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Basta una sola parola per distruggere una persona, basta un solo sguardo per sgretolare un anima, basta una mano per demolire un fisico.
Jimin aveva provato tutte le sensazioni sbagliate del mondo, "frocio" gli diceva il padre, "mostro" gli diceva la madre con uno sguardo malefico, "coglione" gli dicevano le persone mettendoli le mani addosso.
Jimin non aveva la forza di camminare, non aveva la forza di parlare, ma un sorriso regnava sul suo volto bagnato di lacrime come un fiore in inverno, l'unico piccolo fiore in un prato di erbacce.
Un fiore, un piccolo fiore di carta aveva fatto tornare un sorriso sulle labbra soffici di jimin.
Un ragazzo gli si era fermato davanti come un raggio di sole a inizio primavera, gli aveva messo tra le mani un fiore, come un bambino riceve un regalo, gli aveva chiesto un sorriso, come una mamma chiede un sorriso a un bambino appena caduto.
Il ragazzo era andato via, come se si fosse dissolto con la nebbia che circondava la corea.
A jimin non restava nulla, solo quel piccolo fiore di carta.

*angolo autrice*

spero che la prossima storia vi piaccia, al prossimo capitolo.
ciao💜

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