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La macchina di zio Rick si allontanò sfumando sulla strada lasciando impresso nell'aria un odore di pneumatico.
Una folla di persone si muoveva davanti ai miei occhi, ciascuno aveva il proprio passo, i propri movimenti, le proprie cose ed io ero lì, fissa come il chiodo di un quadro che mi nascondevo dietro a due ciocche di capelli, afferrando le cinghie del mio zaino portandomele alla pancia che fremeva per l'ansia del primo giorno.
La scuola mi sembrava così grande, di primo acchito avrei pensato fosse un ospedale, la facciata era un po' triste, di un colore panna sporco.
Entrai sorpassando un grosso portone di legno "Mex school", non capivo quel nome inglese in una scuola italiana.
Con lo sguardo cercai un qualcosa che mi ricordasse vagamente una segreteria, camminavo svelta cercando di non incrociare nessuno sguardo, in fondo ero la ragazza nuova; "segreteria, a destra", finalmente un cartello, incorniciato da una linea rossa che ne evidenziava l'importanza, la seguii e girando l'angolo mi ritrovai di fronte ad uno sportello.
"Si?"
Una signora da dietro un pannello di plexiglas fece capolino guardandomi dritta negli occhi masticando nervosamente una gomma da masticare.
" sono qua per l'inserimento nella classe"
"Sei nuova?"
Rispose la signora premendo le dita sulla tastiera del computer davanti a lei.
" si, a si,i fogli"
Gli consegnai i documenti che mi aveva dato la mattina stessa La zia; mi sedetti su una poltrona ad aspettare che finisse di compilare i fogli, di fianco allo sportello c'era un piccolo orologio grigio, mi fissai su questo guardando di tanto intanto con la coda dell'occhio la signora al computer  .
Le mie gambe dondolavano danzando sopra al pavimento, che strano , da adesso dovrò farmi dei nuovi amici, studiare cose nuove e ambientarmi in un posto sconosciuto, tic tac tic tac, l'orologio tintinnava in quella piccola stanza assieme ai tasti della tastiera.
"Ecco"
Le mie gambe terminarono il saggio, mi girai di colpo e la mano della donna uscì dallo sportello allungandomi un altro foglio.
"Devi andare al terzo piano, la quarta classe sulla destra"
Quanti diamine di piani aveva quella scuola?
"Gra..."
Non feci in tempo a ringraziare che chiuse lo sportello sbattendo l'anta, bho a quanto pare oggi non ero l'unica nervosa.

I corridoi si riempivano di voci esplodendo e i passi svelti degli alunni echeggiavano.
"5a,5a,5a, o diamine dov'è questa dannatissima classe"
Mi guardai intorno più e più volte girandomi su me stessa ma nulla.
"5a, lì davanti"
Mi voltai di colpo verso quella voce, era una ragazza minuta, portava dei lunghi capelli biondi e una lunga giacca rossa.
"Oh, grazie mille"
Risposi sorridendo
"Sei nuova immagino, se no avresti saputo che a questa classe manca il nome da ormai un anno, non capisco perché non si riesca a pensare a queste cose, andiamo, se fossi rappresentante d'istituto la cura della scuola sarebbe la mia priorità.
Parlava molto ma aveva una voce molto calda e piacevole da ascoltare.
"Oh a proposito, sono Sofia ma puoi chiamarmi sofi, tu sei?"
"Alice e si sono nuova"
Risposi accennando una risata.
"Bene, andiamo allora"
Mi afferrò il braccio infilando il suo sotto al mio accompagnandomi in quella classe.

Era una stanza semplice, il cattivo gusto del colore all'esterno si rispecchiava anche all'interno.
La campanella suonò, era tanto che non sentivo quel suono così fastidioso ma così familiare che mi riportava alla mia adolescenza.
Mi sedetti davanti assieme a Sofia per fare bella impressione essendo che ero quella "nuova", chissà mai che mi avrebbe fatto fare quel tipico discorso di presentazione che non ascolta mai nessuno.
"Ragazzi!"
Entrò dalla porta una donna, un po' bassina e gobba con in mano una quantità esagerata di libri che sembravano le stessero per cadere, portava dei pantaloni verdi scuro con sopra un maglione bianco, sulla schiena aveva un grosso zaino marrone che fu la prima cosa che posò per terra dato il peso; si sedette e impilò i libri sul lato destro del tavolo sorridendo contemporaneamente.

Non sembrava aver fatto caso alla mia presenza, inizio' difatti la lezione anticipando la divina commedia come tema di argomentazione, il paradiso.
Le due ore non durarono così tanto e in men che non si dica risuonò quella campanella.

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