Pasqua in casa Giordano-Lazzarini

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17/4/22

Lorenzo

“Buona Pasqua, ragazzi”, esordisce doc, sedendosi poi sul divanetto, dopo essere stato a controllare il letto 22 che reclamava attenzioni. Tutta la squadra è in sala medici, tranne Giulia che ha fatto il turno di mattina ieri e oggi coprirà quello del pomeriggio.

00.02, questa è l’ora che segna il telefono nell’esatto momento in cui lo schermo si illumina per la ricezione di una notifica. Una foto appare davanti ai miei occhi quando apro la notifica: ci sono Giulia e Ginevra (e Gregorio, nella pancia di Giulia) distese sul lettone, GL dorme mentre Giulia è l’autrice del selfie. Di solito mi manda di rado foto sue o di Ginevra perché, come dice lei, “sei tu il fotografo”, alludendo al fatto che spesso scatto tante foto ad entrambe e poi invito Giulia a scegliere le migliori con me mentre mi dice “Lazzarini, hai voluto farne tante? Adesso te la sbrighi da solo”. Un “buona Pasqua, papà” firmato “GL*2”, fa da didascalia alla foto. Sto per rispondere quando mi desto dalla mia bolla di felicità e sento Elisa dire: “ci siamo ufficialmente giocati Lazzarini da quando è diventato papà, adesso che arriverà anche il secondo, o la seconda, faremo prima a chiamare un nuovo strutturato”.

Tutti ridono, perché è vero, perché quando penso a Giulia, a Ginevra (e a Gregorio), ho sempre un sorriso ebete; come dice doc, che ormai è decisamente al passo con i tempi per quanto riguarda il linguaggio, “sei sotto tutta Trenitalia, nemmeno io ero così con Agnese”. Di solito, quando lui dice così, Agnese è sempre pronta a rispondere “ah no? Mi sa che abbiamo dei ricordi differenti allora”.

“Comunque è maschio, dottoressa Russo, non dubiti mai delle capacità diagnostiche del dottor Lazzarini”, le dico, voltandomi con il mio miglior sorriso paraculo.

Giulia

Sono le 6.15 quando Ginevra si sveglia, mette a fuoco l’ambiente in cui si trova e, stropicciandosi gli occhi, mi guarda e dice “papà?”. È incredibile il fatto che lei sia così tanto legata a Lorenzo, lo vede proprio come il suo eroe, come la persona che la proteggerà sempre e per sempre: è indubbiamente mia figlia.

“Papà torna tra poco, sta tornando dal lavoro, vieni qua koala GL”

“Lala”, mi fa eco lei, cercando di riprodurre lo stesso suono di “koala” senza riuscirci davvero. Mi si avvicina e posa il capo sul mio addome che inizia ad avere una piccolissima curva, segno della crescita di Gregorio.

“Parli con il fratellino?”

“Sì”, afferma, avvicinando l’orecchio alla mia pancia, per carpire ogni minimo segnale che può provenire da lì. Quando la pancia mi brontola perché ho fame, lei si volta a guardarmi con lo stupore negli occhi, convinta che Gregorio le abbia davvero parlato e io mi incanto a guardare il suo stupore, quello stupore genuino che solo i bambini sanno avere.

“Era la mia pancia che brontolava, Gregorio non ha parlato”, le dico, sorridendole.

“Fame”, mi risponde, con un tono sospeso tra l’affermazione e la domanda, che non mi permette di capire se si stia riferendo a me oppure a se stessa.

“Aspettiamo papà così poi apriamo l’uovo tutti assieme?”, le chiedo.

“Sì, apiee co papà”, mi risponde, sempre in carenza di erre. Quando sente le chiavi nella toppa, scioglie l’abbraccio in cui mi aveva stretta e schizza giù dal letto che, per fortuna, è basso, e le permette di atterrare più o meno sana e salva, seguita dal mio “fai piano, GL”.

“Papà!”

Lorenzo

“Papà!”

Ginevra mi corre incontro, uscendo dalla nostra camera da letto, lascio la giacca sull’appendino e la prendo in braccio. “Ciao, amore”

Giulia Giordano e Lorenzo Lazzarini - Raccolta di racconti [Doc Nelle tue mani]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora