𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐃𝐢𝐞𝐜𝐢

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Il sole era sorto e questo voleva dire che avevano superato la Selezione Finale

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Il sole era sorto e questo voleva dire che avevano superato la Selezione Finale.

Alcuni spadaccini -medici probabilmente- si stavano prendendo cura dei candidati feriti. Uno di loro disinfettò e bendò la ferita alla testa di Giyuu, poi lo riaffidò a [T/n].

Ancora non c'era traccia di Sabito.

Le gemelle si avvicinarono al gruppo di neo ammazza-demoni.

«Bentornati. E complimenti per aver superato la Selezione finale» dissero in coro. 

«Siamo felici di informavi che quest'anno siete tornati quasi tutti.» continuò una.

«Soltanto uno di voi non ce l'ha fatta.»

C-cosa? No... no, no, no! Non è possibile! Non può essere che Sabito...

«Per prima cosa, pagherete il costo dell'uniforme, poi prenderanno le misure e incideranno il rango.»

Non vogliono spendere nessuna parola in più sui caduti di questa volta... su Sabito?

Spiegarono quali erano i dieci ranghi.

«Oggi sceglierete un pezzo di lega Tamahagane, con cui verrà forgiata la vostra spada.»

«Inoltre, sarete accompagnati da un Corvo del legame.»

Uno stormo di corvi volò sopra gli spadaccini e ognuno di loro si posò sulla spalla di un candidato. [T/n] accarezzò distrattamente il suo.

«Userete il corvo principalmente per le comunicazioni.»

«Ora avvicinatevi, sceglierete la lega che servirà per forgiare la vostra spada.»

[T/n] si girò a guardare Giyuu, aveva ripreso i sensi da poco e stava squadrando il suo corvo.

Poi scelsero la lega e infine vennero congedati dopo che furono prese loro le misure.

«[T/n]... Sabito... non ce l'ha fatta, vero?»

E in quel momento lei voleva dirgli che non era vero, che li stava aspettando, che si era solo allontanato un attimo. Cercò di trattenere le lacrime ma fallì nel giro di due secondi.

«Mi dispiace!» disse tra i singhiozzi. «Mi ha detto di portarti in salvo, ha detto che avrebbe sconfitto il demone e sarebbe tornato da noi, ma... ma non è tornato! Sabito non tornerà più!» Si buttò tra le braccia di Giyuu e pianse, si lasciò completamente andare. Sentì che anche Giyuu ormai era scosso dai singhiozzi. Restarono così finché non si furono calmati e poi si incamminarono verso casa.

Come bussarono alla porta il maestro aprì e li abbracciò. «Siete tornati! Siete vivi!» poi li guardò con un sorriso amaro. Voleva chiedere loro di Sabito ma si immaginava già la risposta. «Almeno voi state bene.» In quel momento fu proprio felice di avere la maschera tengu a coprirgli le lacrime.

𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 || Sabito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora