Gabriele

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GABRIELE

Dov'è dov'è, CAZZO.
ero sicuro di aver lasciato da parte una pillola, l'avevo messa nella mia busta in fondo al cassetto, dov'era finita!?.
Aprii tutti i cassetti della camera finché non la trovai dietro alla scrivania, Rachel e Rick erano di sotto in cucina, potevo sentire le loro voci, avevo tempo.
Presi la mia carta di credito, la pillola ed andai in bagno chiudendomi a chiave.
L'appoggiai di fianco al lavandino spezzandola con la carta, la divisi in due mettendo la seconda striscia in busta sigillandola con la chiusura ermetica e me la misi in tasca.
Mi chiusi una narice ed abbassai la testa tirando con l'altra.
Il vuoto, il nulla più assoluto, i colori accesi e la mancanza di suono era ciò che mi portava a pensare che le droghe fossero la cosa più bella del mondo, ti allontanano da tutto e tutti lasciandoti da solo con te stesso.
Cercai di alzarmi dal water sul quale ero seduto facendomi forza appoggiandomi al mobiletto, la mia testa era leggera come un palloncino riempito di Elio, ma io non avevo preso nessun gas, solo dell' extasy.
Aprii la porta del bagno, presi lo zaino e scesi le scale salutando velocemente  Rick e Rachel per non farmi vedere, li avrei solo delusi.

La scuola da sballati è molto più bella, quando passi in corridoio non sentì nulla, ne gli odori, ne i suoni e in più non vedi nemmeno bene  e questa era la mia arma di protezione più preziosa.
Per non sembrare maleducato indossavo sempre le mie cuffiette bianche così da sembrare che non sentissi per via della musica e non per via di una maledetta pillola.
I miei passi si univano al pavimento lurido della scuola, non saprei come spiegarlo a chi non lo ha mai provato, non che con questo io ve lo stia consigliando ma è impossibile che voi mi capiate.
Questa mia dipendenza mi ha portato ad allontanarmi dal calcio, il me di molti anni fa ne sarebbe rimasto deluso, mi avrebbe chiesto per quale motivo io avessi mollato la nostra passione e non avrebbe mai capito perché io lo stessi uccidendo ma ho trovato solo la via delle droghe per uscire da quel tunnel di dolore costruito dalla morte di mia madre.

Non credo di ricordarmi molto di quel giorno, mi ricordo che Alice aveva provato a salutarmi ma non riuscivo a muovere le braccia e non volevo neanche provarci.
Ammetto che era strano ma bello avere una nuova presenza in casa e poi Alice sembrava a posto, tutto il contrario della mia persona, era così tranquilla e leggera, forse avrebbe messo un po' di ordine nella mia vita, ma se non ci era riuscito il gruppo di sostegno dove andavo, come sarebbe riuscita a farlo lei che neanche mi conosceva, eppure mi sembrava una persona che ricopriva il punto esclamativo nelle giornate.

I miei ricordi sono talmente tanto frammentati che mi ricordo a stento del pomeriggio a Milano, figuriamoci della festa.
Di quella sera mi ricordo solo di aver sentito un grosso fischio nelle mie orecchie e di essermi risvegliato con gli occhi ci Alice davanti ai miei mentre sentivo le sue dita intrecciate con le mie.

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