Capitolo quattro

854 62 19
                                    

Ad un tratto in casa mia iniziano ad accadere cose fuori dal normale. Sto dormendo ma mi sveglio perché sento bussare, guardo la porta e vedo che già è aperta allora mi alzo e mi avvicino ad essa

Valentina: mamma?

la chiamo piu volte ma non risponde, allora provo a chiamare mio padre ma nemmeno lui risponde. Mi metto a cercarli per tutta casa ma non ci sono, però dopo vedo un biglietto attaccato al muro, quindi lo leggo a voce alta

Valentina: siamo andati a iscriverti a scuola, te stavi dormendo quindi ho deciso di non disturbarti

ritoro in camera mia e mi siedo dinuovo sul letto ma sento ancora quel continuo bussare

Valentina: c'è qualcuno?

improvvisamente parte una musichetta abbastanza inquietante, non riesco a intuire da dove proviene ma poi capisco

Valentina: o cazzo, proviene dall'armadio!

la finestra si spalanca da sola ed entrano dentro un sacco di schifezze tra cui un'altro post it. Mi faccio coraggio e lo leggo sempre ad alta voce

Valentina: non dovevi aprire quell'armadio

sbarro gli occhi, stropiccio subito quel post it e lo butto dalla finestra. Mi metto sul letto a gambe incrociate a fissare l'armadio, quella musichetta mi sta dando i nervi. Magicamente si apre l'armadio, dentro c'è uno stereo, quindi mi alzo e vado subito a prenderlo e butto anche quello dalla finestra poi mi rianicchio sul letto sospirando ma quella musichetta si rifá sentire. L'armadio si spalanca per una seconda volta e dentro ritrovo lo stereo di prima. Presa dalla paura mi alzo dal letto per scappare ma la porta di camera mia si chiude; cerco di aprirla con la forza ma è bloccata, allora inizio ad urlare chiedendo aiuto da fuori la finestra ma qualcuno mi sorprende alle spalle tappandomi la bocca

X: stai zitta traditrice

è una voce stranissima, sembra quella di un robot a giocattolo, ho paura di vedere chi c'è dietro me, quindi resto immobile

Valentina: chi sei?
X: sono quella persona che ti renderà la vita impossibile
Valentina: chi sei? lasciami in pace
X: apri l'armadio, questo armadio.. fallo o te ne pentirai amaramente

mi giro e scopro che non c'è nessun strano individuo dietro me, osservai camera mia per vedere se c'è qualcuno nascosto ma poi noto una cosa molto strana perché poco prima il pavimento era pieno di sporcizia, tipo cenere da sigaretta ma adesso non c'é nulla, è tutto pulito. Vado ad aprire l'armadio tirando successivamente un urlo squillante, il cuore inizia a battermi velocemente e le mani stanno sudando, le gambe tremano e io mi sto cagando sotto dalla paura

Valentina: non puó essere!

dentro l'armadio c'è un cartellone gigante color bianco con una scritta fatta di sangue

Valentina: hai aperto quell'armadio e tra una settimana morirai

queste sono le frasi che ho appena letto su quel cartellone. Chiudo l'armadio e provo a scappare da quella casa ma qualcuno entra dalla porta di camera mia. Deglutisco rumorosamente ma appena vedo mio padre tiro un sospiro di sollievo e lo abbraccio forte

Mario: ehi perché piangi?
Valentina: papà niente, mi mancano le mie amiche
Mario: dai che domani a scuola ti farai altre amiche
Valentina: si ma loro mi mancheranno sempre
Mario: capisco, dai non ti preoccupare che un giorno ti riporto da loro per un saluto
Valentina: grazie

lo abbraccio ancora più forte e lo ringrazio

Mario: tesoro però ora devo incominciare a sistemare questa casa quindi se non ti dispiace mi metto all'opera
Valentina: ok

decido di farmi un giretto fuori, quindi avviso i miei genitori e poi esco di casa. Camminando e camminando trovo un labirinto, quindi presa dalla curiosità lo attraverso tutto ritrovandomi pou in un bosco orrendo, gli alberi hanno un colore troppo scuro e la zona è troppo buia e mi fa paura però davanti a me compare quell'armadio che ho visto in mobilificio quindi mi incomincio ad agitare di più. La testa mi gira, vedo l'armadio girare intorno a me ma poi svengo e al mio risveglio mi ritrovo al fianco di..

continua nel prossimo capitolo

Non aprire quell'armadioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora