Cioccolata calda

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Quando Chrissy si sveglia ormai è pomeriggio inoltrato.

Fatica un po' a capire chi è – dov'è. Perché la stanza dove si trova non assomiglia per niente alla sua, con le coperte scure e i poster alle pareti. La prima cosa che mette a fuoco è una chitarra nera e bianca, lucida, con le corde ben tese. Allora sorride, perché sa perfettamente che è dove vuole essere.

Si mette a sedere, scoprendo di aver calciato via le scarpe durante il sonno. La sua coda si è sfatta, ha la felpa della scuola stropicciata. Sa di aver saltato gli allenamenti, che l'ultima partita incombe, ma ora come ora non gliene frega niente.

Non c'è Eddie, però.

Scende piano giù dal materasso, camminando in punta di piedi nel piccolo corridoio. La sua paura di disturbare l'accompagna sempre, la terrorizza a morte.

Ma poi lo vede.

Si ferma un attimo a guardarlo, da qualche metro.

Deve aver fatto la doccia da poco, perché ha i capelli bagnati raccolti dietro la nuca; porta una maglietta a mezze maniche dei Clash, ha i suoi jeans scuri, anche lui è scalzo. La sua schiena è diritta come quella di un gatto: armeggia ai fornelli, uno straccio appoggiato sulla spalla destra. Muove la testa a tempo di musica, quella che passa attraverso le cuffiette del suo walkman – sembra in procinto di mettersi a ballare da un punto all'altro e infatti a un certo punto lo fa. Con una giravolta su se stesso si concede un attimo di goliardia, finendo poi per trovarsi di fronte il viso di lei. Sgrana gli occhi, sorride, abbassa le cuffiette.

- Da quanto tempo sei lì?

- Abbastanza – gli risponde Chrissy, avvicinandosi ai fornelli per curiosare. C'è un odore buonissimo, dolce.

- Ho pensato avessi bisogno di qualcosa che ti tirasse un po' su il morale.

Cioccolata calda con panna.

È una vita che Chrissy non la mangia. La sua testa si allarma, cominciando immediatamente a contare le calorie: lo stomaco si contorce per il nervoso e l'ansia.

Quand'è l'ultima volta che ha mangiato? Neanche se lo ricorda. La mattina, a colazione, ha buttato i corn flakes nel secchio mentre nessuno guardava. Poi è stato tutto veloce: la scuola, Eddie, la fuga. Ma questi pensieri la mettono ancora più in allarme, perché sa che sono cose che dovrà affrontare e ora non se la sente, è terrorizzata.

Eddie gli passa la tazza sotto al naso, come a volerla tentare. Il profumo, in effetti, è benissimo. Nemmeno se lo ricordava più.

Prende la porcellana tra le mani, esitante.

- Non ti piace? – le chiede lui, un po' confuso

- Moltissimo. È solo che...

Non riesce a spiegargli la paura di diventare grassa. Di deludere le aspettative di tutti, di non essere perfetta. Ma Eddie non si aspetta che lei lo sia; le passa una mano attorno all'orecchio, sistemandole una ciocca di capelli.

- Ehi. Basta pensieri, ok? Qui dentro non esistono. Questo è il Magico Caravan di Eddie Munson e qui non esistono paura, ansie, fobie, mamme mostruose e voti scolastici. Puoi essere chi vuoi.

Chrissy scoppia a ridere. Dentro di lei qualcosa si muove. Una piuma, una sorta di sollievo.

Appoggia le labbra alla tazza e la cioccolata ha un sapore così buono che per un secondo le viene da piangere. Trattiene indietro le lacrime, prova a frenare il cervello. Un piccolo sbuffo di panna le rimane sul labbro superiore.

È a quel punto che, senza nessun preavviso, Eddie la bacia.

Deve averlo visto in qualche film – è impegnato in un blando tentativo di fare l'eroe, forse.

Gli imperfettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora