Sette

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So di star per fare una cazzata, bella grossa anche. La mia scopofobia urla di fermarmi, ma la mia mente non le dà ascolto e le mie gambe continuano a percorrere il corridoio principale della scuola, affollato di persone che si muovono in ogni direzione. Finalmente raggiungo il bancone della segreteria e mi aggrappo a esso, conficcando leggermente le mie unghiette nel legno di quest'ultimo, neanche fossi un sopravvissuto a uno tsunami. Attendo qualche istante e subito una donna sulla quarantina, bionda, unghie laccate di rosso, rossetto lievemente sbavato e chili di blush sulle guance, mi si para davanti.

«Posso aiutarti cara?» mi dice.

Mi schiarisco la voce, mentre fisso il bancone:

«Vorrei gli elenchi delle classi, per favore».

La segretaria sparisce dentro a una stanza, mentre io attendo imbarazzata. Poco dopo ritorna con un raccoglitore rosso, me lo lascia sul bancone e io inizio a sfogliarlo, pagina dopo pagina, classe dopo classe, scorrendo con il dito tutti i nomi degli studenti.

Verso la sedicesima pagina, precisamente la terza C, mi fermo. Charlie Gray. Ecco che classe fa. Chiudo il raccoglitore, ringrazio la segretaria e attraverso nuovamente il corridoio principale, fino ad addentrarmi in uno secondario: quello delle terze. Arrivo davanti alla terza C, ma la classe è vuota, non c'è nessuno.

Sono tentata a fare dietrofront, non ricordo neanche qual era il mio obiettivo. Anzi... Me lo ricordo bene in realtà, il problema è che non sono più sicura di farlo.

Sospiro, ma non faccio nemmeno in tempo a voltarmi per tornarmene da dove sono venuta che la sento: la sua voce.

«Zilla? Che ci fai qui?».

Charlie è pochi passi dietro di me, mi guarda con aria interessata e curiosa, sulle sue labbra sottili è dipinto il suo perenne sorriso allegro.

«Ehm...» fisso la merendina e le monetine strette nelle mie mani «Tieni!».

Glieli sgancio con la delicatezza di un wrestler professionista, fissando i miei piedi. Sono certa di essere diventata rossa come un peperone, ma spero vivamente di sbagliarmi.

Charlie prende il pacchetto completo, abbastanza sorpreso.

«Uh... Grazie... A che devo il dono?»

«E' per l'altro ieri, sai il tè...».

Il suo sorriso si fa ancora più luminoso.

«E' stato un piacere aiutarti, ma davvero non ce n'è bisogn...» non riesce a finire la frase, perché la campanella di fine intervallo suona.

«Tieni pure tutto, ci si vede»

«Zilla aspetta! Hai...»

Non ascolto quello che sta dicendo, mi fiondo verso l'uscita del corridoio, camminando spedita fino alla mia classe. Mi lascio cadere sulla mia sedia e tiro un sospiro di sollievo.

Sento di essere un casino di emozioni: da una parte sono felice di essere riuscita a superare le mie paure e ringraziare Charlie, ma dall'altra mi sento completamente un disastro su gambe: ho cercato Charlie Gray, ho attirato la sua attenzione e gli ho persino regalato qualcosa! Questo va oltre al masochismo!

Mi picchietto una mano sulla fronte, dicendomele di tutti i colori, ma non posso ignorare un senso di felicità che mi cresce dall'interno. Sento quasi il bisogno di ridere come una psicopatica, come quelle che spesso ci sono nei film horror.

La professoressa di Italiano irrompe nella classe e per un momento dimentico i miei pensieri. Ma neanche il tempo di iniziare la lezione e io sono su già su un altro pianeta. Non mi importa della Grammatica, nella mia testa ci sono solo quegli attimi. Nella mia testa c'è solo Charlie Gray e il suo maledetto sorriso.

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