𝟏𝟎.

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𝐀𝐅𝐓𝐄𝐑𝐌𝐀𝐓𝐇
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌


Per tutta la notte si era voltato da un lato all'altro del letto, inquieto, ma non per quanto fosse accaduto — avrebbe sognato quel momento fino alla fine dei suoi giorni — bensì per le conseguenze che ciò poteva avere su entrambi.
I due avevano costruito un legame durante la sua permanenza a castello, eppure tutto era scoppiato in pochi secondi: quella piccola scintilla avrebbe potuto rafforzare il focolare oppure incendiare tutto.
Ma, al di là di tutto, cos'era quella cosiddetta scintilla? Che effetto aveva avuto sul principe? La considerava così importante come lui oppure un semplice piacere?
Poteva ottenerne quanti ne avrebbe voluti, in qualsiasi momento. Non doveva illudersi di contare così tanto.
Uno era un reale, l'altro un semplice suddito. San avrebbe ben presto dovuto sposare qualche dama degna del suo rango per questioni economiche o semplici favoritismi.
Non può funzionare, non può funzionare, non può funzionare. si ripeteva camminando da parte a parte della stanza, rileggendo i propri appunti.
Quella mattina, al contrario di quanto temeva, aveva avuto la forza di alzarsi dal letto a baldacchino e riprendere tutto da capo, nonostante l'accaduto alla cena. Riprendere la realtà in modo razionale.

Un paio di giorni più tardi si sarebbero tenuti i funerali del piccolo degli Harris. Joe era il suo nome. Provava rimorso nel sapere di averlo scoperto troppo tardi per poterlo usare.
Aveva garantito di essere presente alle celebrazioni funebri, nonostante avrebbero rallentato il suo lavoro: era il minimo che doveva sia a Joe che alla sua famiglia per non essere stato in grado di fermare il peggio. Purtroppo, pur iniziando a comprendere che forse era stato un delitto inevitabile, non aveva ancora smesso di incolparsi.

Le cartine ora erano ordinatamente piegate sulla scrivania, finalmente libera da tutti quei mucchi di carta e inchiostro. Aveva avuto tutto il tempo di riordinare le proprie idee, dato che il gli altri reali erano occupati in una conferenza in centro città. La situazione era mutata drasticamente in una frazione di secondo: dal momento che un ospite era stato avvelenato pubblicamente tutti avevano compreso la notizia che qualcosa non andava e bisognava mitigare gli animi al più presto. Si sapeva, le voci si diffondono troppo rapidamente.

Sistemare i documenti sparsi per la stanza era stato facile, un po' meno si stava rivelando concentrarsi sui suoi testi: dopo quanto accaduto la sua testa continuava a fare vortici inutili, ritornando sempre sulle stesse parole, gli stessi lineamenti, lo stesso tocco delicato. Quelle ore di distanza da lui sembravano decenni, e non riusciva a far altro che pensare al momento in cui sarebbe tornato. Scuotendo la testa più volte si costrinse a liberare la mente almeno per qualche minuto.
I sospettati rimanenti si potevano ormai contare sulle dita di una mano e, ovviamente, a figurare più di tutti era Yeojoon.
A seguire erano rimasti due marchesi dell'Est e un certo Youngdae, che il detective aveva appena imparato a riconoscere dati i tratti simili a qualsiasi nobile occidentale di mezz'età, ma San aveva insistito perchè restasse tra i sospettati. Alcuni servitori avevano parlato di atteggiamenti ambigui nei suoi confronti, in base a quanto riferito. Tuttavia era una dichiarazione troppo vaga per essere considerata un indizio concreto.

In quei giorni non gli restava altro che approfittare del disordine creatosi a castello per osservare le reazioni dei quattro e, soprattutto, restare il più vicino possibile ai reali.
Quell'ultimo incarico non suonava affatto male alle sue orecchie, non gli sarebbe dicerto dispiaciuto avere una scusante per trascorrere col principe l'intera giornata.

Dando una leggera occhiata alla finestra vide Estia che veniva scortata nelle stalle reali da un servitore. Il vecchio stalliere che aveva conosciuto qualche giorno prima li aspettava in lontananza con un sorriso. Doveva amare il suo lavoro, pensò Wooyoung.

Solo dopo qualche secondo realizzò che, se il suo cavallo era lì, anche il principe doveva essere tornato a castello. Allora si affacciò completamente alla finestra, cercandolo con lo sguardo. Eppure i giardini erano vuoti, a quell'ora non c'era traccia di nessun'altro che non fosse un giardiniere o un garzone di corte intento a trasportare qualche provvigione.

