7.Compleanno

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Non serve per forza dire al mondo intero con paura "sono lesbica", basta dirlo alle persone che si hanno accanto come i genitori e, se si hanno, gli amici. Basta dire "mamma mi piacciono le ragazze" o dire "mi piace una ragazza", se vogliono ti accetteranno e ti rispetteranno senza troppi problemi, ma se non lo faranno magari bisogna solo aspettare perché non hanno ben captato la cosa o sono sconvolti sul momento. In tal caso, qualsiasi sia la possibilità , se lo si riesce a dire è come aver scalato la montagna ed essere arrivati alla cima.
Sua madre l'abbracciò comunicando, senza parlare, che l'avrebbe amata sempre e comunque.
"Grazie mamma" le disse con un sorriso nascosto nella sua spalla. Non rispose ma sentii che anche lei sorrise su di lei.

Da quel giorno passò un mese dove le cose non cambiarono per nulla: Maria provò a parlare con Jennifer, tuttavia l'ignorava lanciandole sguardi di indifferenza.
Maria quel giorno era rimasta a casa con la sua famiglia: madre, padre, nonno, nonna. Stavano parlando del più e del meno, i nonni facevano domande su domande, la madre distribuiva il cibo e il padre sembrava non essere presente. Al momento della torta tutti fecero la foto con Maria sorridendo come non mai in vita loro, anche il padre che sorrideva solo nella foto ma era finto, si poteva vedere. Come tradizione i nonni le darono dei soldi con un bigliettino d'auguri e dei cioccolatini con dei baci sulle guance. Il padre non diede nulla se non un bigliettino che non aprí sul momento. Infine, la madre le diede una scatola enorme.
"Fai piano. È fragile" le avvisò lei
Aprí con attenzione la scatola. Dal suo interno uscì un versetto e un naso nero piccolino che annusava disperatamente.
"ODDIO CHE BELLO" urlò entusiasta la ragazza prendendo il cucciolo delicatamente da sotto le zampe posteriori. Era un labrador di color cioccolato al latte con un musetto dolce e tenero che spostò di lato confuso. Guardò gli occhi ed erano: uno marrone e uno azzurro molto chiaro, quasi ghiaccio. Si mise a piangere alla vista di quei piccoli occhietti. Alzò lo sguardo verso la madre che le sorrise.
"È COME ME" urlò felice di aver trovato un amichetto uguale a lei: avevano gli stessi occhi: uno color fondente e uno color ghiaccio.
"S-sei bellissimo" sussurrò al cucciolo appoggiandolo piano per terra
"Te l'ho preso apposta così per farti sentire meno sola. Così avrai sempre un amichetto uguale a te" affermò la madre. Il padre rimase pietrificato con gli occhi spalancati e disse un solo "tsk".

Era ormai sera, aveva passato tutto il giorno a festeggiare con la famiglia senza poter uscire anche se avrebbe voluto fare un giretto con il nuovo cucciolo. Era seduta sul letto che guardava il piccolo seduto per terra che scodinzolava.
"Mmm" disse "Ti potrei chiamare Choco perché hai il pelo di color cioccolato al latte e poi è tanto carino"
Il cagnolino iniziò a scodinzolare più forte facendo alzare le due zampette davanti facendole appoggiare sulle gambe della ragazza che si mise a ridere e lo prese in braccio.
Era stanca, ma voleva fare un giretto con Choco che preparò con il guinzaglio che le aveva dato la madre.

L'aria era fresca e leggera ma abbastanza forte da farle spettinare i capelli biondi. Si fermò al parco dove doveva incontrarsi tempo fa con la sua amica e guardò tutte le panchine pensando quale fosse quella dove l'aveva aspettata, quando sentí dei passi avvicinarsi dietro di lei.
"Ei" una voce familiare la chiamò da dietro
"Ciao" rispose dopo essersi girata verso di lei
"Era qua dove ti ho aspettato" affermò indicando la panchina davanti a loro
"Mi dispiace" disse abbasando la testa
"Senti" andò a sedersi su di essa "So che tutti possiamo sbagliare e in questo caso abbiamo sbagliato entrambe. So che ti starai dando la colpa del motivo per cui sono rimasta chiusa in camera mia senza mangiare. Forse, però, non ho pensato che anche tu stavi male pensando solo a me stessa quando esisti anche tu. Quindi volevo scusarmi per essere stata egoista" a queste parole Maria spalancò gli occhi senza riuscire ad emettere parola. "E questo cagnolino?" domandò cambiando discorso
"Oh...lui...me lo ha regalato mia madre per il mio compleanno oggi e se hai notato abbiamo gli stessi occhi" rispose Maria guardandolo sorridendo. Come risposta anche Jennifer sorrise.
"Che bello. Ha i tuoi stessi bellissimi occhi. Come lo hai chiamato?"
"G-grazie...si chiama Choco" rispose arrossendo
"Che carino" disse sorridendo guardandola "Piuttosto del tuo compleanno, speravo di vederti oggi a scuola ma a quanto pare sei rimasta a casa a festeggiare e ci siamo incontrate qua" prese qualcosa dalla tasca del giubbotto "Ti ho preso una collana con un cuore che rappresenta il mio così che possa rimanere sempre con te"
"Wow è bellissimo, grazie mille"
"T-te lo metto...io?"
"V-va bene..." si girò di spalle spostando i capelli con la mano libera dato che con l'altra teneva il guinzaglio del cucciolo.
"Ecco fatto" disse dopo averla allacciata al collo e Maria si rigirò. Prese in mano il ciondolo e sorrise ancora.
"È davvero bello" alzò lo sguardo che incocriò quello dell'altra. Rimasero a guardarsi dei secondi che sembravano anni e poi si distaccarano guardando altrove.
"Si è fatto tardi non vorrei che i miei si preoccupino ci vediamo domani a scuola, va bene?"
"Va bene, a domani"
Appena arrivata a casa e aver tolto il guinzaglio a Choco andò in camera con un sorriso enorme quando davanti ai suoi occhi si presentò il bigliettino da parte del padre. Si avvicinò e lo aprí.

Voglia di essere libera con te - pizza__wgfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora