6. Nell'ombra

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Dita lunghe e sottili tamburellano contro il tavolo davanti a lui. Satoru lo fissa con una furia silenziosa. Non può etichettare le emozioni esatte che sta provando. C'è il dolore che affonda i denti nel suo cuore e c'è anche il rimpianto e il senso di colpa che riescono a insinuarsi nel suo subconscio.

Non è mai stato bravo a gestire nessun tipo di emozione.

Sospirando pesantemente, Satoru si appoggia allo schienale del divano e si passa una mano tra i capelli umidi, mandando un paio di goccioline vaganti a rotolare lungo la sua mano e scomparire nel risvolto della sua felpa.

«Non puoi nasconderti per sempre» Ieiri lo guarda da sopra la sua tazza di caffè con un'espressione indifferente. «Fuggire solo per una piccola discussione non è da te, Gojo»

«Non sto scappando»

«Allora come lo chiameresti?» Si sporge in avanti, posa il caffè e gli rivolge la sua totale attenzione. Satoru si sposta al suo posto e desidera che abbia la lungimiranza di acquistare lenti sostitutive per quelle rotte. Gli occhiali rotti sono ancora sulla sua persona come una sorta di testamento che ricorda che quella notte non è stata solo un incubo.

«La definirei una visita improvvisata alla mia buon amica!»

Ieiri sbuffa. «Giusto, certo. Di certo la definirei improvvisata dato che è quasi l'una del mattino» lei borbotta, lanciandogli un'occhiata.

«Aw, andiamo, mi ami» Satoru le fa un sorriso sbilenco, guadagnandosi un'occhiata da parte sua.

«Non esagerare»

Rimangono in silenzio e Satoru, per una volta, non è interessato a romperlo. Invece, si tiene occupato torcendo la fede nuziale intorno e intorno, trafitto dal bagliore d'argento contro la luce.

«Mi odia» Satoru parla così all'improvviso che prende anche se stesso alla sprovvista. Si fissa le mani tremanti prima di alzare lo sguardo su Ieiri, ignorando come i suoi occhi iniziano a pungere. «Ha detto che preferirebbe morire piuttosto che...» si costringe a fermarsi, non volendo finire la frase. Satoru non è nemmeno sicuro di poter finire la frase se volesse, la sua voce si incrina e la sua gola si chiude.

È davvero così orribile essere sposato?

Fa così male perché- «Lo amo» Satoru finisce il suo pensiero ad alta voce senza rendersene conto. Viene avvolto in un forte abbraccio. Si aggrappa a Ieiri come se fosse il suo unico supporto vitale. Seppellendo il viso contro la sua spalla, emette un singhiozzo soffocato.

«Lo amo» ripete ancora una volta in un sussurro, «Lo amo così tanto»

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Satoru fissa il soffitto scuro del soggiorno di Ieiri. Sono passate un paio d'ore da quando è arrivato alla sua porta in un pasticcio di confusione e dolore. Era passata solo un'ora dopo che era crollato di fronte a lei per la prima volta e ora sta affrontando il contraccolpo dell'imbarazzo paralizzante per quella particolare impresa.

Lui è Gojo Satoru. Dovrebbe essere forte e insensibile. Piangere in presenza di qualcuno è sufficiente per abbattere il suo ego e vorrebbe poter tornare indietro nel tempo e impedirsi di farlo. Non è sicuro di poterla guardare negli occhi al mattino. Con un gemito, si preme i palmi delle mani contro gli occhi e si sforza di mettere da parte quei pensieri.

Andrà avanti e farà finta che non sia successo niente. Satoru sa che Ieiri sarà così gentile da stare al gioco e salvare i brandelli rimanenti della sua dignità.

Satoru cerca di dormire ma si ritrova invece a pensare a Geto. La sua mano si sposta dove si trova il suo cuore e sente il battito costante. Nel silenzio dell'appartamento, riesce quasi a sentire il proprio cuore. O forse sono solo le sue orecchie che giocano brutti scherzi per riempire la quiete.

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