43 - Esilio autoimposto

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Hua Cheng venne a prendermi al negozio poco dopo. Lo stavo aspettando fuori dalla porta seduto sul marciapiede, Shi QingXuan aveva insistito perché lo chiamassi e tornassi a casa a riposarmi il prima possibile.

Salii in macchina prima che lui potesse scendere per aiutarmi a farlo.

- Va tutto bene, gege?

Sospirai, non sapevo se fosse il caso di raccontargli della mia brutta disavventura con Henry Sydney, non volevo allarmarlo.

- Sono stanco e devo parlarti di una cosa importante, ma ti prego facciamolo a casa davanti a un té caldo. Ho bisogno di tempo per riordinare le idee.

- Va bene.

Dopo quello breve scambio tra noi cadde il silenzio, appoggiai la testa la finestrino e mi addormentai istantaneamente. Mi risvegliai un po' dal torpore che mi aveva avvolto quando Hua Cheng parcheggiò nel garage di casa sua. Sbadigliai e mi stiracchiai con un'espressione sofferente. San Lang si sporse in avanti e mi stampò un bacio sulla guancia.

- Dormito bene?

- Non mi lamento.
Sorrisi e lo seguii fuori dalla macchina, salimmo le scale e raggiungemmo la cucina. Hua Cheng accese il bollitore e si sedette al tavolo di fronte a me. Non aveva le lenti, indossava i suoi occhiali dalla montatura scura ed era semplicemente bellissimo.

- Cosa succede, gege?

- Ho parlato con Shi QingXuan oggi e ho deciso di smettere di lavorare... Se per te non è un problema mantenermi, ovviamente.

- Non è un problema, assolutamente. Voglio renderti felice, lo sai.

- Grazie. Sono stato un po' male oggi, credo che il mio corpo abbia bisogno di un po' di tempo tranquillo per guarire.

- Era da un po' che ci pensavo e sono d'accordo. Potremmo allenarci qui se desideri, la sala da ballo c'è.

- Se per te non è un disturbo, potremmo fare la maggior parte delle lezioni qui.
Proposi sottovoce, quasi con vergogna per le mie fragilità, con gli occhi bassi e lo sguardo concentrato sulle mie mani appoggiate sul tavolo.

- Gege...

Hua Cheng mi prese la mano, intrecciò le mie dita con le sue e mi accarezzò dolcemente il dorso.

- So a cosa stai pensando, ma non sei debole. Per me sei la persona più forte del mondo e spesso ci vuole più coraggio a sapersi fermar che a trascinarsi in giro per forza di inerzia.

Annuii in silenzio.
Il bollitore fischiò. Hua Cheng aspettò che lo guardassi negli occhi prima di alzarsi, alzai la testa e con lo sguardo fisso nel suo, sorrisi mestamente, poi lui si alzò e preparò due tazze di té.

- San Lang, c'è un'altra cosa di cui devo parlarti.

- Dimmi.

- Promettimi che non ti arrabbierai.

- Vedremo, dimmi tutto.

Dalla sua espressione tesa intuì che stava già facendo supposizioni sbagliato su ciò che stavo per dire, lo vidi tormentarsi a disagio la treccina.

- Calmati! Non voglio lasciarti, nè nulla del genere.

Puntualizzai e lui si rilassò un secondo.
- Al lavoro oggi ho avuto una piccola disavventura. Conosci Henry Sydney?

- Sì, è simpatico come un calcio nei denti.

- Esatto. Ero al lavoro e lui con altri ballerini sono venuti a farmi una visita. Probabilmente se non fosse stato per Shi QingXuan ora sarei in ospedale con entrambe le gambe ingessate.

Memorie d'autunno || HualianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora