- 29 - Soprese non gradite

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Scusatemi tutte, non mi sono scordata di voi... semplicemente non avevo idee per la copertina. Non trovavo un'immagine che mi piacesse.
Ma adesso veniamo a noi e al nuovo capitolo. 🔞🔞🔞🔞🔞
Spero che vi piaccia.

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*Gulf POV*

Sono quasi due settimane che sono partito e Mew mi manca da morire anche se lo sento tutti i giorni.

I miei si sono accorti di qualcosa, ma non dicono niente e figuriamoci se apro bocca io.

«Gulf? Tesoro... è pronta la colazione, scendi?» sento mia mamma gridare dal piano di sotto. Il periodo che ho trascorso qui, pensavo l'avrei passato a riposare e invece mi hanno messo a lavoro appena sbarcato. Che genitori schiavisti! Rido tra me e me.

«Scendo subito mae!» le urlo di rimando «Finisco di fare una cosa e arrivo!» mi giro di nuovo al pc e finisco di cambiare le date per il volo di rientro a Bangkok. Voglio bene ai miei, ma mi manca troppo il mio uomo e voglio fargli una sorpresa.

Oltretutto mi ha scritto che stasera ha una cena con il presidente di una società di strumenti musicali, che lo vuole come Brand Ambassador; quindi, ho tutto il tempo per sistemarmi e aspettare che torni a casa.

«Che stavi facendo di sopra? Ti ho chiamato più di dieci minuti fa...»

«Scusa... ero a cambiare il biglietto aereo.» la vedo sorpresa, ma non contrariata «Devo tornare a casa prima.» le dico guardingo «È tutto ok? Non ti stai lamentando... è molto strano.» la guardo di sottecchi per cercare di capire quello che le passa per la testa.

«Certo tesoro, perché dovrebbe andare male?» dice con tranquillità «Se devi rientrare prima ci sarà un valido motivo.» calcando la parola "valido" mi fa pensare che possa sospettare qualcosa.

«Ma se vuoi, rimango... se è un problema per te.»

«No, no. Non ti preoccupare. Torna pure a Bangkok.» sorride.

Lascio perdere l'argomento anche se la guardo di sottecchi e inizio a mangiare «Ok, allora... ho l'aereo alle cinque, questo pomeriggio.»

«Ti accompagno io al traghetto, tuo padre non ci sarà per tutto il giorno, ok?»

Tutto molto strano.

Dovrò parlarle prima o poi.

Finito di fare colazione salgo nuovamente in camera mia per fare la valigia e appena sono pronto, mia mamma mi accompagna al porto.

«Allora io vado...» le dico guardandola attentamente.

«Buon viaggio figliolo.» mi abbraccia e solo allora la sento tirare su col naso.

La stringo forte prima di lasciarla per salire sul traghetto e continuo a salutarla anche quando è ormai lontana.

Arrivo a Bangkok poco prima di cena, mi dirigo subito a casa, sapendo che Mew è già uscito per il suo incontro. Disfo la valigia e gli mando un messaggio chiedendogli se è già arrivato all'appuntamento.

[Sei già arrivato al luogo del tuo appuntamento?] la risposta non tarda ad arrivare.

[Sto salendo adesso all'attico, al ristorante.] accidenti! Si trattano bene!

[Ti amo! Non vedo l'ora di tornare a casa per abbracciarti!] lo so, sono sdolcinato, ma è la verità.

[Ti amo anche io. Non vedo l'ora di essere di nuovo insieme a te. Adesso stacco che sono arrivato.]

Decido di non rispondere e di lasciarlo lavorare in pace. Quando tornerà a casa chissà che faccia farà...

Mi metto comodo e ceno velocemente, quando sento arrivare un messaggio. Controllo il cellulare e vedo che è un numero che non conosco. Decido di aprirlo lo stesso un po' per curiosità e un po' perché il testo mi fa accapponare la pelle.

[Gulf Kanawut, so che attirerò la tua attenzione con questo!] e subito dopo mi arriva un video.

Lo apro e ciò che vedo mi fa crollare il mondo addosso. Mew, abbracciato ad un altro uomo, che entra in un ascensore. Gli occhi mi si riempiono di lacrime che non riesco a trattenere. Il dolore che sento nel petto mi toglie il fiato.

Sento il suono di altri messaggi e corro a vedere se provengono dal solito numero.

[Vuoi sapere chi è?]

[Kimpton Maa-Lai, stanza 2035]

[La chiave la trovi alla reception, a nome tuo.]

[Buon divertimento!]

Provo a chiamarlo, ma risulta staccato. Mi precipito fuori, chiamo un taxi e mi faccio portare all'indirizzo dell'hotel. Sono talmente sconvolto che non mi rendo conto di quello che mi sta succedendo intorno.

Arrivo e mi dirigo subito alla reception.

«Sono Gulf Kanawut, hanno lasciato qualcosa per me?» chiedo alla ragazza di turno, che mi guarda preoccupata visti i miei occhi gonfi.

«Ecco a lei signor Kanawut, l'ascensore è quello a sinistra, piano 20. Arrivederla.» la saluto cortesemente, ma corro per andare a prendere l'ascensore senza accorgermi che, poco lontano, seduta su una poltroncina all'interno del bar della hall, c'è una delle persone che odio di più. Ovvero la ex di Mew, P'Dawn.

La salita è terribilmente agonizzante, mi sembra di non arrivare mai.

Finalmente le porte dell'ascensore si aprono e mi precipito verso la camera 2035, ma quando sono lì davanti, quasi non ho il coraggio di aprire la porta. Non voglio scoprire quello che sta succedendo lì dentro. Non voglio vedere il mio uomo a letto con un altro.

Però non posso neanche stare fermo e fare accadere le cose. È lui che mi ha fatto innamorare, deve pagarne le conseguenze. E se vedrò coi miei occhi che mi tradisce, per me sarà come morto, non vorrò più vederlo.

Scuoto la testa per cercare di essere lucido e apro.

La camera è una suite e quindi entro in salotto, ma sento chiaramente dei lamenti che provengono dalla camera da letto. Mi precipito come una furia sbattendo la porta e quello che vedo è anche peggio di quel che mi aspettavo.

Sono entrambi nudi e quello sopra Mew è Art che sta per... non ci voglio neanche pensare!

Con rapidità arrivo al letto e tiro giù quel viscido pezzo di merda dal mio uomo, che sento lamentarsi. 'Che cos'ha? Non sembra lucido! Sembra stare male!' mi chiedo dando un'occhiata veloce per poi concentrami sull'altro.

Lo tiro su da terra e inizio a picchiarlo. Il primo pugno finisce dritto sull'occhio sinistro, col secondo gli spacco un labbro, gli altri non li conto e non so neanche dove tiro «Azzardati ad avvicinarti di nuovo al mio uomo e sei morto!» gli urlo dietro mentre lui riesce a scappare alla mia presa e raccogliendo i suoi vestiti fugge nudo dalla camera.

Vorrei rincorrerlo, ma sento dei gemiti provenienti dal letto dove è steso Mew.

«Che cosa ti hanno fatto?» mi avvicino timoroso.

«Ho... tanto... caldo...» ansima «Mi fa... tanto... male!» inizia a toccare la sua erezione «Do-dove sei Bii... ho tanto... bisogno di te...» lo guardo in viso e vedo che sta piangendo, così cerco di rassicurarlo 'Ma che cazzo gli hanno fatto?!' penso con le lacrime agli occhi, capendo che ha corso un bel rischio se non fossi arrivato in tempo.

«Boo... sono qui!» cerco di riportarlo alla realtà, ma non so se capisce che sono veramente qui o pensa che sia un'allucinazione «Ti prego! Dimmi che vuoi che faccia!»

«To-toccami... ti prego toccami! Non ce la faccio più!» la sua voce bassa mi manda una scarica dritta all'inguine e sento il mio uccello indurirsi.

«Farò di più... allevierò le tue pene dandoti me stesso...»

Mi spoglio lentamente e tiro giù le lenzuola, aggrovigliate, dal letto. Ci salgo sopra e mi metto cavalcioni sul suo grembo, pronto a ricevere il suo bastone duro dentro di me. Mi siedo lentamente, assaporando ogni centimetro che entra, finché non è tutto dentro, gioendo alla sensazione.

A quel punto Mew spalanca gli occhi e sembra riconoscermi.

Mi chino sulla sua bocca e unisco le nostre labbra in un bacio bollente che si bea dei nostri gemiti.

«Bii... ti amo!»

«Ti amo anche io!»

Continuo ad andare su e giù, aumentando la velocità man mano che sento la mia eccitazione intensificarsi, ma non mi basta solo quello, devo darmi piacere anche da me. Dopotutto sono passate quasi due settimane dall'ultima volta che l'abbiamo fatto ed è troppo anche per me.

«Cazzo si!» ansimo «Mi ero quasi dimenticato quanto è bello fare l'amore con te!»

«P-più veloce... Bii ti prego, vai più veloce! Non ce la faccio più!» lo sento pregarmi e lo accontento, iniziando a rimbalzare con forza finché non lo sento venire dentro di me e questo innesca anche il mio orgasmo.

«Aahhh... sii... sii!» crollo stremato sul suo corpo, entrambi siamo ricoperti di sudore. Con ancora il suo uccello pulsante dentro di me, gli sussurro all'orecchio «Ce la fai ad alzarti per fare una doccia?»

«Mmhhh...» lo sento lamentarsi «no-non ce la faccio... ho caldo... ho ancora tanto caldo!» qualsiasi cosa gli abbiano dato, il suo effetto non è ancora svanito.

Sento che si sta irrigidendo di nuovo, ma stavolta ha la forza di ribaltare le posizioni. Adesso è lui ad essere sopra di me e incurante della mia opposizione, inizia a muoversi dentro e fuori sempre più velocemente e io capitolo di nuovo sotto il suo attacco.

Facciamo l'amore altre quattro volte prima che l'effetto svanisca e che noi crolliamo esausti in quell'ammasso di lenzuola che inizialmente era un letto.

Mi alzo per andare in bagno a sciacquarmi e a prendere una bacinella d'acqua per pulire un po' Mew, quando al mio ritorno in camera lo trovo sveglio, ma non del tutto lucido e appoggiato alla testiera del letto.

«Cosa è successo?» mi domanda con voce affranta «Ricordo solo che ero a bere in salottino privato insieme al presidente Jumpol, poi tutto si confonde.» i suoi occhi parlano chiaro, si sente in colpa per essere caduto in una trappola.

«Non so cosa ti sia successo prima del mio arrivo, so solo che, appena ho ricevuto un video dove c'eri tu che salivi in ascensore con un altro e alcuni messaggi che mi dicevano che avrei dovuto vedere coi miei occhi, mi sono precipitato qui, perché non volevo credere che tu mi stessi tradendo!»

«Non l'ho fatto! Te lo giuro!» sembra disperato «Ahia! Mi fa malissimo la testa...» si stringe le tempie con i palmi e io mi precipito da lui per aiutarlo.

«Boo!» lo prendo tra le mie braccia e inizio a cullarlo per farlo rilassare e piano piano sembra che funzioni, quando ad un certo punto lui inizia a piangere e sviene «Boo? Boo! Rispondimi!» grido il suo nome «MEW!» niente.

Chiamo la reception e chiedo di farmi mandare un'ambulanza, nel frattempo chiamo P'Bean per chiedergli di avvisare P'Silk e quando gli infermieri arrivano nella camera ho già sistemato Mew in modo che sia presentabile.

«Che cosa è successo signore?» mi chiede il medico mentre inizia a visitare Mew.

«Sono entrato in camera che stava già male, diceva di avere tanto caldo e dolore. Con lui c'era una persona e l'ha quasi...» non so neanche io quello che sto dicendo, al momento sto cercando di metabolizzare il tutto.

«Lei è il suo compagno?» lo so che me lo domanda perché è la prassi, ma non ero preparato a dover rispondere a questa domanda.

«S-si... sono il suo compagno.» balbetto un po'.

«Signore, non si deve vergognare a rispondere. Più informazioni ci dà, prima potremmo capire che è successo.» mi dice gentilmente.

«Ero fuori città, sono tornato prima per fargli una sorpresa, quando...» sono titubante se raccontarlo o no, ma devo farlo, potrebbe aiutare a capire che è successo «mi sono arrivati dei messaggi e un video. Dicevano che dovevo venire qui subito e quando sono arrivato in camera...» strizzo gli occhi perché non voglio rivivere la scena alla quale ho assistito qualche ora fa.

«Non si preoccupi, capisco la difficoltà. Non importa che mi dica tutto per filo e per segno.»

«No... è che sono successe delle cose dopo che la persona che era in questa camera è scappata...» inizio ad arrossire violentemente.

«Mi può dire nuovamente i sintomi che presentava?» chiede il medico, mentre uno degli infermieri sta mettendo una flebo a Mew.

«Diceva di avere caldo, respirava a fatica, non era lucido e...» arrossisco ancora di più «beh... e-ecco... aveva... aveva...» non ce la faccio proprio.

«Aveva un'erezione per caso?» mi viene in aiuto il dottore e io annuisco «Mmhh, adesso penso di capire. Esattamente quando è successo tutto questo?» chiede.

«Qualche ora fa...» sono imbarazzatissimo, sono sicuro che il dottore ha già capito cosa è successo dopo.

«Le posso solo dire, al momento, che ha fatto bene a fare quello che ha fatto. Sono quasi sicuro che fosse stato drogato, ma solo le analisi potranno dirci la verità. Lo svenimento può essere una conseguenza. Non si preoccupi, il suo compagno starà benissimo in un paio di giorni, ma lei gli stia vicino, mi raccomando.»

'Drogato?' penso tra me e me «È sicuro dottore? Drogato?» sono sconvolto.

«Non posso esserlo al cento per cento, ma da quello che mi ha descritto, ne sono quasi certo. Per caso conosce la persona che era in camera con lui? Vuole denunciarlo?»

«Ne parlerò con i nostri manager e cercheremo una soluzione, ma grazie.» hanno quasi finito di fare la flebo a Mew e chiedo loro se lo porteranno in ospedale.

«Ovviamente si, dobbiamo fare i controlli.» mi risponde il medico.

«Po-posso venire con voi?» non voglio certo supplicarli ma non voglio lasciarlo da solo.

«Certamente. Anche se potrebbero venire solo i parenti, capisco come si sta sentendo in questo momento.» acconsente molto gentilmente.

«Grazie mille dottore.» mi si spezza la voce e le emozioni che avevo represso si riversano in lacrime.

«Suvvia, non faccia così...» il medico mi batte una mano sulla spalla cercando di farmi calmare «il peggio è passato e quello che ha fatto l'ha sicuramente aiutato. Adesso si sistemi e ci segua in ambulanza.»

Raccolgo le mie cose e quelle di Mew e li seguo fuori dalla camera e dall'hotel, fino ad entrare in ambulanza. Una volta a sedere mando un messaggio a P'Bean per informarlo a che ospedale ci stanno portando e poi prendo la mano di Mew tra le mie.

Fuori dal pronto soccorso trovo ad aspettarci entrambi i nostri manager.

«Che cosa è successo Nong?» mi chiede P'Silk spaventato, dopo aver visto Mew svenuto sulla barella.

«Entriamo e vi racconto tutto.» suggerisco a tutti e due incamminandomi all'interno e loro mi seguono immediatamente.

«Vi prego di farmi finire di parlare prima di fare o dire qualsiasi cosa... per favore...» sento gli occhi pesanti dalla stanchezza di tutto quello che è successo, compreso il sesso.

Faccio un respiro profondo e inizio «Tutto è iniziato quando Mew mi ha detto di essere stato contattato dal presidente di un'azienda che si occupa di strumenti musicali. Lo sapete quanto piaccia a Mew suonare la chitarra e cantare; quindi, ha accettato l'incontro senza dire niente.» alzo lo sguardo per controllare le loro facce che per il momento non mostrano niente di strano «L'appuntamento era per ieri sera nel ristorante dell'hotel Kimpton Maa-Lai. Me lo aveva raccontato perché sapeva che mi sarei preoccupato se non avesse risposto al telefono.» mi fermo un attimo per riordinare i pensieri «Come sai Phi, ero a casa dai miei, anzi, dovevo essere ancora da loro, ma mi mancava troppo Mew e così ho deciso di fargli una sorpresa una volta che fosse tornato al Condo, ma non è andata proprio come speravo.» mi fermo di nuovo a guardarli e mi accorgo che iniziano ad essere nervosi.

«Ero arrivato a casa da mezz'ora circa quando mi sono arrivati alcuni messaggi ed un video da un numero sconosciuto.» prendo il telefono e lo passo a P'Silk che inizia a guardare insieme a P'Bean e iniziano a incupirsi, ma non dicono niente, come mi hanno promesso.

«Mi sono precipitato subito in albergo e una volta arrivato nella camera ho trovato Mew completamente nudo in preda ad una qualche allucinazione, aveva caldo e dolore a... beh avete capito. Ma la cosa peggio è che a cavalcioni c'era Art, anche lui nudo e in procinto di-» mi viene un conato di vomito al pensiero di quello che poteva succedere.

«Scusate... sono ancora sconvolto dalla cosa.» riprendo dopo un attimo «Ho cercato di far stare meglio Mew, non importa che dica come, penso lo abbiate capito. Quando ha iniziato a riprendersi, ha iniziato a piangere finché non è svenuto, a quel punto ho fatto chiamare un'ambulanza e vi ho chiamati.» ho bisogno di chiudere un attimo gli occhi e rilassarmi.

«Il dottore, quando gli ho spiegato i sintomi, ha detto che potrebbe essere stato drogato. Penso che adesso stiano facendo tutti gli accertamenti necessari.»

«E quel pezzo di merda che fine ha fatto?» sento ringhiare P'Silk «Dov'è quel bastardo?» sibila a denti stretti.

«Non lo so.» rispondo sinceramente «L'ho preso a pugni in faccia ma è riuscito a scappare e non l'ho inseguito vista la situazione. Potremmo provare a cercarlo, se sapete dove abita.» propongo.

«No, la sua casa fu venduta l'anno scorso, dopo che successe il problema con quella dannata diretta.» dice P'Silk.

«Mmhh... capisco.» rimugino sul da farsi quando mi vengono in mente i genitori di Mew «P'Silk?» lo chiamo «Non sarebbe il caso di avvisare i genitori di Mew? Magari dovrebbero saperlo...» suggerisco.

«Ci penserò io ad avvisarli quando sarà giorno, adesso è inutile allarmarli. Aspettiamo di sapere come sono andate le analisi prima.» si passa una mano sopra gli occhi, che adesso appaiono stanchi, mentre io sono prossimo a crollare sfinito e P'Bean se ne accorge.

«Nong... non sarebbe meglio se tu ti rilassassi un po'? Dalla faccia si vede che sei al limite, hai bisogno di riposo... vuoi che ti porti a casa?» mi chiede dolcemente.

«No Phi... non me ne vado senza di lui! Voglio stare qui, se avesse bisogno di me...» chino la testa e inizio a singhiozzare, due braccia forti mi abbracciano per confortarmi e mi lascio andare totalmente.

Si affaccia un'infermiera per vedere che succede e vedendo la scena, capisce subito il motivo. Anche se non potrebbe mi fa passare per andare a vedere Mew, che è in una stanza a sé e sta dormendo tranquillo adesso.

Controllo che non ci sia nessuno e mi sdraio al suo fianco sul letto, addormentandomi sfinito.

Non so quanto tempo sia passato, ma sento una mano che mi accarezza e mi sveglio di colpo, trovando due occhi scuri che mi fissano con amore.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime che iniziano a scendere copiose sulle mie guance, senza riuscire a fermarle.

«Ti prego... non piangere...» la sua flebile voce mi implora di smettere, mentre le sue dita cercano di asciugare quelle lacrime traditrici «non farlo o mi farai sentire in colpa.»

«B-Boo... s-sei qui! Sei t-tornato da me! M-mi sono s-spaventato tantissimo! N-non farlo mai più!» continuo a singhiozzare cullato dalle sue dolci braccia.

«Sshh... non piangere. Sono qui, ci sono io con te. Non ti lascerò mai.» sento che la sua voce sta riacquistando forza e inizio a tranquillizzarmi.

Passano dieci minuti prima che possa parlare tranquillamente senza piangere.

«Raccontami cosa è successo... io ho tutto confuso in testa. Ricordo solo che ero in una saletta a bere insieme al presidente Jumpol e che ho iniziato a sentirmi strano, poi ho solo dei ricordi nebbiosi.»

«Adesso riposati, una volta che ti avranno dimesso e che saremo a casa, ti racconterò tutto. Te lo prometto.» proposta che viene accettata subito. Si sposta leggermente per farmi più spazio e mi abbraccia stretto fino a che non ci addormentiamo entrambi.

Vengo svegliato dall'infermiera che mi dice che il dottore ci vuole parlare, così scendo senza svegliare Mew ed esco dalla stanza.

«Signor Kanawut. Signor Phichai. Signor Rattanon. Sono arrivati i risultati delle analisi e confermano quello che avevo detto. Il signor Suppasit è stato drogato. Ci sono tracce di GHB e Cialis, ecco spiegato perché si sentiva stordito e aveva determinate voglie. Se volete, potete sporgere denuncia contro la persona che è stata trovata insieme al Signor Suppasit. Ditemi voi.»

È P'Silk a rispondere prima di tutti «Ce ne occuperemo noi dottore, ma grazie. E grazie di tutto quello che ha fatto stanotte.»

«Dottore... quando potrà tornare a casa?» chiedo speranzoso.

«Anche subito se lui se la sente. Ma deve stare a riposo, senza troppe visite.»

Meno di trenta minuti dopo ho la lettera di dimissioni tra le mani e ci facciamo portare a casa. Tranquillizzati i Phi che sarebbe stato bene, rimaniamo da soli e gli racconto tutto, con la promessa che non si sarebbe fatto prendere né dalla rabbia, né dall'agitazione.

«E questo è tutto.» finisco il resoconto «Come ti senti?»

«Senza parole e dispiaciuto.» il tono sconfortato mi fa preoccupare «Sono cascato in una trappola così banale... sono proprio un idiota!» si arrabbia.

«Boo... non dire così. Non potevi farci niente. Sei stato drogato, non potevi rendertene conto.» lo rassicuro «Che ne dici se ce ne andassimo a dormire e ne discutessimo poi, quando saremo riposati?» propongo.

Mi guarda negli occhi e pronuncia solo due parole «Ti amo!»

Arrossisco e distolgo lo sguardo, sentendo una piccola risata da parte sua. Poi si alza dal divano, mi prende la mano e mi trascina lentamente in camera da letto, dove ci stendiamo e ci addormentiamo l'uno tra le braccia dell'altro senza pensare più ad Art e all'altra persona che trama nell'ombra.

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Ci sarà un po' di serenità per questi due adesso??
Continuate a seguirmi e lo scoprirete... 💋


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