Capitolo 5

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Atsumu's POV

"Ti dico che qui ci siamo già passati. Atsumu è la terza volta che vediamo quel grosso masso vicino all'albero abbattuto."

Siamo in viaggio da nemmeno mezza giornata e siamo già riusciti a perderci. Credevo di possedere delle grandi doti di orientamento, ma a quanto pare non è così.

"E io ti ho ripetuto già due volte che sto semplicemente seguendo la cartina." gli dico, evidentemente scherzando per sdrammatizzare un po' la situazione.

Il mio compagno probabilmente non capisce lo scherzo, perché mi strappa piuttosto bruscamente la cartina dalle mani.

"Dai qui a me, vediamo se riesco a capirci qualcosa." dice, mentre scruta il foglio giallognolo che ha tra le mani. Poi si allontana, verso una piccola radura, più soleggiata del luogo in cui era un attimo prima, e concentra nuovamente il suo sguardo sulla cartina.

Io mi avvicino a lui, sporgendomi da sopra la sua spalla per osservare meglio.

"Spazio Miya. Non starmi così vicino." dice lievemente.

"Scusa Omi-omi. Però fa vedere anche me." gli rispondo allegramente.

Con un sospiro Sakusa sposta la carta un po' più a sinistra, cosi che anche io possa avere una buona visuale.

"Il problema è qui, vampiro poco attento, a questo bivio. Siamo sempre andati a destra, la strada giusta è a sinistra." dice dopo un po', indicando un punto sulla carta per poi girarsi molto repentinamente, colpendomi con la sua sacca sul braccio, facendomi sussultare leggermente.

Sto per lamentarmi quando Sakusa mi precede "Non iniziare neanche, te lo sei meritato. Siamo appena fuori i confini della tua città e ci hai già fatti perdere. E questa cartina ci serve solo per arrivare al villaggio di un presunto testimone. D'ora in poi la terrò io."

"Oh e va bene. Non è mica colpa mia se tra le mie innumerevoli capacità non c'è quella di leggere le cartine o di orientarmi. Vorrà dire che lascerò a te questo compito." dico, drammatizzando il tutto con delle doti degne di un vero attore.

Omi sospira di nuovo, e io non posso fare a meno di ridacchiare.

"Cosa c'è ora?"

"Nulla nulla. Mi hai ricordato una cosa che ci raccontava la zia da bambini. Diceva sempre che quando sospiri la felicità vola via. Samu lo faceva sempre, in realtà lo fa anche ora. È un bel ricordo."

Omi non risponde, ma annuisce leggermente con il capo, segno che mi sta ascoltando. Continuiamo a parlare, o meglio io parlo e Omi ogni tanto è costretto a rispondermi. Nel frattempo ci dirigiamo in direzioni a me sconosciute, mentre Sakusa segue la cartina senza un attimo di esitazione. Devo dire che ha un grande talento.

Ci fermiamo dopo alcune ore, quando il sole sta già calando, in una radura non molto ampia, ma abbastanza per permetterci di accamparci comodamente. Ci dividiamo per raccogliere della legna, e accendiamo un piccolo falò per scaldarci. Abbiamo per ora il cibo necessario senza dover andare a caccia, e spero che al villaggio ce ne daranno altro. Mangiamo in silenzio accompagnati dal suono della notte in arrivo e dal crepitio del fuoco.

Una volta finito vedo che Sakusa si sta preparando per andare a dormire.

"Omi-omi stai andando a dormire?"

"Si, Atsumu." mi risponde, con aria leggermente annoiata.

"Ti va di fare un gioco? Non penso di riuscire a dormire."

Lo vedo pensarci, poi sospira e, una volta finito di sistemare il suo giaciglio per la notte, si riavvicina nuovamente al fuoco, mantenendo sempre una certa distanza tra di noi.

Le imperfezioni dell'amore~ A Sakuatsu storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora