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«piccolo così mi fai preoccupare, è successo qualcosa con Yoongi Hyung?»
«nono..non è quello kookie»

il corvino spense i fornelli, aveva capito che sarebbe stata una lunga conversazione e voleva evitare di mandare a fuoco la casa.

«Dimmi tutto»
«io..ecco..penso che sia arrivato il momento di parlarti del mio passato, ti chiedo di non parlare e di farmi qualsiasi domanda tu voglia alla fine»
«va bene»

Jimin non era mai stato un ragazzo socievole, i suoi genitori non gli avevano insegnato cosa significasse approcciarsi con i suoi coetanei e la sua permanenza in orfanotrofio non aveva aiutato.
Era entrato in quel luogo all'età di sette anni, il biondo aveva rivelato ai suoi genitori di aver avuto una cotta per un suo compagno di classe, per questo lo abbandonarono la.
In quel lungo anno conobbe Yoongi, lui abitava li da molto più tempo, i suoi genitori gli volevano un mondo di bene, ma per uno sfortunato incidente il piccolo Min era stato portato li a soli tre anni.
Durante i primi giorni d'estate due signori abbastanza anziani si presentarono all orfanotrofio in cerca di Jimin, in un primo momento il bambino aveva sperato fossero i suoi genitori, ma presto si rese conto che i due signori erano in realtà i suoi nonni.
Dopo pianti e tante preghiere i due coniugi portarono a casa anche Yoongi.
I due fratelli crebbero bene, cresciuti dal grande amore dei loro nonni, ma la felicità durò poco.
Se Yoongi aveva trovato Taehyung, Jimin aveva trovato Taemin.
All'inizio andava tutto bene, Taemin corteggiava il biondo, lo portava a cena, era amorevole ma ben presto rivelò il suo lato più oscuro.
Jimin smise di mangiare, di vedere la famiglia, iniziò a mentire e farsi del male.

«sei grasso» gli diceva, un piatto in meno in cambio di un insulto   in meno.

«sei una puttana» gli diceva, una tuta al posto del suoi Jeans in cambio di uno schiaffo in meno

«devi morire» gli diceva, una manica a coprire i suoi tagli in cambio di un urlo in meno

«non puoi piangere» gli diceva, un sorriso finto in cambio di uno stupro in meno

Jimin non aveva una vita, non aveva un anima, non aveva nulla.

«P-piccolo»

Jungkook aveva inevitabilmente iniziato a piangere, essere consapevole del dolore del suo amore lo faceva morire

«kookie va tutto bene»
«no! Non va bene jimin! t-tu hai sofferto così tanto e-e i-io»
«e tu sei stato la mia salvezza Kookie, e lo sei anche ora»

il biondo si strinse al maggiore, si sentiva protetto, si sentiva a casa

«ti amo Kookie»
«anche io, anche io ti amo»

𝐅𝐈𝐎𝐑𝐄 𝐃𝐈 𝐂𝐀𝐑𝐓𝐀 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora