Capitolo Quindici

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Aprile 2022

Quattro dopo il 10 Aprile

Era ormai sera quando vidi la Citroen di Stefi arrivare e parcheggiare vicino a casa della signora Carla. Anche Lei e Andrea avevano preso un alloggio vicino al mio probabilmente. Io e Dani avevamo parlato tutto il pomeriggio, dopodiché eravamo andati ad aspettarli. Sapevo sarebbero arrivati. D’altronde venivano tutti gli anni, a differenza mia. Vidi scendere dall’auto Stefi e Andrea, e insieme a loro l’ombra di un ragazzo che ciondolava, con le mani in tasca. Leo aveva gli occhi spenti, la barba incolta e non sembrava fosse in vena di parlare troppo. 

Dani salutò tutti con un abbraccio, senza dire una parola. Ormai conosceva tutti loro, a forza di vederli ogni anno. Tutte le realtà che Giacinto aveva creato nel tempo si intrecciavano ogni Aprile. Sembrava che tenere vivo il suo ricordo facesse stare meglio tutti. 

Una volta che si furono salutati i loro occhi caddero su di me. Bisbigliai un saluto sommesso. Non sapevo bene cosa dire, né cosa fare. Li avrei capiti se mi avessero odiato. 

“Zoe, finalmente” disse Stefi, abbracciandomi forte. Andrea fece lo stesso. Non capivo il perché di tutto quell’affetto, ma sapevo che mi faceva stare meglio. Mi faceva sentire meno in colpa. Leo mi guardava con un’espressione indecifrabile. Nei suoi occhi ritrovavo tutto l’odio di quel giorno. 

L’avete fatta crepare da sola. Quella frase risuonava ancora nei miei incubi. 

“Io…mi..mi dispiace… non avevo il coraggio” balbettai, in preda ad un’ansia terrificante.

Leo si avvicinò con le mani in tasca. Mi osservò per qualche secondo. Sentivo le lacrime che mi attanagliavano gli occhi. Non sarei riuscita a fermarle. 

Alla fine, contro ogni aspettativa, Leo mi avvolse in un abbraccio strettissimo. Scoppiai a piangere rumorosamente. Avevo accumulato talmente tanta tristezza e rabbia in quegli anni, che non sapevo più cosa fare. Non potevo cambiare quello che era successo. Avrei potuto impedirlo, ma non lo avevo fatto. 

“Mi dispiace, io non volevo che morisse cazzo! Non doveva succedere questo, non doveva!” urlai, piangendo. Leo mi sorreggeva, altrimenti sarei caduta in ginocchio. 

“Perché è finita così eh?! Perché?! Vaffanculo, cazzo, se lei fosse qui…” 

“Ma lei non c’è più Zoe” disse Leo, liberandomi dall’abbraccio e guardandomi negli occhi. 

Dani mi porse un fazzoletto e cercai di ricompormi per quanto possibile. Mille domande mi attanagliavano la testa. Sapevo già la risposta, ma non l’avrei mai accettata. Anche dopo anni, l’ombra di Giacinto mi sovrastava. 

“Forza, mettiamo giù le valige e andiamo al bar. Credo che ci voglia un drink” disse Leo alla fine, “e Zoe..”

“Sì”

“Non piangere. Lei non lo avrebbe voluto”

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