Sofia

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SOFIA

Sofia aveva la stessa età di Alice, la facevano sentire adulta i suoi 18 anni, la facevano sentire parte importante di quel mondo che però non le piaceva poi così tanto, non aveva qualche tipo di problema importante ma tutto,tutto, le sembrava un problema, le sembrava un problema la scuola dove andava, le piaceva davvero?Dove l'avrebbe portata da grande?cosa avrebbe fatto da grande? Le sembrava un problema il fatto che quando fumasse in inverno avesse freddo alle dita, le sembrava un problema non avere ancora trovato l'amore, le sembrava un problema il fatto che vedesse tutto come un problema irrisolvibile, anche la più piccola particella di un qualcosa le sembrava una difficoltà insuperabile.
Ma Sofia sopra questi problemi costruiva grandi cose, le piaceva il pattinaggio, lo praticava da quando aveva 7 anni, i primi pattini glieli regalò suo padre che era il suo più grande sostenitore ma smise di esserlo quando non poté più pagare le rette.
La famiglia di Sofia era una bella famiglia, facevano colazione assieme con quei cereali colorati che Sofia amava alla follia, poco alla volta però il suo piccolo mondò iniziò a sgretolarsi, suo padre si allontanò e non riuscì quasi più a vederlo.
Sua madre divenne la sua migliore amica e presto queste due donne riuscirono a stabilizzarsi.
"Tranquilla sofy, adesso ci siamo noi, insieme"
Lo ripeteva sempre e questo un po' la consolava ma quando la sentiva piangere in sala guardando quelle buste sul tavolo si sentiva un enorme peso al cuore.

Nonostante questo, sofy aveva una vita affettiva molto attiva, usciva con molti ragazzi a cui si attaccava morbosamente , non importava se fossero Volenti, affettivi, dolci o cattivi lei li vedeva come delle figure maschili a cui aggrapparsi.
La settimana prima era uscita con un ragazzo conosciuto in discoteca, era venuto a prenderla a casa, si chiamava Paul, Paul aveva un grosso furgoncino grigio, glielo aveva regalato il padre.
Era salita e lui le aveva dato un bacio sulla guancia.
"Dove andiamo?"
Gli aveva chiesto sorridendogli toccandosi le spalle
"In un posto"
Le rispose guardandogli la maglia e premendo il pedale dell'acceleratore, accelerava, accelerava e accelerava
"Non credi di star correndo un po' troppo?"
Disse Sofia aggrappandosi al sedile
"Non ti piace correre?"
Rispose abbassando lo sguardo distogliendo gli occhi dalla strada.
"Cazzo!"
Una macchina li sfioro' facendo inchiodare il furgoncino di Paul sul bordo della strada.
"O mio dio, cazzo, ci stavi per uccidere"
Disse Sofia toccandosi ovunque per cercare qualche ferita e per vedere se fosse tutto integro.
"O andiamo non è successo nulla, anzi, non ti va di approfittare della situazione?"
Era fatto, non aveva capito nulla di quello che era appena successo, aveva gli occhi lucidi ,socchiusi e un sorriso finto stampato sul volto, come aveva fatto a non accorgersi che fosse fatto? Forse aveva aspettative troppo alte o forse cercava di non ammetterlo a se stessa perché sperava che andasse tutto bene trovando un ragazzo per bene, si immaginava mamma con una grande casa bianca e una recinzione che circondava questa, due bellissimi bambini avrebbero corso per tutto il giardino e lei li avrebbe guardati dalla finestra.
Allungo' le mani verso di lei
"Levami le mani di dosso stronzo"
I suoi sogni erano svaniti.
Lo allontanò spingendolo dal petto, apri' la portiera ed uscii stringendosi le mani attorno.
"Puttana!"
Urlò dall'auto, Sofia iniziò a correre, non per paura di essere inseguita ma si sentiva ancora quelle mani addosso, erano lunghi tentacoli che l'avvinghiavano e stritolavano.
Correva e correva finché non raggiunse casa sua, entrò e iniziò a piangere correndo in camera; la madre era stesa sul divano con la tv che faceva da sottofondo, di fianco a lei era rimasta la bottiglia di vino aperta e un bicchiere semipieno.
Soffriva molto senza il marito, soffriva la mancanza dei suoi abbracci la sera dopo il lavoro, aveva scelto di andarsene, a lui forse però i suoi abbracci non mancavano, non mancava fare la colazione assieme alle sue donne e non gli importava essere un marito ed un padre.

Sofia era stretta in quel piccolo mondo ma aveva il suo spazio e questo le bastava.

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