tredici

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salgo le scale a due a due.
<<angi, guarda che cadi!>>rise la mia migliore amica.
<<tiggiuro che potrei volare>>mi voltai e sorrisi a 32 denti.
<<ti manderò tantissime foto, te lo prometto e poi- poi ti chiamerò ogni ora>>dissi euforica.
<<e tu, beh, tu dovrai aiutarmi a studiare il francese in questi giorni>> feci le spallucce.
<<ma se non lo so nemmeno io>>rise.
<<vabbè mi aiuterai lo stesso>>le feci l'occhiolino.
<<che scema>>sorrise scuotendo la testa.
una volta arrivata davanti a casa di sami estrassi dalla tasca della felpa la chiave di casa sua.
<<sami, ho una bella>>aprii la porta a testa bassa con un sorriso sghembo.
<<o forse brutta>>dissi a bassa voce con i denti stretti.
<<notizia da darti>>alzai il capo entrai ma non c'era nessuno.
era tutto buio, era via, ancora, e non mi aveva detto dove sarebbe andato.
<<beh, fa niente, te la dirò un altro giorno>>pensai a voce alta.
mi girai chiusi la porta a chiave e andai nel mio appartamento.
sistemai le cose del l'allenamento e preparai lo zaino.
sento battere sulla finestra, all'inizio non ci faccio caso ma poi lo sento un'altra volta ancora.
mi affaccio e vedo sami.

da sami❤️‍🩹
aprimi

mi scrisse in quel momento.
mi precipitai alla porta e lo aspettai.
forse era il momento giusto per dirglielo, ero troppo entusiasta.
sale le scale con la testa bassa.
<<dove sei stato?>>dissi guardano l'orologio, era mezzanotte.
<<te l'ho gia detto>>sbuffò e mi oltrepassò dandomi una spallata.
<<che c'è?>>inchiavai e lo seguii dato che si stava avviando verso camera mia.
<<niente>>disse secco.
<<sami sai che puoi parl->>cercai di parlare.
<<hai finito di rompermi il cazzo? sono solo passato perché avevo dimenticato il carica batterie>>disse staccandolo.
<<io non ti capisco>>scossi la testa.
<<sei così strano>>continuai abbassando lo sguardo.
<<se solo mi lasciassi in pace, magari non sarei così>>a queste sue parole mi si gelò il sangue.
<<ah adesso è colpa mia?! dio mio sami>>inveii.
presi una sigaretta, me la accesi e andai in terrazzino.
<<che cazzo fai?>>domandò infastidito.
non sopportava il fatto che quando qualcosa mi turbava fumavo.
<<vedi di non rompermi il cazzo>>alzai le soppracciglia.
<<vedi di crescere un po'>>rise senza umorismo.
<<scusami? é da sta mattina che mi tratti male senza che io sappia il motivo>>alzai il tono di voce.
<<provo a parlati e non fai altro che dirmi di lasciarti in pace>>feci un tiro.
non parlò, stette in silenzio.
<<come pensi che io ci stia?>>domandai retoricamente.
<<beh te lo dico io, dimmerda>>gettai il mozzicone.
<<io adesso vado a dormire ti fai quello che ti pare>>lo sorpassai.
<<no tu non vai da nessuna parte>>mi prese il braccio.
<<ho avuto affari da risolvere e poi sono stato via>>mi avvicinò ancora di più a lui.
accesi la luce la quale era rimasta spenta fino ad ora.
lo guardai e notai il labbro ed il soppracciglio spaccato.
<<non sono stupida, che è successo>>gli indicai le ferite.
<<non sono cazzi tuoi, va bene?!>>sbraitò.
<<va bene, allora se è così puoi pure andartene>>gli indicai la porta.
<<che é mi stai lasciando?>>domandò ridendo senza umorismo.
feci le spallucce.
<<ah angelica, angelica>>continuò.
<<perché sei così, dimmelo>>insistei.
<<basta! finiscila!>>urlò.
gli occhi mi si stavano cristallizzando.
<<sei solo che un egoista>>lo spinsi.
<<un coglione>>lo spinsi ancora.
<<a cui non frega minimamente di come sto io>>cercai una sua reazione.
vedevo i suoi occhi che brillavano dalla rabbia.
<<fanculo>>mi prese il collo e mi baciò con foga.
il bacio si trasformò in limone.
solamente per la mancanza di ossigeno ci staccammo.
<<puoi dirmi tutto, ma tu sei la cosa più importante della mia vita>>mi spinse facendomi cadere nel materasso del mio letto.
mi tolsi i pantaloni e maglia rimanendo in mutande.
lui sorrise compiaciuto.
<<dai su, che aspetti>>risi.
rischiando di inciampare nei pantaloni più volte, si svestì.
<<fanculo ai preliminari, ti voglio>>si avventò su di me.
baciò ogni centimetro del mio busto, si soffermò sui capezzoli, ci giocherellò con la lingua.
<<aspetta sami, il preservativo>>parlai a fatica se lo infilò ed entrò violentemente su di me.
<<sei bellissima cazzo>>disse con il fiatone.
mi contorcevo ad ogni sua spinta, il mio corpo era invaso dal piacere.
<<continua così samih>>ansiamai nel mentre mi leccava il capezzolo sinistro.
ribaltò la situazione, mi strinse i fianchi e mi guidò in movimenti sempre più veloci.
<<più forte>>dissi in preda all'eccitazione.
sali con le mani e mi pizzicò il seno.
si alzò con la schiena ed incomiciò ad andare sempre più veloce.
venimmo insieme.
prese la sua maglietta e le nostre mutande.
mi rivestii e mi sdraiai nel letto dandogli le spalle.
<<che c'è?>>domandò accarezzandomi con il medio e l'anulare il ventre.
<<nulla>>dissi fredda.
<<dai su, dimmi che hai>>mi fece girare.
<<non pensare che con una scopata abbiamo risolto>>lo guardai dritto negli occhi.
<<non abbiamo scopato, abbiamo fatto l'amore>>disse serio.
io risi involontariamente.
<<eddai non ridere, è vero>>mi diede un pugnetto sulla spalla.
<<comunque il concetto era quello>>ritornai seria.
<<si lo so, ora dormi, altrimenti domani a scuola non ci riesci ad andare>>parlò sulle mie labbra.
appoggiai la mia testa sul suo pettorale e chiusi gli occhi.

••••

<<e per quanto dovrai stare?>>chiese andreas corrugando la fronte.
<<non so, però sinceramente mi spaventa il fatto di andare da sola>>gli passai la j.
<<a sami devo ancora dirglielo>>pensai ad alata voce.
<<vengo io>>si alzò dalle scale d'emergenza sulle quali eravamo seduti.
<<non puoi mollare tutto così all'improvviso>>gli sorrisi  guardandolo dall'alto.
<<non ho nulla qui, so il francese, potrei aprire uno studio di tatuaggi, sarebbe il mio sogno>>parlò con gli occhi che gli brillavano.
<<dai su, torniamo dentro altrimenti ci fanno per dispersi>>dissi cingendogli il fianco con il mio braccio.
appoggiò il suo braccio sulla mia spalla, mi baciò i capelli e ci avviammo nelle nostre classi.

<<che congiuntivite che hai angelica!>>esclamò ironica la mia professoressa di matematica.
<<eh già, si vede tanto vero?>>risposi altrettanto ironicamente.
<<siediti al banco e segui la lezioni se non vuoi che ti metta 4>>sbraitò.
<<beh mi alzerebbe la media>>scherzai provocando una risata generale.
<<comunque ieri>>alzò le sopracciglia ripetutamente viola.
<<dai scema>>le diedi un pugnetto appoggiando la testa sul banco.
<<glielo hai detto?>>domandò.
<<no, non ancora>>dissi sbadigliando ed alzai il capo.
<<e quanto vuoi spettare ancora?>>dai sporse per guardarmi in faccia.
<<boh, in questi giorni è strano, se glielo dicessi probabilmente sarebbe la volta buona che mi lascia>>dissi guardando il vuoto.

suonò la campanella, facemmo gli zaini e uscimmo da scuola.
aspettai andreas e ci incamminammo verso casa.
pensavo che non ci fosse sami invece vidi la sua mercedes bianca parcheggiata al solito posto, lui era poggiato al cofano.
<<sarebbe una figata>>disse andreas una volta che arrivammo davanti a sami.
<<che cosa?>>domandò il moro fulminando il ragazzo al mio fianco il quale ghignò.
<<niente,non pensavo venissi, dovresti essere in studio>>guardai l'orologio al mio polso.
<<lo so, ma volevo vederti>>si avvicinò e mi baciò la fronte.
istintivamente lo abbracciai forte.
<<beh noi andiamo a mangiare qualcosa, voi venite?>>domandò sami.
credo che abbia invitato anche andreas per educazione, non fa altro che sparlare di lui quando è con me.
<<no, tranquillo, ci becchiamo dopo>>fece il saluto del soldato andreas.
salimmo in macchina.

<<non mi piace proprio quel ragazzo, avete fumato insieme vero?>>domandò ingranando la marcia.
<<mmh-mmh>>annuii.
strinse le mani attorno al volante.
<<ho fatto solo due tiri>>lo rassicurai.
annuì rimanendo in silenzio.
era il momento giusto per dirglielo.
<<vuoi sapere una cosa?>>domandai sorridendo.
<<vai dimmi>>sorrise anche lui.
<<ieri mi han->>venni interrotta dalla suoneria del suo telefono.
<<scusa devo rispondere per forza>>inarcò le soppracciglia.
<<si certo>>dissi tristemente.
all'inizio mandava a fanculo chiunque lo chiamasse quando era con me, non rispondeva nemmeno ai suoi.
<<si, dammi 10 minuti e sono lì>>disse annuendo.
rimase al telefono per dieci minuti circa.
appese e si mise il telefono in tasca.
<<mi spiace devo portarti a casa, ci vediamo sta sera>>disse incalzando la via di casa nostra.
<<okay>>annuii sorridendo tristemente.
<<vieni da me, almeno c'è il letto matrimoniale>>disse ridendo.
<<okay>>accostò la macchina.
<<a dopo>>si avvicinò per darmi un bacio ma lo scansai e scesi dalla macchina.

sami io proprio non ti capisco.

 ma come cazzo è dura senza di te // sackyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora