11. Di nuovo?

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L'aria si faceva più pesante in quella stanza dove i respiri delle due ragazze diventarono più affannati e il cuore batteva ogni secondo di più. Le due stavano sudando dalla paura di quella figura che si avvicinava sempre di più a loro fino a farle cadere sul letto non avendo più spazio per allontanarsi. Maria cercava ancora di proteggere con il suo corpo Jennifer che era al quanto preoccupata e spaventata.
"Cosa vuoi?" chiese la figlia alla figura adulta
"Non mi hai avvisato di questa visita della tua amica e sai cosa vuol dire? Be te lo farò vedere a breve" prese un coltellino svizzero dalla tasca dei jeans facendo perdere un battito ad entrambe le ragazze.

Era dietro a una porta in legno che guardava la scena di sua madre che piangeva per terra come una persona per strada senza speranze di vita. La osservò per un bel numero di minuti finchè il suo corpo si decise di muoversi di nuovo. Passo dopo passo arrivò davanti alla madre che abbracciò proprio come sua madre faceva quando Maria era ancora una neonata. Il giorno dopo, quando tornò da scuola con un'amichetta il padre le urlò incontro con un coltellino svizzero in mano. La paura la fece pietrificare e solo quando sentí un urlo proveniente dalla sua amica, si muovò per proteggerla con tutto il suo piccolo corpicino. Il padre la spostò facendole sbattere la faccia da cui usciva del sangue. Provò ad alzarsi per fermare il padre dall'azione che stava per compiere, ma l'unica cosa che poteva fare era urlare e piangere facendo minimi movimenti. In quel momento come un lampo di luce le passo davanti mostrandole poi il corpo della sua amica disteso per terra con il sangue che pian piano usciva sempre di più dal collo. Maria era pietrificata di nuovo vedendo quell'immagine.

"Padre, ti prego non farlo...mi hai già portato via l'unica amica che avevo ti prego non portarmi via anche lei"
"Ti ricordi ancora di quella tua amichetta dell'infanzia? Ormai sono passati anni dimenticala" disse passandosi un paio di volte il coltellino tra le mani
"L'hai uccisa davanti a me, quando avevo solo 5 anni con lo stesso coltellino svizzero che stai tenendo tra le mani...ti supplico solo di non portarmi via anche lei nello stesso modo"
"Non hai imparato dal tuo errore, se l'ho uccisa era solo perché l'hai portata a casa senza il mio consenso"
"MA NON È UN BUON MOTIVO PER UCCIDERE DELLE PERSONE, SEI DA DENUNCIARE" urlò Jennifer stringendo i pugni
"Stai zitta" alzò il tono dandole uno schiaffo per allontanarla da Maria
"No ti prego, ti prego no" Maria ormai non si tratteneva più dalle lacrime ma riuscí a muoversi mettendosi di nuovo davanti all'amica "uccidi me, ma non lei" come per magia si ritrovò sdraiata tra le gambe di Jennifer che piangeva e urlava disperatamente per ricevere una risposta da Maria "J-jen-ny" disse con la vista ancora offuscata e gli occhi semichiusi
"Maria, Maria, sei viva? Non è un sogno?" chiese con un cenno di sorriso rivolto alla ragazza sulle sue gambe.
"S-to be-ne" voleva dire qualcosa ma tossí all'improvviso
"Tranquilla non devi parlare ora ti porto in ospedale, tranquilla ci sono io con te" le mise una mano sul cuore per cercare di calmarla
"No Jenny è inutile" Maria le sorrise avendo come risposta una faccia confusa "Mi sto sentendo debole non riuscirai mai ad arrivare in tempo. Non voglio morire in un lettino dell'ospedale, se devo morire voglio morire qua con te tra le tue braccia e con il sorriso: tuo e mio...Per colpa mia già una persona era morta e mai potrei perdonarmi che tu morissi a posto mio, mai. Ho sacrificato la mia vita per te e va bene così" disse tra un colpo di tosse e l'altro" Ti prego sorridi per me, sii felice per me. Goditi la vita anche senza di me...mi sento più debole ora" Jennifer come ha detto la sua amica sorrise anche se stava soffrendo tantissimo e aveva lacrime che scendevano senza fine, l'altra sorrise a sua volta. "Sento che sia arrivata la mia ora...Ascolta bene queste due parole perché saranno le mie ultime parole...Ti amo" a questo punto chiuse gli occhi e il sorriso svanní dal volto di entrambe lasciando che un urlò di tristezza, disperazione e confusione uscí dalla bocca di Jennifer che continuava a ripetere una sola parola: no. Solo dopo un bel po' si ricordò delle sue due ultime parole: ti amo. Cercò di riprendere fiato e il sorriso che aveva promesso di mantenere per lei dicendo a bassa voce come se lei e solo lei potesse sentire "Ti amo anch'io, Maria"

Voglia di essere libera con te - pizza__wgfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora