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I sedili in pelle dell'auto erano molto freddi , forse per via della temperatura gelida che c'era stata fino a pochi giorni fa, Alice mise le mani tra le gambe per cercare di riscaldarsi almeno le punte delle dita.
Osservava incantata il paesaggio che scorreva come fotogrammi al di fuori del finestrino, quasi come se si trovasse su un treno ad alta velocità, passarono vicino ad un campo di viole .
"Ti piacciono?"
Chiese zio Rick scrutando dallo specchietto centrale gli occhi di Alice.
"Molto"
Rispose sorridendogli.
" avevo un'amica fino a pochi anni fa"
La voce di zia Rachel si fece protagonista tra quegli sguardi, la sua voce si era rattristita e iniziò a far scivolare la testa lungo il lato del sedile.
"Eravamo molto legate, si chiamava Margot, si poteva dire che eravamo inseparabili, ogni sua avventura era anche la mia"
Con la coda dell'occhio Alice vide gli occhi di Gabriele incupirsi e ingrigirsi, la sua schiena si stava piegando in avanti e le braccia si erano posate sulle ginocchia per sostenerla.
"Era mia madre Margot, è venuta a mancare poco tempo fa"
Dalla bocca del ragazzo uscirono queste poche parole, sottili ma pungenti come lame, perforarono il petto di Alice, dopo tutto, la lontananza dei suoi genitori non era nulla.
" mi hanno preso in affido Rick e Rachel"
Aggiunse accennando un sorriso ricambiato dalla zia.
" mi dispiace tanto, non so come tu possa sentirti"
Sussurrò Alice allungandogli un fazzoletto che si era raccomandata di prendere dal tavolo di casa prima di partire
"Grazie"
Fu una risposta flebile, prese il pezzo di carta, si rimise dritto, si asciugò gli occhi e tirò un sospiro che fermò il tempo per qualche istante.
Il viaggio fu lungo, passarono per altri campi, per qualche via, per poi ritornare a percorrere lunghe strade e gallerie buie, Alice si accuccio' sul sedile posteriore destro, tenendo le mani immobili tra le gambe e poggiando la testa sul bordo della portiera,chiuse gli occhi, le ombre dell'arrivo della sera sembravano entrarle dentro finché in quel vortice di luci e suoni si addormentò.

Il suono di una portiera che si chiudeva la svegliò, apri' delicatamente gli occhi cercando di orientarsi, si mise dritta sul sedile e si guardò attorno, la macchina era vuota, non c'era nessuno, per un momento credette di essersi ritrovata in una specie di incubo, quelli in cui arriva il mostro dal buio per portarti via; la sua portiera si aprì, era zio Rick
"Forza dormigliona che siamo arrivati"
Allungo' una mano ad Alice che si slacciò la cintura e uscì dalla macchina sgranchendosi le ossa, dopo tutto era rimasta in quella posizione per ore.
Era sera tardi, prese il cellulare,le  11 di sera, aveva dormito così tanto?.
Davanti a lei le luci lampeggianti dei lampioni illuminavano la facciata della casa, era una villetta classica in mattoni, uguale alle altre che si trovavano di fianco a questa, aveva una recinzione in legno corredata ad una cassetta della posta bianca e un cartello di benvenuto incastrato tra le piante; avevano un grande giardino, Alice intravide un grande albero ed allungo' il collo, incuriosita da quell'angolo di verde.
"Su su entrate che fa freddo, attenti al vialetto, è un po' mal concio, si lo so lo so, dovrei sistemarlo non serve che mi guardi così"
Disse zio Rick guarda di zia Rachel.
"La valigia la porto, se avete fame nel frigo trovate della frutta, anzi no, meglio ancora, nella dispensa dovrebbero esserci dei biscotti o che so io "
" ti avevo detto che dovevano rimanere per domani"
Disse Rachel accennando un pugno amichevole sulla spalla di zio Rick.
"Tu hai fame?"
Alice si girò, apprezzo' molto quella sua domanda di gentilezza ma effettivamente no, voleva solo riposarsi e sistemare le sue cose, rifiutò con un cenno di capo e apri' il cancellato che produsse un cigolio, le piaceva molto come casa, era così accogliente e si sentiva finalmente a casa.
Girò il pomello della casa ed entrò, un odore di cannella la travolse e subito ne cercò la provenienza.
"Rachel di tanto in tanto adora accendere candele profumate"
disse Gabriele indicandone una proprio sul tavolo, il fumo che  usciva dallo stoppino si estendeva per tutto il corridoio, era un odore molto intimo e pacato
" vieni ti faccio vedere la tua camera"
Alice lo segui' lungo una rampa di scale che le ricordava molto quella di casa sua, ma questa era molto più salda, pulita, aveva una moquette rossa al centro.
Era tutto così perfetto.
Finalmente si sentiva nuovamente a casa, con delle persone a cui voleva bene, doveva solo ambientarsi al nuovo ragazzo, le dispiaceva così tanto che le si stringeva il cuore ogni qual volta che lo guardava,addossato alla parete del  corridoio del piano superiore c'era un mobile, di legno scuro a cassettoni con sopra una collezione di foto di famiglia, c'era anche una sua foto da piccola, assieme a tutta la famiglia, compresi i suoi genitori.
" ecco, è un po' piccola ma credo che andrà bene"
Era perfetta.

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