Capitolo 14

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Kyoomi's POV

Sono passate un paio ore da quel momento.

Dopo che io e Atsumu eravamo rimasti vicini per un tempo indefinito, occupato da sguardi, lievi baci e confessioni a mezza voce, il Cacciatore aveva iniziato a contorcersi leggermente, segno che stava per riprendere i sensi. Così, mio malgrado, dopo essermi separato da Atsumu, avevo preso una corda dalla mia bisaccia, legando l'umano ancora stordito, e perquisendolo. Aveva tutti i tipi di armi, tutte rigorosamente d'argento, nascoste nei punti più inimmaginabili.

Fatto questo ci eravamo incamminati, con destinazione finale il villaggio di Atsumu.

Durante tutto il viaggio abbiamo come percorso un anello, perciò la distanza non è molta, dovremmo arrivare entro un paio di settimane.

Un paio di settimane solo per noi. Certo con un prigioniero, ma sono due settimane che io e Atsumu passeremo insieme, diverse da tutti i mesi che abbiamo attraversato fino ad ora.

Il cammino ora è meno faticoso, forse perché stiamo tornando a casa, forse perché torniamo un po' meno rotti di prima, un po' più completi.

Atsumu, mentre camminiamo, canticchia un motivetto allegro, e io mi ritrovo a sorridere, perché questa creatura così meravigliosa è il mio fidanzato.

Probabilmente il Cacciatore starebbe sputando non so che tipo di veleno su di noi, ma per non rovinare questa bella atmosfera lo abbiamo imbavagliato; cammina davanti a noi di circa un metro, un'estremità della stessa corda che gli tiene le braccia legate nella mia mano, quasi come un guinzaglio.

Ai nostri piedi, invece, trotterella tranquillamente Kaze, con le sue code soffici mosse leggermente dal vento. Io e Atsu camminiamo vicini, spesso mano nella mano. So bene che i miei problemi con il contatto fisico sono ben lontani dall'essere risolti, ma con lui penso di potercela fare ad affrontarli. Prima non avevo una motivazione abbastanza forte, né un qualsiasi motivo, ma ora c'è lui, con le sue mani calde e le sue labbra soffici. Ora che ci penso tutto in lui è soffice, le guance, le mani, lo sguardo, il sorriso. Tutto in lui mi fa sentire a mio agio, mi dà una pace interiore che non penso di aver mai provato.

Lungo la strada non mancano le chiacchiere, i discorsi sul futuro, sul passato, su di noi, e poi certamente i baci, le carezze, gli abbracci, tutti piccoli bei momenti, che vorrei poter rivivere all'infinito.

Così due settimane passano rapidamente, e, esattamente il quindicesimo giorno dopo la cattura del Cacciatore, vediamo in lontananza la porta della città da cui, quasi tre mesi fa, ci siamo imbarcati in questo viaggio pieno di sorprese.

"Ci siamo Omi! Siamo a casa!" esclama trepidante Atsumu, stringendo forte la mia mano.

"Ho visto, Atsu, ho visto." è l'unica cosa che rispondo, nascondendo il piccolo sorriso che mi attraversa le labbra nel vederlo così emozionato.

"Forza sbrighiamoci! Prima consegniamo questo tizio al Governatore, prima rivedremo Samu e tutti gli altri!"

In poco tempo raggiungiamo la città e, mentre la attraversiamo, veniamo accolti dagli sguardi increduli dei cittadini. Presto arriviamo alla piazza centrale, dove ci accoglie un Governatore che sembra appena sceso dal letto.

"Cittadini accorrete! Il nostro giovane Atsumu e il suo compagno fantasma sono riusciti a portare a termine la propria missione! Oh che notizia lieta!" esclama a gran voce, storcendo un po' il naso alla vista delle nostre mani unite "Ma sarete stanchi! Consegnate pure a me il prigioniero, mi occuperò io stesso di condurlo alle prigioni. Voi andate a riposarvi." e detto questo, gli porgo la corda con cui è legato il prigioniero. Poi io e Atsumu ci dirigiamo verso la periferia del villaggio, dove si trova casa sua. Mentre passiamo, veniamo accolti dagli applausi dei cittadini, che vanno mano a mano a scemare mentre ci avviciniamo all'abitazione.

Le imperfezioni dell'amore~ A Sakuatsu storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora