Capitolo 4

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Atsumu's POV

La mattina seguente, dopo poche ore di sonno, vengo svegliato dalla fastidiosa voce di mio fratello. "Sveglia dormiglione. Hai voluto tu quest'avventura, ora devi alzarti." mi dice con tono perentorio.

Io mi volto dall'altro lato, seppellendo la faccia nel cuscino.

"Se non ti muovi, ti faccio alzare io." sento dire dalla sua voce ovattata.

Svogliatamente sollevo la metà superiore del corpo, girando la testa per poter fulminare con lo sguardo mio fratello. Evidentemente non sono abbastanza sveglio per riuscirci, perché mi guarda con un'espressione divertita.

Dopo alcuni secondi, accompagnato da versi molto simili a grugniti, mi decido finalmente ad alzarmi dal mio comodissimo letto. Samu deve essere soddisfatto, perché si avvia verso la porta dicendo "Sbrigati a vestirti, altrimenti non ti rimarrà nulla per colazione."

Sentito questo il mio stomaco inizia a brontolare, perciò non ho altra scelta che prepararmi velocemente. Indosso una camicia bianca con le maniche bianche a sbuffo, dei pantaloni neri stretti che risaltano le mie gambe, e per finire una giacca rossa con delle maniche non troppo lunghe, per non rovinare lo sbuffo, che si chiude sul petto con delle catenelle nere. Prima di uscire dalla stanza mi sistemo rapidamente i capelli davanti allo specchio. Poi, una volta certo di essere pronto, apro la porta e mi dirigo verso la grande scalinata che porta al piano terra, dove si trova la sala da pranzo.

Non abiterò in città ma almeno posso permettermi una casa grande. Lo spazio non manca certamente, ma nemmeno i soldi sono un problema.

Scendo lungo la scalinata e mi ritrovo nella sala da pranzo, dove sono già tutti seduti. Non devono aver iniziato da molto, visto che tutte le pietanze presenti sul tavolo sono quasi interamente intonse.

"Buongiorno a tutti!" esclamo felicemente, facendo girare tutti gli ospiti verso di me. "Avete passato una buona nottata?"

"Atsumu! Buongiorno!" ricambia il mio saluto Motoya.

"Il letto era molto comodo, grazie mille. Se ci mettete troppo nel vostro viaggio potrei abituarmici. Allora sì che sarà difficile mandarmi via!" dice scherzosamente.

Io intanto mi siedo a tavola, nel posto di fianco a Sakusa.

Prendo una fetta di torta al cioccolato con glassa ai lamponi e me la metto sul piatto. Poi pendo un po' di sangue fresco dalla caraffa e me lo verso nella tazza.

"Buon appetito!" esclamo, fiondandomi sulla mia colazione. Dopo pochi minuti sento Sakusa ridacchia leggermente e dice "In questo momento sembri davvero un vampiro sanguinario."

A seguito di questa battuta, lo guardo con sguardo interrogativo e lui mi indica la bocca, che deve essere sporca di glassa.

Prendo un tovagliolo e mi pulisco rapidamente, con fare imbarazzato.

Dopo questo piccolo episodio la colazione va avanti. Una volta finita ci rechiamo tutti verso la piazza; fortunatamente la mia domestica aveva già preparato una borsa da viaggio, con alcune sacche di sangue, del cibo, la cartina dataci dal governatore, dei cambi di vestiti e alcuni oggetti da usare in caso di emergenza.

Lungo la strada vengo affiancato da Sakusa, che silenziosamente cammina al mio ritmo.

"Hey Omi-kun? Ti senti nervoso per il viaggio?" chiedo, sapendo bene di essere io quello nervoso in questo momento.

"Non molto in realtà. E ti ho già detto di smetterla di chiamarmi in quel modo."
"In che modo?" chiedo, con finta innocenza.

Lui mi rivolge un'occhiata tagliente, sospirando. Poi aggiunge "Avevo una domanda. Il sangue che hai ti basterà per tutto il viaggio?"

Le imperfezioni dell'amore~ A Sakuatsu storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora