due

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<<viola sei sicura che sia questa la classe giusta?>>domandai prima di entrare nell'aula.
<<si 135, 3el, è questa>>disse incandomi il foglio appeso affianco alla porta.
<<vai bussa te>>le feci cenno con la mano.
<<no, vai tu>>rise lei.
<<viola eddai>>alzai gli occhi.
non facemmo in tempo ad aprire la porta che una signora sulla cinquantina ci precedette.
<<ah, voi siete quelle nuove!>>esclamò alzando le soppracciglia.
<<già>>sorrisi senza mostrare i denti.
<<accomodatevi pure su quei banchi>>indicò due che erano posizionati nell'angolo a destra vicino alla finestra.
<<i meglio>>sussurrai alla bionda.
lei rise silenziosamente.
<<beh presentatevi>>ci invitò la professoressa.
<<io sono ang->>provai a parlare.
<<su ragazzina alzati in piedi>> mi invitò la professoressa.
<<okay, allora io sono angelica, lei è viola,  abbiamo entrambe  16 anni, ci piace studiare le lingue, ascoltare la musica e leggere e che dire, giochiamo a pallavolo da quando abbiamo 7 anni>>sorrisi.
<<e da dove venite?>>chiese curiosa.
<<venezia>>si intromise viola.
<<bella! stiamo programmando una gita proprio la>>esclamò felice la donna.
sentivo gli occhi fissi da tutta la classe, soprattutto da alcuni ragazzi, che devo ammettere erano niente male.
<<ci fare da guida>>parlò proprio uno di questi.
risi imbarazzata guardandolo.
<<bene, io sono e sarò la vostra professoressa di italiano per altri 3 anni>>appoggiò le mani sulla cattedra.
<<che sfiga>>parlò l'altro ragazzo.
<<simone!>>esclamò la donna.

••••

<<ma tu hai capito qualcosa di quello che ha spiegato?>>corrugai la fronte.
<<no>>rispose la bionda alle macchinette.
<<se volete vi posso aiutare>>si intromise una ragazza che era alle nostre spalle.
ci girammo di scatto entrambe.
<<sono una vostra compagna di classe, mi chiamo yasmine el hassan>>ci porse la mano.
<<ah grazie mille, sarebbe ottimo>>le sorrisi sistemandomi gli occhiali.
<<ho sentito che ti piacciono le lingue e, beh hai un accento perfetto in inglese>>giocherellò con i lacci della felpa.
<<ah grazie, i miei sono americani, quindi a casa parliamo sempre inglese>>le sorrisi inserendo delle monete sulla macchinetta.
<<pazzesco, se vuoi oggi pomeriggio sono libera, se ti va vieni da me a ripassare insieme le cose fatte oggi>>propose grattandosi la fronte.
<<certo!>>esclamò.
<<dove abiti?>>domandai prendendo la mia merendina.
<<in via delle albere 21>>rispose facendo un passo avanti.
io e la bionda ci guardammo in faccia immediatamente.
<<missa che abitiamo nello stesso palazzo>>risi guardandola.
<<che piano?>>prese a sua volta la merenda.
<<terzo tu?>>addentai il mio kindle bueno.
<<secondo>>aprì la confezione.
<<perfetto! allora facciamo per le 16, vabbene?>>corrugò la fronte.

••••

bussai la porta timidamente e mi aprì il ragazzo che l'altro giorno mi aveva aiutata a portare la valigia su per le scale.
era in canottiera con le spalline larghe, mi squadrò da capa a piedi.
<<ciao, sono qui per yas->>cercai di parlare.
<<yasmineee>>urlò voltando la faccia verso l'interno della casa.
dopo poco arrivò la ragazza.
<<angelica! scusami ma oggi c'è mio fratello ed alcuni suoi amici>>sorrise senza mostrare i denti.
<<non preoccuparti, se vuoi possiamo salire da me, non c'è nessuno>>sentivo lo sguardo del ragazzo fisso su di me.
<<no, state qua, facciamo i bravi>>si grattò il labbro.
<<okay>>disse stranita la sorella.
<<dai su ragazzina, entra>>aprì le braccia facendomi entrare.
<<sami vedi di smetterla>>lo sgridò yasmine socchiudendo gli occhi.
<<che c'è? non sto facendo niente>>rise il moro.
mi sistemai gli occhiali ed entrai in casa.
<<iniziamo con matematica>>tirò fuori il suo libro.
<<le disequqzioni, ti ricordi come si fanno?>>domandò sfogliando le pagine del libro.
<<mmh, sono quelle tipo equazioni?>>corrugai la fronte.
<<si circa, sono quelle>>pensò un attimo.
<<bene ora prova a svolgere questa, poi la correggiamo insieme>>mi sorrise porgendomi il libro.
<<no, forse non hai capito che io non so proprio da dove iniziare>>risi imbarazzata.
<<allora proviamo a farla insieme>>disse dolcemente.
dopo circa una ventina di disequzioni, avevo, forse, iniziato capirete qualcosa.
<<angi, ma chi sei, un mostro>>esclamò dopo aver corretto l'espressione senza trovare un errore.
<<beh, è grazie a te>>mi sistemai gli occhiali.
avevo sete, tanta sete, ma non volevo andare in cucina e vedere suo fratello ed i suoi amici, sarebbe stato imbarazzante.
chiuse i libri, presi coraggio <<posso andare in bagno?>>domandai.
<<certo, infondo al corridoio a destra>>me lo indicò.
aprii la porta e mi avviai guardando i diversi quadri che addornavano le pareti della casa.
senza pensarci entrai senza bussare.
<< yas sta ser->> parlò sami.
sentii le mie guance diventare rosse fuoco.
aveva un asciugano legato in vita, il petto nudo e con le goccioline d'acqua che scorrevano nei suoi addominali.
<<ah, sei tu, che bella sorpresa>>esclamò.
<<s-scusa>>sibilai guardandolo ammagliata.
<<adesso vado>>prese il telefono, e mi sorpasso prendendomi per i fianchi, mi accarezzò il ventre, facendomi adagiare alla sua lunghezza.
bevetti qualche sorso di acqua e poi tornai da yasmine.
studiammo un po' di inglese e quando furono le 18 incominciai a sistemare le cose perché avrei dovuto fare allenamento.
<<io ora devo andare, devo mangiare altrimenti sbocco tutto all'allenamento>>le sorrisi.
<<vabene, mi ha fatto piacere di aver studiato assieme>>ricambiò.
ci avviamo in cucina dove c'era il moro.
mi guardò malizioso e con un sorriso sghembo.
<<ci si vede ragazzina>>fece il saluto del soldato.
"ciao" feci segno con la mano.

ci si vede?

salii le scale rapidamente ed entrai in casa.
<<angi, ho già avvisato l'allenatore, non vengo ho il ginocchio distrutto>>disse viola non appena poggiai lo zaino a terra.
<<mi lasci sola? brutta stronza>>risi.
<<no dai, sul serio, va bene stai tranquilla, vai a dormire presto>>le raccomandai con tono serio.
<<si mamma>>sorrise.
preparai il borsone e un piatto di pasta in bianco.
lavai le stoviglie che usai, mi vestii con un paio di pantaloni da basket, una maglia a maniche corte,una felpa, dei calzini che coprivano solamente la caviglia e le airforce 1 bianche.
levai i capelli in una coda bassa, mi misi dei orecchìni a cerchio oro ed uscii di casa.
<<dove vai?>>domandò una voce a me familiare.
<<in palestra>>risposi guardano sami.
<<ti accompagno>>si affiancò e fece l'occhiolino.
poggiai a terra il borsone ed incomiciai a trascinarlo per il trolley.
<<quindi sei in classe con mia sorella, ma belle?>>domandò corrugando la fronte.
<<si>> annuii.
<<bene dai, avrò l'occasione per vederti di più>>mi strizzò l'occhiolino.
<<già>> sorrisi.
ad un certo punto la strada non era più illuminata ed un gruppo di ragazzi si stava avvicinando così mi strinse il suo braccio attorno al mio collo.
i tre mi guardarono così lui mi avvicinò ancora di più al suo viso.
<<che c'è?>>lo guardai alzando le ciglia.
<<niente, non mi piace quella gente>>mi guardò le labbra.
rimanemmo in quella posizione fino a che non arrivammo in palestra.
<<questo é il mio numero, quando finisci chiamami che ti accompagno a casa>>parlò con tono serio passandomi il suo telefono.
<<okay, grazie">>gli sorrisi.
mi baciò l'angolo della bocca accarezzandomi il fianco.

sami, sami, sami, non capisco niente

gli errori verrano corretti

 ma come cazzo è dura senza di te // sackyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora