Al mattino mi ritrovai a pancia in giù, sopra ad Halshire, che dormiva, quindi mi alzai cautamente per non svegliarla.
Mi accorsi di essere stata coperta per tutto il tempo dal mantello di Legolas, beige chiaro, sporco di una piccola macchia di sangue vicino alla chiusura.
Lo tolsi entrando in sala e glielo porsi sorridendo e sussurrandogli <<Hannon lee>> (grazie), accompagnato da un caloroso sorriso.
Mi rispose con un cenno del capo che voleva essere formale in maniera simpatica. Ecco il tipo di umorismo che serviva al mattino.
<<Angela! Sei sveglia!>> Gridò Aragorn - allungando le vocali- entrando a sua volta e spaventando tutte le dame e i musicisti che suonavano nella sala a fianco.
<<Per Manwë, Aragorn!>> lo ripresi mentre si precipitava ad abbracciarmi e mi colpiva l'addome con la testa.
<<Buongiorno e non nominare Manwë>> mi disse mio padre che aveva probabilmente inseguito Aragorn per tutto il palazzo dato che il piccolo non è famoso per il contegno della sua euforia.
<<Buongiorno e hai ragione, Adar>> risposi, poi mi rivolsi di nuovo ad Aragorn, accovacciandomi <<Com'è andata?>> Gli domandai
<<Bene, ma pensavo saresti stata via qualche anno...>> Rispose lui
A quel punto guardai Legolas e cominciammo con un sorriso, che sfociò poi in una risata abbastanza potente.
<<Bene, vedo che non è mancato il divertimento, al contrario del tuo nome d'abilità, meleth nin>> Mi disse mio padre.
<<Non puoi capire se non sai e non sai se non hai visto>> Gli dissi. Questa era una frase che lui usava spesso con me.
<<Certo>> Replicò lui <<Dopotutto sei figlia mia>> borbottò uscendo, con il piccolo Aragorn al seguito.
Legolas mi chiese se avessimo una stanza dove lui potesse stare per un paio di giorni e lo condussi in camera di mia sorella, che è annessa alla mia da un'enorme biblioteca.
<<Sei sicura che posso usarla?>> Mi chiese, mentre mi sedevo sul letto di Arwen, le cui lenzuola erano state cambiate, quindi non potevo respirare il suo delicato aroma.
<<Certo, lei ne avrà per moltissimo tempo a Loth Lòrien, perciò...>> fui interrotta da un corno che conoscevo meglio di quello stesso di Imladris, un corno che ha segnato la mia infanzia, parlo proprio del corno di Loth Lòrien.
Corsi velocissima, non curandomi di chi incontrassi per la strada.
I miei capelli erano liberi nel vento, come se non fossero obbligati a seguire la mia testa, ma potessero volare via.
Arrivata alla fine di tutte le scale, che sono troppe a mio parere, trovai Haldir lì in piedi e non potei far a meno di saltare fra le sue braccia.
Legolas, che mi aveva seguito per tutto il tempo, riuscendo magicamente a stare al passo, rimase molto deluso nel vedere quel gesto, ma si ricredette quando vide che era solo un abbraccio e niente di più.
<<Cosa ti fa tornare in questo regno sperduto tra i monti? E come mai tutto solo?>> Chiesi ad Haldir, cercando di dare un freno alla lingua prima di bombardarlo di domande inutili.
<<Visita di cortesia>> Rispose lui <<Avete ospiti?>> Chiese distanziandosi leggermente da me per osservare l'elfo alle mie spalle. Solo allora realizzai che non avevo detto nulla al mio Laes Gwathor e mi sentii quasi in colpa per il modo in cui lo aveva conosciuto, ma tornare indietro nel tempo è un'abilità che io non possiedo, perciò decisi di andare avanti, presentandoli.
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Calen Estel (Verde Speranza)
Fantasy⚠️ Nell'ultima parte della storia sono inserite anche scene con atteggiamenti violenti (alcune battaglie). Se questo tipo di contenuti vi infastidisce, saltate quelle parti. TRAMA Angela è la figlia di Elrond di Gran Burrone, metà umana e metà Eldar...