Giulia, Lorenzo, Ginevra (e Gregorio) e il trasferimento nella casa nuova

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luglio 2022

Lorenzo

Da quando abbiamo saputo che avremmo accolto anche Gregorio nella nostra famiglia, abbiamo iniziato a cercare una nuova casa perché casa mia era ormai decisamente piccola per contenere anche il quarto componente della famiglia Giordano-Lazzarini. La ricerca è stata abbastanza rapida e per fortuna abbiamo trovato una casa che fa al caso nostro sotto tutti i punti di vista. Trasferirci in estate, però, per di più in un’estate così calda, non era nei nostri piani ma non possiamo fare diversamente.

«Lorenzo, come va con il trasloco?», mi chiede Damiano entrando in sala medici con la sua fedele borraccia termica che contiene thè alla pesca alla temperatura di un ghiacciaio.

«Ieri abbiamo finito di portare tutti i mobili che erano miei, tra oggi e domani ci consegnano la cucina e le camerette dei bambini», gli rispondo. Quando sono andato a vivere nella casa in cui poi si è trasferita anche Giulia e in cui siamo tutt’ora, l’ho arredata totalmente io quindi i mobili sono miei ma abbiamo deciso di cambiare la cucina.

«Se avete bisogno che vi tenga la piccola, basta chiedere», mi risponde. Damiano è sempre stato incredibilmente disponibile e Ginevra gli vuole un gran bene, ma abbiamo sempre cercato di appoggiarci a lui o agli altri in generale, il meno possibile.

«Grazie», gli rispondo, mentre mi alzo per consultare la temperatura sul termostato vicino alla porta della sala medici.

«Oggi ci scioglieremo, e sono appena le dieci, abbiamo ancora mezzo turno davanti a noi», mi dice, dopo aver bevuto un sorso del suo thè.

«Ragazzi, siete qui», esordisce doc, entrando in sala medici trafelato.

«Dove avremmo dovuto essere doc? Non dirmi che avevi bisogno di una tac e io me ne sono dimenticato», dico. In questi giorni, tra il trasloco ed il caldo, le mie sinapsi connettono poco e mi capita di dimenticarmi qualcosa.

Doc mi guarda con aria sconsolata, come se dovesse effettivamente dirmi che mi sono dimenticato di qualcosa di cui aveva bisogno e poi dice, ridendo, «Vi cercavo per l’inaugurazione della vostra nuova casa, mi sembra ovvio».

Lo guardo in cagnesco e scandisco «non farlo mai più, doc, almeno che tu non voglia perdere qualche altro anno di memoria».

«Che cosa non devo fare?», chiede, facendo il finto tonto, mentre sfoggia un sorriso paraculo.

«Farmi credere di essermi dimenticato qualcosa quando non è così», replico, mentre Elisa entra in sala medici e mi fissa.

«Cosa c’è?», le chiedo, ormai pronto a qualunque cosa.

«La tac del letto 11, dov’è?», domanda, mentre continua a guardarmi con insistenza. Impreco mentalmente e poi faccio buon viso a cattivo gioco «avevi bisogno di una tac per un paziente?», le chiedo e lei mi guarda ancora più di sbieco.

«Lazzarini, sei tu che ti sei vantato per settimane», inizia, mentre è sostenuta da doc che, avendo capito dove vuole andare a parare Elisa, rincara «forse anche mesi», «sì, forse anche mesi, hai ragione doc», asserisce, prima di continuare, «del fatto che tua figlia era effettivamente femmina e che tu l’avevi visto quando ancora non si vedeva nulla solo perché sei, testuali parole, un genio della diagnostica per immagini, quindi, secondo te, a chi avrei dovuto chiedere di fare una tac al letto 11 visto che è uno dei casi più complicati che mi sia mai capitato sotto mano?».

«E chissà se Gregorio sarà davvero Gregorio, quanto si vanterà», sussurra doc, tra un colpo di tosse e l’altro, credendo di non essere udito.

«Potrei essermene dimenticato», dico e fingo di non aver sentito ciò che ha detto doc anche se lo guardo di sbieco, mentre penso che se Elisa avesse il potere di incenerire con lo sguardo, a quest’ora sarei già abbondantemente diventato un mucchietto di cenere.

Giulia Giordano e Lorenzo Lazzarini - Raccolta di racconti [Doc Nelle tue mani]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora