quattordici

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<<ma questi te lo devi portare via per forza?>>domandò la bionda facendo il labbruccio.
<<si, è il mio preferito>>dissi prendendole il vestito dalle mani.
<<eddaii, devo avere un ricordo tuo>>rise.
<<guarda che mica muoio eh>>feci le corna.
stavo preparando le valigie anche se non sapevo ancora il giorno esatto della mia partenza.
<<ti lascio questo>>le lanciai un pupazzo con il quale dormivo abbracciata.
lo afferrò al volo.
<<sa di te>>lo annusò <<mi piace>>sorrise.
le strizzai l'occhio e riposi dentro il bagaglio un maglione.
<<e a me che lasci?>>arrivò in camera mia andreas, si era appena svegliato.
<<mmh, fammi pensare>>mi grattai il mento.
<<questo>>mi tolsi l'elastico che da sempre tenevo al polso.
<<come i fidanzati>>alzò ripetutamente le soppracciglia viola.
<<già>>sorrise malizioso il ragazzo.
<<che scemi>>alzai gli occhi al cielo.
<<tanto per dire, non lo ha dato nemmeno a sami>>parlò ad andreas.
<<la vuoi finire o vuoi continuare?>>domandai retoricamente.
<<e voi che mi date? viola ti aiuto, quel maglione bello nero, sai hai capito no?>>intendevo il suo maglione preferito che portava ogni settimana.
<<mmh no, io ti darei questo>>andò in camera sua e prese un vestito rosa.
<<ti sta da dio>>me lo porse.
<<ma sei sicura?>>domandai alzando le sopracciglia.
<<mmh-mmh>>annuì energicamente.
<<uhm okay>>alzai le spallucce afferrando la gruccia.
<<tieni>>mi passò un rullino di 3 fotografie che ci eravamo fatti un pomeriggio andreas.
non sono mai stata così felice come quel pomeriggio.
le presi e le guardai sorridendo.
<<grazie andreas>>mi sistemai gli occhiali.
<<ma tu ce ne hai una?>>domandai.
<<certo, cosa pensi che io ti dia l'originale, quelle sono una copia>>rise abbracciandomi.
risi pure io e gli accarezzai la schiena.
sistemai gli ultimi indumenti, chiusi la valigia e la riposi sotto al letto.

mi feci una doccia calda e mi lavai i capelli.
misi della schiuma per farli diventare ricci e li asciugai con il diffusore.
mi spalmai della crema alla vaniglia di tutto il corpo e poi indossai il mio pigiama che tanto mio non era: pantaloni del parís-saint germán di sami e una maglia a  maniche corte  bianca sempre sua.

<<che mangiamo?>>domandai andando in cucina salterellando come una bambina.
<<ci sono delle bistecche e patatine fritte>>disse sami.
<<e tu che ci fai qui?>>chiesi ridendo.
<<sono venuto a fare un salto>>alzò le spalle.
<<okay>>mi sedetti su una sedia.
si avvicinò e mi baciò ripetutamente.
<<comunque ho dovuto eliminare dei giochi che ti eri scaricata, avevo il telefono pieno>>rise sistemandomi gli occhiali.
<<no sami se hai eliminato subway surf t'ammazzo>>gesticolai.
<<mi dispiace ma belle>>sforzò un sorriso.
<<nooo samii>> mi disperai, lui se la rise.
<<dai fammi giocare a tiger ball>>gli presi il telefono dalle mani.
<<dammelo immediatamente>>si alzò di scatto.
me lo strappò dalle mani violentemente.
<<beh calmo, che è hai l'amante?>>domandai retoricamente.
non rispose aveva lo sguardo focalizzato sullo schermo, vedevo che digitava.
mi alzai feci cenno ad andreas ed andammo a fumare una sigaretta.

<<hai visto?>>risi senza umorismo.
alzò le soppracciglia con espressione schifata.
<<io come te>>dissi.
<<e poi dovrei dirglielo? che scherziamo?>>continuai facendo un tiro.
<<dirmi cosa?>>ci raggiunse il moro.
<<nah niente di importante>>alzai le spalle.
andreas spense la sigaretta che non aveva fumato neanche per metà e raggiunse la bionda ai fornelli.
calò un silenzio religioso, si sentivano solamente delle sirene e il rumore delle auto sfrecciare.
<<perché sei così?>>domandò guardandomi.
<<io? dovrei chiedertelo io a te>>spensi il mozzicone e feci per rientrare ma mi bloccò prendendomi per il braccio, mi fece sbattere la schiena alla righiera e si parò davanti a me appoggiando le mani nel bordo del terrazzo all'altezza dei miei fianchi.
stette a guardarmi per un minuto.
<<beh, che vuoi fare rimanere così per tutta la vita?>>risi senza umorismo.
<<te la sei presa per quella stupidaggine?>>mi lasciò passare.
<<io tanto stupidaggine non la chiamerei>>dissi seria.
entrai così fece lui.
<<fai sul serio?>>domandò retoricamente.
non risposi, incrociai le braccia sotto al seno.
rise passandosi una mano sul mento.
<<cosa dovrei pensare?>>allargai le braccia.
si avvicinò a me e mi baciò.
mi staccai immediatamente.
<<io ti amo angè>>alzò le soppracciglia.
<<sei tanto bravo con le parole sami>>scossi la testa.
<<scusa?>>domandò indietreggiando.
<<non ti rendi conto che in sti giorni se non ti chiamo io tu ti dimenticheresti?>>portai una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
abbassò il capo, prese le sue chiavi di casa e se ne andò.
<<sei solo capace di scappare, se hai le palle stai qui e discutiamo>>parlai prima che potesse varcare l'uscita.
mi rivolse uno sguardo veloce e se ne andò sbattendo la porta.
<<fanculo sami>>mi alzai sulle punte aumentando il tono di voce.

••••

sami's pov
aver sentito le parole di angelica mi ha fatto male.
era vero, la stavo trascurando, tra studio e qualche altra ragazza con lei ci stavo poco tempo e poi la trattavo male.
mi stavo vedendo con la mia ex, ci avevo scopato qualche volta.
non voglio perdere angelica, assolutamente, ma sto facendo tutto per perderla.
come dovrei comportarmi? non riesco proprio a essere normale sapendo che quando lei non è casa c'è federica nel mio letto a farmi compagnia.
sono un coglione.
dovrei lasciarla? non lo so.
<<dans ma tête, il n'y a que des problèmes>>sussurrai appoggiando le mani sulla mia testa.
ora andrei su, a casa sua ed urlarle in 100 lingue diverse che la amo, ma sarei solo che ridicolo se poi le dicessi che sto combinando.
anche lei mi sta nascondendo qualcosa, e se anche lei mi stesse tradendo?

non essere così patetico, lo sai, lei non farebbe mai.

<<hai scordato la felpa>>entrò in casa la mia angelica.
la appoggiò nel tavolo.
<<potevi tenertela, ormai il mio armadio è diventato il tuo>>sorrisi debolmente.
abbozzò un sorrisetto e se ne andò.
<<aspetta angè>> la richiamai.
fece un cenno con la testa facendomi capire di argomentare.
<<c'è qualcosa che devi dirmi?>>domandai alzandomi in piedi.
pensó per qualche secondo guardando l'arredamento di casa evitando di incrociare il mio sguardo.
<<no>>fece le spallucce.
<<domani è il tuo compleanno, fatti bella, ti porto fuori>>dissi avvicinandomi a lei.
<<lo sai che a me basta una pizza sul divano>> disse ridendo malinconicamente.
<<no, sta volta usciamo>>insitei guardandole le labbra.
involontariamente ci avvicinammo sempre di più e le nostre bocche si sfiorano.
<<mi manchi tanto sami>>appoggiò le mani sui miei pettorali.
si voltò, la presi e la feci voltare verso di me.
analizzai il suo volto perfetto e la baciai con foga.
ancora una volta fu lei a staccarsi.
<<devo andare>>sforzò un sorriso.
annuii con il capo abbassato.
<<ti amo>>sussurrai non appena chiuse la porta.

non ho parole per descrivermi.

 ma come cazzo è dura senza di te // sackyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora