Inauguro questa nuova rubrica con un importantissimo scritto del maestro Gichin Funakoshi, padre del Karate stile Shotokan.
Premetto che, in seguito, dedicherò qualche capitolo sulla figura del maestro Funakoshi; per ora vi basti sapere che visse tra il 1868 e il 1957 e che fu uno dei più grandi maestri di Karate. Nacque nell'isola di Okinawa e cominciò a praticare questa meravigliosa arte marziale, all'epoca tenuta nascosta. Nel 1922, su richiesta del governo giapponese, diede una dimostrazione della sua arte presso l'Università di Tokyo e da allora il Karate si diffuse in tutto il mondo.
Funakoshi dedicò tutta la sua vita allo studio e alla pratica del Karate, trasmettendo la sua eredità anche attraverso alcune opere scritte importantissime che sono poi diventati dei classici.
Tornando a noi, i Venti Princìpi del Karate (Karate-do Shoto Nijukun) furono scritti e trasmessi dal maestro Funakoshi ai suoi allievi per orientare la loro crescita mentale e spirituale. Come egli sempre sottolineava, è proprio l'attenzione rivolta agli aspetti interni dell'arte che trasforma il Karate da mero esercizio fisico a pratica spirituale, conferendo più importanza all'attitudine mentale che alle tecniche, più importanza allo spirito che alla forma.
Ovviamente, i Venti Princìpi possono essere applicati ad ogni ambito della vita e insegnano padroneggiare sé stessi in qualsiasi arte, costruendo il proprio carattere e migliorando giorno dopo giorno, anche se a piccoli passi, secondo il principio giapponese di kaizen (改善), termine che si compone di "kai" (cambiamento, miglioramento) e "zen" (buono, migliore), e che significa "cambiare in meglio, miglioramento continuo."
"Occupati di te stesso, il resto verrà da sé."
(Gichin Funakoshi)