Epilogo

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Timeskip 20 anni dopo

Atsumu's POV
Sono passati circa venti anni da quella notte, e la mia vita non ha mai smesso di completarsi. Dopo aver passato un altro mese insieme, Omi è tornato nella sua città  per chiudere con la vita tra i fantasmi che lo avevano da sempre denigrato e un padre che lo incolpava per la morte della sua amata. Poi è tornato da me, con l'intenzione di iniziare un nuovo capitolo della sua vita. Mi ha chiesto aiuto con il suo problema con il contatto e piano piano, insieme, lo abbiamo risolto, e vado fiero di dire che ad oggi non gli crei più quel forte senso di disagio che aveva prima, pur non piacendogli per nulla.

Io nel frattempo ho imparato ad usare i miei poteri, che sono rimasti sciolti dopo che i vincoli iniziali sono stati rotti. I miei occhi rimangono però del colore delle castagne, ma non potrei esserne più felice. Omi dice di amarli, e che ogni volta che ci guarda dentro riesce a trovare una sicurezza rassicurante. Durante una delle moltissime notti che abbiamo trascorso insieme mi ha confidato di aver avuto paura, nel momento di rabbia cieca che ho avuto, che i miei occhi rimanessero freddi e sanguinari come quel momento, e non tornassero al loro colore naturale. Non sapevo di aver così tanto bisogno di quelle parole, ma sentirle mi ha fatto lasciar andare un respiro che trattenevo da troppo tempo.

Giusto un paio di mesi dopo il nostro ritorno Samu e Rin si sono sposati, dopo una proposta spettacolare di Rin. Non smetterò mai di stuzzicare mio fratello, ma sono veramente felice per lui.

Anche Akagi e Motoya si sono fidanzati ufficialmente, ma non si sposeranno prima di aver trovato un modo di toccarsi l'un l'altro. Essere il partner di un fantasma alle volte deve essere difficile. Non hanno ancora trovato nulla, ma hanno finalmente trovato una traccia che potrebbe essere veritiera.

Per quanto riguarda me e Omi, ci siamo sposati molto presto, ormai diciotto anni fa, dopo una proposta avvenuta nella radura dove ci siamo incontrati la prima volta, addobbata meravigliosamente. La cerimonia è avvenuta lì, ed è stata molto ristretta. Dopo il mio ritorno, il fatto che i miei poteri fossero finalmente liberi e che fossi molto potente ha portato gli altri vampiri ad avvicinarsi a me, ma non ho mai avuto intenzione di sprecare il mio tempo con creature che fino a poco tempo prima mi trattavano come se fossi una nullità.

Ma la più grande novità nella nostra vita, la scelta più importante che io e Omi abbiamo fatto fino ad oggi è quella di dare una casa a tutti quei bambini che, come noi, sono maltrattati dalla società. Per ora siamo riusciti a trovarne solo due, ma speriamo di poterne accogliere altri. La voce del nostro rifugio si è sparsa un po' ovunque, insieme al messaggio di portare da noi i bambini che non hanno una casa piena di amore in cui vivere.

I due che abbiamo accolto sono Nao, un elfo cieco da un occhio e con le orecchie arrotondate come gli umani, a causa del padre umano, che vive con noi da ormai dodici anni, da quando ne aveva soltanto sei, e Shun, un centauro di appena quattro anni, nato con una malattia che gli rende difficile correre.

Nao è ormai grande, e ci considera a tutti gli effetti i suoi genitori; Shun, al contrario, è arrivato da appena un paio di mesi, ed è ancora un po' timoroso.

Tornando al presente, sento qualcuno chiamarmi, con voce flebile, aggrappandosi leggermente alla mia gamba

"Signor Atsumu, Nao è appena rientrato e mi ha chiesto se la cena è pronta."

Guardando in basso vedo proprio Shun "Ti ho detto tante volte di non chiamarmi signore, va benissimo solo Atsumu. Io e Omi siamo a tutti gli effetti i tuoi papà, se vuoi anche papi va bene." dico, abbassandomi leggermente per trovarmi all'altezza dei suoi occhi.

"V-va bene sig- voglio dire Atsumu."

Ridacchio leggermente alla sua incertezza, per poi rialzarmi e porgergli la mano.

"Ti va di venire con me a chiamare Nao? La cena è quasi pronta e c'è da preparare la tavola."

Il piccolo annuisce, prendendo esitante la mia mano.

Mentre ci dirigiamo verso la camera del maggiore sento una stretta leggera alla mano.

"Papi" dice sussurrando il piccolo Shun, poi guardandomi con fare imbarazzato.

"Si piccolo mio, dimmi tutto." gli rispondo io, mostrandogli un sorriso. Non è ancora del tutto a suo agio, ma i suoi piccoli sussurri sono un grande passo e spero di poterlo sentir ridere presto, come un bambino dovrebbe fare.

"Nao" dico, bussando alla porta davanti alla quale ci siamo fermati "La cena è quasi pronta, ti va di sistemare la tavola mentre io chiamo tuo padre?"

"Certo pa'. Shun vieni con me?" chiede Nao aperta la porta, avvicinandosi a noi e dandomi un veloce abbraccio.

Shun mi guarda, come per chiedere il permesso
"Vai pure con tuo fratello piccolo. Io e Omi arriviamo subito."
Così, mentre i miei figli si allontanano, io mi dirigo in biblioteca, dove Omi sta facendo delle ricerche. Appena entrato lo vedo chino su delle carte, troppo immerso per accorgersi del mio arrivo. Io mi avvicino di soppiatto, mettendogli le mani davanti agli occhi una volta abbastanza vicino.

"Indovina chi sono." chiedo con fare allegro.

"Chi mai potrà mai essere. Forse il mio meraviglioso marito?" dice lui, con la voce stanca ma piena di amore, prendendomi un braccio e facendomi finire seduto sulle sue gambe, facendomi uscire un risolino.

"Com'è andata oggi la tua ricerca?" gli chiedo, dopo avergli lasciato un lieve bacio sulle labbra.

"Ho quasi concluso. È ora di cena? Si sente un buon odore dalla cucina."

Io annuisco, e dopo aver scambiato altri pochi baci, ci dirigiamo verso la cucina.

Quando siamo vicini, sentiamo una voce allegra e una risata bambinesca provenire dalla stanza. Affacciandoci dalla soglia, vediamo Nao e Shun ridacchiare mentre il più grande, con indosso la tovaglia a mo di mantello, è a terra, e Shun si staglia su di lui, impugnando un mestolo come fosse una spada. I due stanno ridendo e io sento un braccio avvolgermi la vita, e appoggio la testa sul petto di Omi, mentre ammiriamo la scena meravigliosa che ci troviamo davanti. Non appena i due si accorgono di noi il loro piccolo gioco termina e, mentre Nao si rialza ridacchiando, Shun sembra invece imbarazzato.

"Siamo contenti che tu ti stia trovando bene Shun." dico al bambino, che sembra sorpreso dalla tenerezza che ho nella voce.

Alza lo sguardo su di noi, con gli occhi che brillano di gioia, e con fare titubante ci si avvicina, facendoci segno di abbassarci. Io e Omi facciamo quanto chiesto, con fare interrogativo, ma Shun ci stupisce, stringendoci in un abbraccio.

"Benvenuto nella nostra famiglia." sento dire ad Omi, e in questo momento sono talmente felice che ricambio l'abbraccio del mio bambino, stringendolo forte a me.

Dopo questo piccolo momento, sciolto l'abbraccio, entriamo nella cucina, preparando la tavola e trascorrendo una cena allegra, in questa piccola famiglia che abbiamo creato, tanto diversa da quella della nostra infanzia, ma magnifica e perfetta nei suoi componenti imperfetti.






FINE

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***********ANGOLO AUTRICE***********

Ciao a tutti!

Siamo giunti al termine anche di questa storia. è stato un viaggio meraviglioso e sono molto felice di averlo intrapreso, questa storia ha per me un grande importanza.

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto fin qui e soprattutto la mia fedele amica e lettrice demigoddes_poseidon, senza di lei non sarei arrivata fin qui💖

Spero che la storia vi sia piaciuta, e vi ringrazio ancora per averla letta.

Un saluto a tutti, a presto con una nuova storia!💜

Kaeya__main<3





Le imperfezioni dell'amore~ A Sakuatsu storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora