Eddie apre la portiera della macchina e zio Wayne la richiude con altrettanta violenza, impedendogli di salire.
- Lascia stare – gli intima, alzando la voce. Fregandosene dei vicini che aprono le porte, spiano da dietro le tende dei loro caravan – Per lei sei solo un momento, una trasgressione. Quelli come i Cunningham non stanno con quelli come noi.
Eddie si sofferma ad osservare la mano di suo zio, aperta sulla superficie rossa e laccata del suo pick up. Le dita tozze, le unghie sporche di grasso, i palmi ingrigiti e la pelle inspessita da giorni e giorni di duro lavoro. Nulla a che vedere col corpo morbido di Chrissy, i suoi polsi sottili, le sue guance di pesca.
Ma non riesce ad accettarlo. Non riesce a credere che quello che c'è stato tra loro non sia reale. Si è innamorato di lei così velocemente che ora non può tornare indietro: è bastato un attimo, uno soltanto, e la sua vita è cambiata del tutto.
- Non me ne frega niente, zio. Io voglio vederla!
Lo urla così forte che si stupisce di avere tanta voce. E di sentire che gli occhi gli bruciano, dolorosamente, per l'umiliazione e la vergogna, la sensazione di non essere abbastanza. Gli sembra di esser tornato piccolo, quando cercava di urlare i propri desideri e nessuno li ascoltava, definendoli capricci. La stessa impotenza. La stessa, spietata sensazione di abbandono.
- Eddie, se io ti lasciassi andare ora non starei facendo il mio dovere. Devo proteggerti, lo capisci?
- Non sei mio padre, cazzo!
Non so neanche chi è.
Se zio Wayne in qualche modo è ferito dalla violenza della sua frase, non lo dà a vedere. Si ferma per un attimo, inebetito dalla violenza verbale del nipote, precisa e puntuale come un cazzotto. Rimangono immobili a fronteggiarsi, l'uno di fronte all'altro, con la propria forza e le loro rispettive rese.
- No, hai ragione – dice lui, alla fine – Non sono tuo padre. Ma ti voglio bene, Eddie, più di qualsiasi altra cosa al mondo. E se adesso ti dicessi di correre da lei forse tu mi vorresti più bene, ma io non riuscirei mai a perdonarmi di averti in qualche modo spinto a farti del male.
- Chrissy non mi farebbe mai del male.
- Ma la sua famiglia sì. Le persone potenti non hanno paura di sfruttare tutti i mezzi a loro disposizione per ottenere quello che vogliono.
- Non posso lasciarla lì, zio. Non posso e basta. Tu non l'hai vista: era terrorizzata. Lei ha bisogno di me.
È una sensazione durissima quella che prova ora. Si sente spaccato a metà. È consapevole di star facendo del male a uno dei pilastri portanti della sua vita, eppure allo stesso tempo non può tornare indietro. Non ora, non così, non senza provare. Ha bisogno di arrivare sotto quella casa, di lanciare un sasso alla finestra, di vedere quel volto dolcissimo una volta ancora, di dirle quello che prova – che d'accordo, neanche lui sa cos'è, ma sa che non assomiglia a niente che abbia mai provato prima.
A questo punto, Wayne apre la bocca per ribattere qualcosa, ma si ferma all'improvviso. L'espressione costernata, mentre sul suo viso appare un'irregolare luce blu che si riflette, caleidoscopica, in tutte le direzioni.
Eddie sa che cos'è. Gli si stringe lo stomaco perché ne prende consapevolezza ancora prima di girarsi, di vedere la volante della polizia parcheggiare, Jim Hopper scendere dal posto dell'autista.
- Munson! – lo saluta, avvicinandosi loro – Abbiamo un mandato di perquisizione per una segnalazione che c'è arrivata.
- Perquisizione di cosa? Cosa state cercando?
- Non posso dire nulla. Mi dispiace, Wayne, sinceramente è qualcosa che mi sarei risparmiato molto volentieri.
Il cuore di Eddie martella forte nel petto. Prova a ricordarsi se ha venduto tutte le ultime scorte o meno: ma ultimamente è stato distratto, confuso. C'è ancora la riserva d'erba sotto l'asse spostata della stanza? La Special K nel comodino, la ketamina nascosta nella chitarra? Se la trovano, è finita. Se la trovano, tutti i suoi sogni lo sono. Tutto quello per cui ha lavorato e faticato. I soldi, nascosti nella scatola delle scarpe.
Comincia a respirare teso.
Zio Wayne, al suo fianco, non parla, non guarda, non respira nemmeno. Ha negli occhi quel senso di vuoto, di estrema delusione. Lui sa. Ha già capito. Forse sta rivivendo in loop un passato neanche troppo lontano, scene già viste, sua sorella che nasconde frettolosamente scatole e scatoline sotto il letto illudendosi che questo basti a mantenere un'illusione di serenità, di felicità, di va tutto bene quando non è vero, non c'è niente che sia così.
Quando Hopper esce dal Caravan ha in mano due bustine bianche. Chiude gli occhi, affranto, guarda per un secondo Wayne e poi slitta su Eddie.
- Mi dispiace, ragazzo, devo chiederti di venire con noi.
- Sono mie.
Il tono dello zio è stato così duro da non lasciare spazio a repliche. Hopper, ora, lo guarda in tralice. Probabilmente sa già tutto quello che c'è da sapere.
- Wayne...
- Sono mie, Hop. Porta via me, lascia stare il ragazzo. Non c'entra niente. Dopotutto sono il fratello di Helena, c'era da aspettarselo da me.
- Zio, no!
- Sta zitto, Eddie.
È un ordine talmente crudo che fa male come uno schiaffo. Eddie sa che non lo perdonerà, che ora lo vedrà sempre come un fallimento totale. Eppure è disposto lo stesso a sacrificarsi per lui, a lasciare aperto uno spiraglio di nuova vita.
Hopper gli si avvicina, battendogli una pacca sulla spalla. Non gli spinge la testa nella macchina, non lo tratta con violenza.
- Anche le brave persone possono sbagliare – gli sussurra, accompagnandolo verso la portiera.
Ed è lì che lo zio, faccia nel vetro, sparisce.
Eddie rimane in piedi, impotente, in mezzo alla piazza. Con una rabbia primordiale che gli risale da dentro, quando dopo cinque secondi comincia a urlare così forte che i vicini, prima nascosti dietro le tende, corrono da lui ad abbracciarlo urlando all'ingiustizia; e i cani, spaventati e facinorosi, abbaiano con lui.
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Gli imperfetti
Fanfiction1986 - Hawkins, Indiana. Chrissy Cunningham è una brava ragazza ma con grandi segreti; Eddie Munson, invece, sembra quasi non aver paura di niente - ribelle e sfacciato, vive la sua vita in modo libero e senza preoccuparsi dei giudizi degli altri. C...