La via dell'energia e dell'armonia
L'Aikido (letteralmente: via dell'energia e dell'armonia, da ai = armonia, ki =energia cosmica, do = via) è il risultato storico dilunghi anni di studio condotti dal suo fondatore, Morihei Ueshiba, nel campo delle principali specializzazioni dell'esperienza marziale giapponese, conosciuta in epoca feudale come bujutsu.
Morihei Ueshiba (1883-1969), detto anche O Sensei, grande maestro, inizia a praticare jujutsu all'età di 13 anni e trascorre i successivi 25 studiando l'uso della lancia, del bastone, della spada, tecniche di combattimento a mani nude e altre ancora presso le più importanti scuole dell'epoca, eccellendo in ogni campo di applicazione.
Agli inizi del secolo, l'incontro con Sokaku Takeda, maestro fondatore della scuola Daito di jujutsu, rappresenta uno dei momenti determinanti nella sua evoluzione, ma nemmeno lo stile Daito lo soddisfa pienamente e, sempre più alla ricerca del significato più profondo delle arti marziali, agli inizi degli anni '20 fonda uno stile che chiama Aiki-bujutsu.
Negli anni seguenti, lo studio dello scintoismo dà corpo alla struttura filosofico teoretica della nuova arte marziale che, ormai evolutasi in una via di elevazione morale e spirituale, nel 1942 prenderà l'attuale denominazione di Aikido.
Negli Anni '30 la nuova disciplina riscuote ampi apprezzamenti e consensi da parte di alte personalità e dei più grandi esperti maestri di arti marziali (Jigoro Kano, il fondatore del Judo definirà l'Aikido il suo budo ideale) e nel '37l'associazione fondata da Ueshiba, la Kobukai, riceve la qualifica di Ente morale in riconoscimento degli alti valori filosofici, morali ed educativi di cui l'Aikido è portatore. Risorto nel dopoguerra, l'Aikido ha oggi come proprio centro internazionale l'Hombu Dojo di Tokio, fondato nel '31 dallo stesso Ueshiba, e che oggi conta un elevato numero di praticanti sparsi in55 paesi.
Che cosa è l'Aikido?
A prima vista l'Aikido si presenta come un elegante metodo di autodifesa personale finalizzato alla neutralizzazione, mediante bloccaggi, leve articolari e proiezioni, di uno o più aggressori disarmati o armati.
Sintesi ed evoluzione di antiche tecniche mutate dal jujutsu classico e dal kenjutsu (la pratica della spada), l'Aikido trova la propria originalità ed efficacia in una serie di movimenti basati sulla rotazione sferica. Contrariamente ad altre arti marziali incentrate sui movimenti lineari (avanti, indietro, in diagonale), le tecniche dell'Aikido si fondano e si sviluppano su un movimento circolare il cui perno è colui che si difende. In tal modo egli stabilizza il proprio baricentro, disturba quello dell'avversario attirandolo nella propria orbita, e può sfruttare a proprio vantaggio l'energia prodotta dall'azione aggressiva fino a neutralizzarla. La perfezione assoluta dell'esecuzione è direttamente proporzionale alla realizzazione del più totale coordinamento che comanda l'azione e il corpo che la esegue senza la minima interposizione del pensiero cosciente. Mente e corpo, ai livelli più alti della pratica, vengono integrati dall'azione del ki, l'energia cosmica che nelle filosofie tradizionali orientali permea l'universo e ogni essere vivente, e che può essere attivata mediante appropriati esercizi di respirazione addominale eseguiti con grande costanza.
L'Aikido travalica i limiti della semplice padronanza tecnica autodifensiva e si caratterizza da un lato come metodo superiore di integrazione e di coordinamento tra la mente e il corpo, dall'altro come meditazione in movimento e come via di autoconoscenza profonda da perseguirsi attraverso il superamento del pensiero cosciente e con la ricerca di un agire che scaturisca dall'immediatezza intuitiva.
Proponendosi in primo luogo come via di educazione morale e di mutuo rispetto, a differenza di altre arti marziali che hanno accentuato l'aspetto dell'agonismo sportivo finalizzato alla vittoria, l'Aikido rigetta tutte le forme di competitività o gare, poiché il desiderio di primeggiare finisce per alimentare l'egocentrismo e l'egotismo.
Per questo motivo nell'allenamento dell'Aikido non c'è un avversario da sconfiggere, non ci sono un vincitore e un perdente, ma solo due persone che, con modestia e spirito di collaborazione, a turno si scambiano i ruoli entrambi parimenti importanti nell'infinito processo d'apprendimento.
Non per questo si creda che l'Aikido sia una sorta di rappresentazione teatrale delle arti marziali. Dietro la composta eleganza dei suoi movimenti può nascondere una temibile efficacia, ma non è questo il fine che Morihei Ueshiba si prefisse. Scopo dell'Aikido non è la creazione di un uomo invincibile, bensì di un uomo che attraverso la pratica riconosca piano piano i limiti e le miserie che si celano nel suo io profondo e impari a vivere serenamente e armoniosamente con sé stesso e con la realtà sociale e naturale che lo circonda.
Frammenti d'Oriente, febbraio 1997
O Sensei Morihei Ueshiba, fondatore dell'Aikido