29 - Poveri procioni

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- Pronto?

- Gege?
La voce di Hua Cheng mi rispose con allegria e io non potei non sorridere al sentire la sua voce.

- Ciao.
Mormorai, con mitezza. Mi passai il cellulare da un orecchio all'altro e lanciai un'occhiata di scuse a Jun Wu. La stanza era avvolta nel silenzio, probabilmente Jun Wu stava sentendo piuttosto distintamente tutta la chiamata.

- Che succede, San Lang?

- È mezzanotte e tre.

- Ah.
Guardai l'ora. Non mi aspettavo che Hua Cheng fosse così paranoico, forse desiderava solo andare a dormire il prima possibile.

- Scusami,davvero. Non me ne ero accorto. Arriverò tra un quarto d'ora, vai pure a dormire se...

Hua Cheng rise con leggerezza dall'altra parte del telefono.

- Gege non deve scusarsi, sei ancora a teatro?

- Lì vicino.

- Io sto tornando dalla "Città dei Fiori", ho dovuto occuparmi di un imprevisto e sono in zona, quindi se ti serve un passaggio pos...

- Sì!

Dissi senza lasciarlo finire. Volevo andarmene, il solo pensiero dello sguardo pieno di delusione di Jun Wu mi stava dando la nausea.

- Oh, meraviglioso. Dove sei?

- Ehm, l'hotel bello vicino al teatro.

- Hotel... Bello? Ahn, "the heavenly court"?
Guardai Jun Wu interrogativo:

- Questo posto si chiama "the heavenly court"?

- Sì.

Ringraziai con un sorriso e tornai a rivolgermi ad Hua Cheng.
- Sì, quello.

- Capito. Che ci fai lì con lui? No, lascia stare. Tre minuti e sono lì, se riesci a farti trovare fuori davanti all'entrata sarebbe davvero comodo.

- Certo, assolutamente. Scendo subito, grazie.

- Figurati, gege.
Mise giù e io balzai in piedi come se avessi preso la scossa, mi infilai la giacca. Jun Wu osservava ogni mia mossa da dietro le lunghe ciglia.

- Vai via?

- Hua Cheng passa di qui. Così non ti devi disturbare ad accompagnarmi a casa.

- Molto gentile da parte sua.

Mi chiusi la giacca bottone per bottone ad una velocità che non credevo possibile. Poi chinai la testa in direzione di Jun Wu.
- Grazie di tutto, davvero.

Lui si alzò dal letto con un sospiro stanco, nonostante il mio onesto metro e settantotto di altezza gli arrivavo a mala pena al mento. Deglutii e quando sentii la sua mano accarezzarmi la guancia non potei non arrossire, non pensavo di meritarmi tutte quelle attenzioni.

- La tua compagnia è davvero piacevole, Xie Lian. Spero di vederti ballare di nuovo presto.

Probabilmente essere gettato in un lago di acido pieno di piranha famelici avrebbe fatto meno male, sul serio.

- Spero anche io.

- Ci vediamo presto, buona serata.

- Ciao.

Scivolai fuori dalla sua presa e mi sbrigai ad uscire dalla stanza. Mentre percorrevo il corridoio mi domandai se era così lungo anche prima, mentre scendevo in ascensore mi domandai se anche prima quell'aggeggio era così lento, mentre attraversavo il salone mi domandai se anche prima l'uscita era così lontana dall'ascensore.
Tirai un sospiro di sollievo non appena misi piedi fuori da quel luogo immenso. Volevo solo sdrairmi nel mio letto (in realtà quello di Hua Cheng visto che il mio non esisteva più) e fissare il vuoto con la speranza di essere inghiottito dal materasso.

Memorie d'autunno || HualianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora