Capitolo 34: Man penninog? (cos'hai detto?)- La Regina Perduta

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"Dolore alla nuca. Probabilmente la ferita che mi ha inferto Tauriel, ma c'è solo una parola che mi gira per la testa ora: Legolas.

Sono disidratata, ho sete, tanta sete, la mia gola è secca, ma penso solo a lui. Non vedo nulla, tuttavia percepisco di avere gli occhi aperti.
Per capire dove sono provo a sputare, me lo ha insegnato Galadriel, funziona sempre; bisogna guardare la gravità dello sputo. Questo mi è ricaduto addosso. Alzo le mani, sento qualcosa, mi sembra della terra.

Mi hanno forse seppellita viva? Ma no, Legolas avrebbe visto che respiravo. Come ci sono finita qui sotto?
Non ne ho idea, ma ora scavo.

Scavo. Scavo. Quanto sottoterra sono? Cinque metri, mi sembra.
Perché tanta fatica per seppellirmi se sono viva? Perché tanto sforzo se poi quella buca la riempirò con il corpo di chi mi ha fatto questo? Io con il mio sarcasmo ottimistico anche sottoterra, mi do dell'incredibile da sola.

Finalmente allungo la mano ed oltrepasso la terra. Un pò di luce, grazie Manwë.

No, non è dall'esterno che arriva la luce. Dalla mia mano. È il mio anello? Sì, proprio il mio anello.

Arriva al momento giusto! Perfetto!

Non perdiamo la calma, forse un metro in più. Niente. Provo a sputare di nuovo e mi ricade addosso. Vado nella direzione giusta. Finalmente la vera luce del Sole e il mio anello si spegne. Otto. Otto metri sottoterra. La persona che ha scavato sa che la manderò lì sotto? Non credo, ma lo scoprirà presto. Non appena sarò riuscita a trovarla o trovarlo. E non appena capirò dove Melko' sono finita.

No. Niente Valar ora, niente Melkor ne nessun altro. Solo io, la mia disperazione, il mio sarcasmo cosmico e pianure, pianure e pianure... Oh guarda! Un cavallo! Non riesco nemmeno a gridare, fantastico. Per fortuna viene verso di me. Può darsi che mi vedrà, anche se sono seduta, perché dolorante e disidratata, sporca di terra e vestita di verde scuro, abiti da guardia, al solito. Si muove o no? Ma è fermo? Sì. Vado io? E va bene, smidollato, vengo io a vedere chi Melko' sei. Basta nomi diabolici. Basta Melko', sono troppo volgare oggi. Poi che ore sono? Magari quel tipo lo sa. Ha un'armatura. Ma chi è? Sembra un'armatura di Gran Burrone, ma non vedo le orecchie, sono coperte. Sì, ha i capelli di un'elfo. È uno dei miei. Ha un cavallo bianco. Monotonia. Uffa. Si vede che sono io a pensare.

Bene, ora che ho finito con il sarcasmo cosmico provo a strisciare per raggiungerlo".

Strisciai poco, prima di vederlo muoversi ancora. Anche se lo avrei visto da due leghe, potevo dire che era vicino, poiché la mia vista era nitida.
<<Chi sei?>> Gli chiesi con un filo di voce, le parole non volevano uscire.
<<Come? Volete dell'acqua?>> mi chiese. Annuii.

Mi porse una borraccia di stoffa, ricamata a mano, erano ricami elfici, di Gran Burrone. Bevvi qualche sorso, poi potei parlare.
<<Avevo chiesto chi sei, ma evidentemente sei uno dei miei>> Gli dissi.
<<Chiedo scusa, voi chi sareste?>>
<<Prima dimmi chi sei tu>>
<<Sono Minirel, da Gran Burrone>>

<<Bene, prestami il tuo cavallo monotono, devo raggiungere il palazzo>>
"PENSA PER TE, MAIALE, TUTTA SPORCA DI FANGO"

<<Non sono dell'umore ora>> risposi all'ingrata creatura bianca <<Mangi il mio cibo e vivi nella mia stalla, quindi bada a come ti rivagli a me>>
<<Non è possibile>> Sussurrò Minirel.

<<Ti dispiacerebbe condividere?>>
<<Voi siete la Regina Perduta>> sembrò realizzare.
<<Ma quale perduta e perduta! Ti prego, non farmi innervosire perché oggi non ho pazienza. A proposito che giorno è?>>
<<12 dicembre dell'anno sessantaduesimo della quarta era, come vedete è mezzogiorno>> Rispose, ancora stranito, indicando il sole.
<<Man penninog? Dartho>> (cos'hai detto? Aspetta) Contai... <<Cinquant'anni! Cinquant'anni in quel buco!>>
<<Come?>>
<<Ho passato cinquant'anni in quel buco>> Dissi incredula indicando la fessura da dove ero uscita
<<Chiedo scusa, avete un anello con la pietra verde, parlate con i cavalli e... da dove venite?>>
<<Anche io da Gran Burrone, sono Angela Verdesperanza, questo pensavo lo avessi capito>>

Calen Estel (Verde Speranza)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora