Epilogo

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Manuel non ha mai dato molto peso al suo compleanno. Forse perché ha sempre avuto poche persone con cui condividere quel giorno.

Ha sempre apprezzato la parte dell'avere una giornata per sé, gli auguri, qualche regalo da parte di sua madre. Di certo non è così ipocrita da non ammettere che anche a lui ogni tanto piace stare al centro dell'attenzione, almeno di quella delle persone che gli stanno a cuore.

Ma non ha mai avuto una vera e propria festa. Un po' perché non ha mai avuto voglia di organizzarne una, un po' perché non ne ha mai sentito il bisogno.

Ed è così ancora oggi.

Anche se ora ha un ragazzo che lo ama, ha allargato il suo cerchio di amicizie, continua a non avere particolare interesse nel festeggiare il suo compleanno.

Simone non è della stessa idea.

Non che lui sia particolarmente affezionato ai compleanni - soprattutto da quando ha scoperto di avere un gemello e a ogni compleanno sente la sua assenza diventare un peso sempre più grande da sopportare - ma vuole che Manuel abbia il suo giorno, la sua festa. Almeno per una volta.

Ha provato per settimane a convincerlo a organizzare qualcosa, anche solo una cena tra pochi amici, ma Manuel si è rifiutato.

"Non ho voglia di organizzare" è la scusa che ha usato più spesso, seguita da: "Non mi va di stare in mezzo alla gente" e "Preferisco fare qualcosa solo con te."

Ma Simone sa che non è così. Simone sa che quella è solo la reazione di una persona che per troppo tempo è stata abituata a viversi il proprio compleanno come se fosse un giorno qualunque.

E il giorno del compleanno di Manuel non è un giorno qualunque. Non per lui, almeno.

Perché, a costo di passare per sdolcinato, è il giorno in cui è nato l'amore della sua vita e quindi bisogna festeggiare.

È per questo motivo che ora Manuel si trova al Seamròg, insieme a Simone, Chicca, Ambra, Luna e Fabio - che per l'occasione ha lasciato il locale completamente in mano a Gianluca e si è seduto al tavolo insieme al resto del gruppo - con davanti a sé una torta su cui c'è scritto Buon compleanno e su cui sono state posizionate ventinove candeline.

"Bastavano i numeri. Lo sai, vero?" dice Manuel voltandosi verso Simone. "Sai come dice la canzone degli 883: da quanto tempo è che non mi mettono più candele ma numeri sopra le torte. È quello che si fa quando gli anni iniziano a essere troppi."

"Se pensi che avere ventinove anni sia sinonimo di vecchiaia, hai un problema. Spero tu ne sia consapevole" dice Chicca.

Manuel sbuffa, ma sa che in fondo ha ragione.

Non si sente davvero così vecchio. È solo che ha passato una vita intera a non festeggiare, a non soffiare su nessuna candelina, e adesso di colpo ne deve spegnere ventinove.

Non è abituato.

"Dai, soffia e esprimi un desiderio" dice Luna sorridendo.

Manuel non ha idea di che desiderio esprimere. Ha già tutto quello che vorrebbe: un fidanzato che ama, degli amici che gli vogliono bene, un lavoro che gli piace. Che altro potrebbe desiderare?

Forse solo che le cose rimangano così per sempre.

Ma le cose non sono mai destinate a rimanere uguali per sempre. Il cambiamento è qualcosa di inarrestabile, succede e basta. Non si può fermare.

Desiderare qualcosa, però, non costa nulla.

In fondo Manuel ha avuto molto più di quanto avesse mai desiderato in quei mesi. Il destino è già stato dalla sua parte, potrebbe capitare ancora.

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