𝟎𝟑.

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𝐂𝐑𝐎𝐒𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐏𝐀𝐓𝐇𝐒
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌


Il giorno seguente già dall'alba si era messo al lavoro.
Anche il principe era sveglio, intento a stendere una grande mappa sul tavolo al centro della sala.
Era così ampia e vuota che Wooyoung si sentiva di troppo in quell'ambiente così ordinato. San, invece, sembrava prender parte perfettamente a quel mosaico di colori freddi.

Sulla mappa erano raffigurati tutti i regni che circondavano il loro, alcuni di essi marcati con dei segni rossi.
«Le zone cerchiate indicano gli ospiti già presenti dopo il primo evento
Era quella la parola in codice che i sovrani avevano accordato di usare, per evitare che qualcuno ignaro di tutto udisse crimine, omicidio, assassinio.. e le conseguenze si potevano liberamente dedurre.
«Avete.. ospiti?» Wooyoung credeva di aver mal udito.
«Vedo che siete informato quanto basta per finire sulla pista sbagliata dopo un solo giorno. Non vi hanno detto nulla?»

Era passata una sola notte dal suo arrivo al castello, eppure si stava già ridicolizzando davanti ad un reale.

«No, non mi è stato riferito nulla, vostra altezza. L'inviato non era incaricato di fornirmi dettagli, voi lo siete, per quanto ho compreso.»
«L'inviato non vi ha dato i dettagli perchè non li conosce. Era una domanda retorica.»
Il ragazzo stava cercando un modo per ribattere a quella battuta – sempre che lo fosse – incerto se dovesse ridere, scusarsi, o restare in silenzio. Non ebbe bisogno di decidere, perchè l'altro proseguì da solo. «E vi ho già chiesto di chiamarmi San, senza troppe formalità. Dobbiamo collaborare, non confrontarci ad un banchetto pubblico.»
«D'accordo, San.»

Il principe dedicò a lui l'intera mattinata.
Gli raccontò per filo e per segno tutte le premesse che doveva sapere, per poi passare a ciò che suo padre aveva già scoperto. Sì, avevano ospiti. E non pochi: in quel periodo si svolgeva la Celebrazione d'Inverno, una tradizione quasi sacra, che serviva per rafforzare ogni anno l'alleanza che i regni del continente avevano sancito quasi un secolo prima. Per quel motivo il castello si trovava gremito di ospiti dalle provenienze più varie.

San gli aveva raccontato la storia di quel rito nei minimi dettagli, il che non sarebbe servito minimamente per risolvere il caso, ma ascoltarlo era un piacere per le orecchie e per la mente. Aveva un modo di parlare elegante, articolato, colto – ma non aulico, come quegli intellettuali che giravano per corte credendosi la copia moderna di Aristotele – sembrava avere tutte le qualità che essere un reale richiedeva, solo moltiplicate per due, o forse tre.
Wooyoung lo ammirava, per non dire invidiava, con tutto se stesso. Lui non doveva lottare per vivere, superare un lutto come se non fosse mai successo per non finire nel baratro dell'indebitamento. A lui bastava essere sé stesso, e con ciò avrebbe ottenuto qualsiasi cosa.

I due, riguardo al caso, si trovavano davanti ad un bivio: non potevano cacciare i nobili degli altri regni, non senza un motivo fondato, perchè ciò sarebbe risultato in ostilità, e l'ostilità sarebbe risultata in guerra. Allo stesso tempo, inevitabilmente, non potevano dirgli la verità, altrimenti tutta la nazione – anzi, l'intero continente – sarebbe venuto a sapere che la famiglia reale non era in grado di tenere al sicuro nemmeno casa propria.

«Tuo padre aveva già dei sospettati principali, tra di loro. Vedi le tre X rosse?»
Wooyoung annuì, osservando la cartina.
«Questo.. e questo,» indicò un punto, poi un altro, «sono stati quasi scartati. Nonostante i sospetti iniziali, non hanno dimostrato segni particolari a lungo andare. L'unico rimasto, ad ottenere tutta l'attenzione di vostro padre, era lui, l'inviato dal regno dell'Est. Il duca di Erwell.»
«Perciò è rimasta un'unica pista da seguire? Quanto è certa?»
«Su una scala da uno a dieci, vi direi probabilmente cinque. Vostro padre era solito lamentarsi che le dinamiche qui a castello muovessero troppo lentamente, perciò i sospetti per il duca non sono particolarmente fondati, se non per qualche atteggiamento inconsueto. Ma è un ospite, non sappiamo niente di lui, potrebbe essere semplicemente il suo carattere. Perciò, meglio tenere gli occhi aperti verso chiunque

Ben detto. Avrebbe dovuto impegnarsi il doppio, perchè in un ambiente così ampio e vario ogni dettaglio era fondamentale. Se si trattava di un nobile come il duca non c'era dubbio che, per non mandare un qualsiasi servitore al posto suo, doveva essere così abile da poter fare tutto da solo.

«Siete voi dunque l'incaricato ad assistermi nelle indagini?»
«Sì.»
«Domattina mi scorterete al campo, allora. Tenete sotto controllo quella zona, sono sicuro che anche i nobili avranno ripreso ad allenarsi in una permanenza così lunga, specialmente in preparazione di un omicidio di massa

Wooyoung aveva già compreso come sarebbero funzionate le cose. Lui avrebbe proposto idee, il principe avrebbe dato gli ordini ufficiali. Sembrava che, dopo la morte di suo padre, i sovrani non volessero addossarsi la responsabilità di un'altra perdita del genere, perciò preferivano affiancarlo sempre a qualcuno che sapeva il fatto suo.
Tuttavia, sospettava, anzi, temeva, che San fosse una delle vittime predilette del colpevole in circolazione. Il garzone, il suo compagno, poi la cameriera, per giungere addirittura ad un ministro. Insomma, se ci fosse stato un altro colpo – cosa che Wooyoung era lì per scongiurare – c'era un'elevata probabilità che avrebbe puntato ancora più in alto. E cosa c'era più in alto di un ministro ma più in basso di un re?

San richiuse la mappa davanti a se, piegandola un'infinità di volte, mentre Wooyoung continuava a riflettere su altre eventuali piste di partenza.
«Sulla servitù non ci sono altri sospetti? Insomma, ci sono le cameriere, gli uomini delle cucine..»
«Vostro padre non si era espresso. Almeno, non con me. Posso farveli convocare.»
«No no, non ve ne preoccupate. Per il momento va bene così, semplicemente, teniamo in considerazione anche questa opzione.»
«Certo.»
«Bene, allora. Se ci sono guardie di cui siete sicuro di potervi fidare, ordinategli di aumentare i controlli nell'Ala Est del castello, alle stanze degli ospiti. Anche qualche verifica nei magazzini non sarebbe male. Per giunta, oltre alla lista delle vittime, necessito di sapere chi sono stati i testimoni a trovarle e dare l'allarme.»
Il principe acconsentì.

Wooyoung era arrivato a castello in pieno pomeriggio e, ormai, il tramonto era passato da un po'. Si congedò con un inchino e raggiunse gli alloggi reali, dove avrebbe soggiornato per un po'.
Da una parte, sperava che il caso si risolvesse il prima possibile per poter tornare a casa. Dall'altra, gli era ancora difficile realizzare che una casa per lui non esisteva più. Per la prima volta nella sua vita era completamente solo: quando quella situazione sarebbe finita, per lui avrebbe avuto inizio la vita vera.

 astoria, woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora