Appena finito di lavorare tornai a casa, bussai e ad aprirmi fu Billy. <Bene, Bene, Bene> disse lui portandosi le braccia al petto <Ciao bambolina> lo bloccai prima che potesse dire altre cavolate e cercai di entrare, ma il ragazzo mi fermò, <Billy fammi entrare> dissi io con tono fermo. Il ragazzo fece di no con la testa <Non ci siamo proprio> ero impaurita e incazzata nello stesso momento. <Da oggi ci saranno delle regole bambolina, e se tu non hai intenzione di seguirle> si fermò e ridacchiò <Inizia anche a cercare un nuovo posto dove stare, visto che ti renderò la vita un inferno> Billy mi guardava in modo incazzato. Era ancora arrabbiato per prima? Ma cosa ho fatto di male? Rimasi in silenzio e ascoltai Billy <Brava, già impari> disse lui. I suoi modi mi davano ai nervi. <Da oggi in poi farai tutto ciò che ti dico, e se solo proverai a obbiettare> mi tirò a se in modo violento e mi toccò il culo <Ci saranno molte cose che potrebbero aspettarti>. Arrossii, come poteva permettersi di dire queste cose? Billy mi fece entrate e mi portò nella sua stanza. <Oggi mi hai fatto arrabbiare> si posizionò dietro di me <e come tua prima punizione> sospirò <Non dovrai più parlare con Harrington> Billy prese a baciarmi il collo, ma ero fin troppo concentrata a capire se lo facesse per divertimento o per sfogo. <Perché?> il ragazzo si fermò e arricciò il naso dalla rabbia, prese a stringermi troppo il fianco <Perché da oggi sei il mio piccolo giocattolino>. Sentimmo bussare alla porta e una voce familiare parlò, <Billy è pronto a tavola> era Max che avvertiva che fosse ora di cena, e la ringraziai mentalmente. Billy mi girò e mi guardò negli occhi <mi fai impazzire> disse sottovoce avvicinandosi sempre di più alle mie labbra. Si fermò proprio mentre si sfiorarono e sussurrò <sarai mia>. Un brivido mi percorse la schiena, un nodo si strinse stretto allo stomaco, la testa iniziò a girare e le mani a sudare. Erano tutte conferme della mia pazzia... mi stava piacendo? Billy mi lasciò il fianco e uscì dalla stanza e così feci io. Appena a tavola non volò una mosca, ma sentivo come una brutta sensazione. Max mi guardava in modo strano e Neil non faceva che sbuffare e borbottare cose impossibili da capire. Appena finito di cenare corsi in camera mia, dove immediatamente scrissi una breve lettera di scuse a Max.
"Cara Max, non so da dove iniziare, ma ti voglio solo assicurare che non era assolutamente mia intenzione ascoltare la discussione di Neil e Billy, e voglio solo riconfermati che ero lì pensando che qualcuno si fosse fatto male. So che non ci conosciamo da tempo, ma a me sono bastati pochi minuti e quattro parole per capire che sei una di quelle ragazze che non si trovano così facilmente... spero tu possa capirmi e perdonarmi..."
La piegai e uscii dalla mia stanza dirigendomi alla porta chiusa di Max. Strinsi il foglio tra le mani, agitata come non mai iniziai a ripensare ai pro e i contro. Qualcosa mi spinse ad abbassarmi e spingere la lettera al di là della porta e correre subito dopo nella mia stanza. Max era l'unica con cui avevo stretto un filo di amicizia e non volevo che quel filo, tanto sottile quanto debole, si spezzasse per un fraintendimento simile. Mi sedetti sul bordo del materasso e iniziai a guardare il soffitto. Guardai fuori la finestra e vidi un gruppetto di ragazzini che avevo rivisto da qualche parte. Aprii la porta e mi catapultati da loro, notai solo in quel momento Steve. Il ragazzo mi guardò con occhi luccicanti e mi salutò immediatamente, gli rivolsi solo un dolce sorriso e chiesi cosa ci facessero lì. <Sono qui per me> disse una voce alle mie spalle. Mi voltai e vidi la ragazza dai capelli arancioni, il suo sguardo non era cambiato di una virgola ma non mi persi d'animo, forse doveva ancora leggere la lettera. <Ciao Max> la salutai speranzosa, la ragazza roteò gli occhi e mi superò in un secondo, <Max> la chiamai, si girò e mi guardò scocciata. Avevo gli occhi lucidi, il vento soffiava freddo sulla mia pelle facendomi rabbrividire, la punta del mio naso iniziò a pizzicare e un nodo, ancora più stretto di quello precedente, si fece presto spazio alla mia gola, impedendomi di parlare senza sentir un dolore lancinante allo stomaco. Tutti i ragazzi mi guardavano senza capirci nulla, Steve con occhi tristi e Max rimase a bocca aperta. Mi portai le mani al viso e iniziai a piangere, Max mi corse incontro e mi abbracciò. Rimanemmo strette per qualche secondo, mi staccai leggermente e gli chiesi scusa in modo ripetitivo e lei ridacchiò per poi asciugarmi le lacrime con il tessuto della manica della sua felpa. <T/N, entra dentro, altrimenti ti ammalerai stando qui fuori> disse lei con un leggero sorriso che mi alleggerì i milioni di pesi che portavo come un bagaglio. <Dove state andando?> chiesi io <A scuola> disse un ragazzo con la pronuncia strana. Li guardai straniti, Steve prese parola <Si è strano ma poi ti spiegheremo>, l'unica cosa che riuscii a fare fu annuire <Fate attenzione> dissi con un filo di voce. <E non tornare tardissimo, io non ti ho vista e tutto questo non è mai successo> dissi io complice e sorridendo. Max rise e annuii felice. Salutai tutti in modo svelto sentendo già il naso colare e corsi in casa. Appena dentro chiusi la finestra da cui ero uscita e mi diressi in bagno per riscarlarmi. Mentre preparavo la vasca di acqua calda, iniziai a canticchiare delle note di una canzone che cantavo sempre da piccola. Non ricordavo ne il testo ne la canzone ma ogni tanto alcune note mi passavano per la testa e le canticchiavo. Pronta la vasca mi immersi e fu magnifica la sesazione della mia pelle gelida al tocco con l'acqua calda. Ma quella splendida sensazione si interruppe quando sentii i passi di qualcuni farsi sempre più vicini. Mi coprii istintivamente...
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La Ragazza Della Stanza -Billy Hargrove × T/n-
FanficDa quando i tuoi genitori si sono divorziati tuo padre ti da solo regole da seguire, che man mano diventano leggi da rispettare. Non sopportavi più la tua vita da quando si era risposato. Non ti trattava più come una figlia e tu ne eri un mix tra tr...