse la strega calma e tranquilla.
Dopo le voltò le spalle e fece qualche passo in avanti verso l'acqua del canale: era a un passo nel cadere nella laguna.
Chinò il capo, chiuse gli occhi e iniziò a sussurrare qualcosa di incomprensibile. «Lucifer, Dominus Malorum. Ego te ab Inferis accerso. Puella valde indiget auxilio tuo. Audi nos, obsecro!»*A un certo punto, dal nulla, sbucò fuori un gatto dal pelo folto e nero e dagli occhi azzurro ghiaccio. Corse rapido verso Evelina che si voltò di scattò per vedere dove stesse andando, ma il randagio scomparì subito dopo nelle tenebre non lasciando alcuna traccia, come un perfetto fantasma.
All'improvviso la fanciulla udì un rumore di zoccoli farsi sempre più vicino ed ecco che intravide, salire sul ponte, una figura in abito scuro. Legato al collo indossava un mantello liscio e lucido che cadeva lungo fino a terra, mentre sul capo portava un cilindro nero. I capelli biondi ramati e ondulati gli ricadevano sopra le spalle. Il viso era nascosto dalla tesa del capello, nonostante ciò le sue labbra ricurve celavano un ghigno oscuro e maligno.
Si fece strada sopra al ponte con un bastone in legno d'ebano con il pomello in oro rappresentante un serpente dagli occhi di ghiaccio.
Si fermò davanti alle due donne.
«Mi avete fatto chiamare?» Disse l'uomo misterioso. Aveva una voce calma e profonda.
Evelina sgranò gli occhi.
Venne pervasa dalla paura e indietreggiò spaventata.«Lucifero, Signore delle Tenebre, la giovane vi vorrebbe chiedere un favore.»
Il Diavolo si rivolse verso Evelina. «Ebbene che patto vorreste fare con me, giovane fanciulla?» Le domandò osservandola con molta attenzione dall'alto al basso.
Evelina era ferma immobile che fissava la strana figura maschile davanti a sé, incapace di muoversi e di parlare. La sua anima tremava di paura nel sapere che di fronte a lei c'era il Diavolo in persona.
«Badate bene, signorina, che non stringerò patti con chi serve e adora l'Altro.»
«Signore, mi scusi se mi intrometto, ma lei non è più una suora. È scappata dal convento per ragioni ben valide. Ha un disperato bisogno del vostro aiuto.»
«Questo me lo avete già detto con la vostra preghiera...», sbuffò irritato.
La fanciulla con le gambe tremanti, provò farsi avanti. «Ho perso una persona cara. La strega Medera mi ha detto che voi potreste aiutarmi, mio padre ha...»
«Non posso fidarmi di voi, anche se sei scappata dal convento, ai miei occhi sei ancora a tutti gli effetti una suora.»
«Ma, vi supplico...»
«Non stringerò alcun patto con te!» Tuonò Lucifero, poi fissò la strega. «Mi avete fatto chiamare per niente!» Le ringhiò in faccia.
«Aspettate. Vi prego Mio Signore, se non volete stringere il patto con lei, fatelo con me.»
Il Diavolo non le rispose, ma intanto ci pensò su.
«Allora, ditemi cosa desiderate?»
«Suo padre ha ucciso il suo unico e vero amore. Vuole l'anima del suo amato indietro. Desidera riaverlo fra le sue braccia.»
«Bene sarà fatto. Come si chiama il giovane?»
Evelina rispose: «Fabian Schneider.»
Il diavolo scrutò la fanciulla con superiorità «Lo conosco. È una delle tante anime dannate che vagano all'Inferno», confessò con un ghigno perverso.
«All'Inferno!» Sbottò la giovane. «Non è possibile.» Si prese il volto fra le mani. «Era un ragazzo così buono!»
«La bontà non ti salva l'anima mia cara fanciulla. Solo l'amore può salvarti l'anima. Infatti la sua è persa e rinchiusa nel Limbo dove vaga disperata in cerca di qualcuno da amare, ma all'Inferno non c'è amore e se non lo salverai tu, la sua anima sarà dannata dal male per sempre.» Si rivolse di nuovo verso la strega. «Stringerò il patto con voi strega Medera.»
Lucifero batté il bastone per terra e gli occhi del serpente splenderono di luce. «Io voglio sette anime di bambini maschi, orfani e non battezzati in cambio dell'anima del ragazzo.» Ordinò con aria impetuosa.
«Come desiderate Mio Signore.» La strega si inchinò al suo cospetto.
«Il patto è stato saldato», batté di nuovo il bastone e gli occhi del serpente persero di vitalità. «Vi aspetto all'isola di Torcello, allo scoccare della mezzanotte. Salite in cima all'unico ponte senza parapetto. Siate puntuali o il vostro patto verrà sciolto e sarete in debito con me per l'eternità! Sarò costretto a impadronirmi io stesso della vostra anima e vi trascinerò nelle viscere più profonde, oscure e malvagie degli Inferi!» Sogghignò malizioso.
Evelina rabbrividì di puro terrore.
Infine Lucifero voltò le spalle alle donne, scese la scalinata del ponte e scomparve nell'oscurità.
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Note:*«Lux custodi me evigilare»: «Luce tienimi sveglia»
*«Lucifer, Dominus Malorum. Ego te ab Inferis accerso. Puella valde indiget auxilio tuo. Audi nos, obsecro!»: "Lucifero, Signore del Male". Ti ho risuscitato dall'Inferno. La ragazza ha molto bisogno del tuo aiuto. Ascoltaci, per favore!'
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VENICE TALES ~ IL PONTE DEL DIAVOLO
Fantasía💙Racconto Lungo💙Genere Dark Fantasy Romance💙New Adult💙 PRIMA STORIA DELLA RACCOLTA RACCONTI "VENICE TALES" È una storia veneziana che narra la storia d'amore tra una giovane veneziana e un giovane ragazzo austriaco, conosciutisi sull'isola di To...