«Chi stai cercando?»

Wooyoung sussultò. Per lo spavento aveva lasciato cadere a terra i fogli che aveva appena riordinato.
Alzò lo sguardo e, come immaginato dall'udire della sua voce, San lo guardava con un'espressione divertita.

Lui roteò gli occhi, pur non riuscendo a trattenere il sorriso che moriva dalla voglia di spuntare sulle sue labbra.
«Come avete fatto a venire fin qui senza farvi sentire? Siete una volpe, per caso?» si abbassò per raccogliere le pagine e San fece per aiutarlo, senza perdere quella giocosa espressione di scherno sul suo volto.
«Sarà il mio talento.»
«Uno dei tanti.» sbuffò Wooyoung.

Il ragazzo aveva temuto che il loro incontro successivo sarebbe stato un misto di imbarazzo e indifferenza, invece ne stava vivendo la prova contraria. Era tranquillo, e non il tipo di calma di chi finge di aver dimenticato tutto, bensì quella di chi ne ha la piena consapevolezza e non sembra voler tornare sui propri passi.

Così bello, così disinvolto. Sarebbe rimasto ad osservare i suoi lineamenti perfetti per ore. Erano leggermente contratti dal sorriso che aveva sul volto, lasciando comparire due fossette che, ironia della sorte, erano simmetriche come tutto il resto. Sembrava frutto di uno studio strutturato durato decenni, come se la volontà divina avesse voluto rilasciare un prototipo di perfezione umana, non prima di aver verificato ogni minimo particolare.

I suoi capelli erano rimasti ancora leggermente scompigliati dal vento che aveva preso durante la cavalcata, poggiandosi a piccoli ciuffi sulla fronte. Istintivamente Wooyoung allungò una mano per sistemarglieli. L'altro non battè ciglio, anzi, continuò ad osservare il lavoro che lui aveva lasciato sul tavolo.

«Perciò, sono rimasti in quattro.» disse non appena il detective ebbe ritratto la mano. «Sei davvero ossessionato da quel Yeojoon.» continuò indicando i numerosi rimarchi che lui aveva fatto sul suo nome.
«Non potrei certo fare il contrario, è davvero ambiguo quel nobile . . . oltre che irrispettoso.»

«A corte funziona così.»

«Così come? Lanciare sguardi omicidi al proprio principe è il modo in cui funziona la corte?»
«Io non li chiamerei sguardi omicidi. Di superiorità, se mai. Vuole dimostrare che non ha niente in meno di chi vive a castello, mia madre mi ha raccontato che da piccolo sognava di diventare re.»
«Vivete di pane e invidia, qui.«
"In un certo senso, sì."

«Che avete da dirmi rispetto agli altri?»
«I due marchesi saranno via per i prossimi due giorni. Se accadrà qualcosa in loro assenza, anche se spero il contrario, sapremo che la lista andrà ridotta ancor di più. Avete capito chi è l'altro nobile di cui vi parlavo?»
«Youngdae? Sì. L'ho incrociato stamani, all'ingresso. Sembra troppo pigro persino per prendere in mano una boccetta di veleno.»
«Non sottovalutarlo.»
«Non lo sto facendo.»
«Invece sì.»
«Vi ho detto di no.»

Entrambi scoppiarono a ridere, e il cuore del detective si alleggerì di qualche centimetro in più. Le domande che fino a poco prima continuava a porsi passarono in secondo piano.

«Penso io a riferire i progressi ai sovrani, tu riposa.»
«Non ne ho bisogno, sto bene così. Sembrerà scortese se non–»
«Non dormi più di tre ore da giorni, pensi non me ne sia accorto?»

L'altro si guardò intorno, cercando una qualche giustificazione.

«Abbiamo bisogno di un detective sveglio, non il morto vivente che presto diventerai se non rilassi la mente per un po'.»
«Va bene, mi coricherò per un'ora. Poi verrò con voi da vostro padre.»
«Tre ore, come minimo.»
«Tre ore?! Metà giornata persa, San!»
«Non era una proposta. I reali non fanno proposte.» con un occhiolino si dileguò, uscendo dalla porta di mogano.

Mai e poi mai, ripensando agli inizi del suo incarico a castello, avebbe pensato che un principe gli avrebbe ordinato di dormire.

 astoria, woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora